le immagini non si confutano

 
Un giorno creeremo immagini che spareranno a bruciapelo sui nostri nemici. Proibirsi l' uso di un' immagine e' rinunciare ad un' arma utilizzata dai nostri avversari.

Continua a leggere

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su le immagini non si confutano

Vanegeim

 
Il potere gerarchizzato non si concepisce senza trascendenze e miti

Continua a leggere

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su Vanegeim

l’ altro ’77


Gli uomini grigi riscrivono il passato per controllare il presente. La commemorazione ufficiale e semi-ufficiale del '77 e' cominciata: a dispense settimanali, a copertine patinate. Presto il '77 finira' in fiction e tutti gia' lo raccontano spiando la storia dal buco della serratura.

Continua a leggere

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su l’ altro ’77

il comunismo che mantiene lo status quo

 

Neoluddisti o tecnofobi: scegliete pure il termine che piu vi sembra adatto…
Ma cosa significano questi termini?
Nel migliore e piu' benevolo dei casi con queste parole si additano, a disprezzo generale, coloro che sono rimasti indietro sulla linea di sviluppo della tecnologia e che non si adeguano alle conseguenze sociali prodotte da questa.

Continua a leggere

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su il comunismo che mantiene lo status quo

I 2.0

 Le nuove tecnologie digitali non hanno favorito come si sperava una decentralizzazione dell' informazione, una democratizzazione della sua produzione e una sua moltiplicazione alternativa.

Internet alla fine non si e' rivelata di ostacolo alla monopolizzazione dell' attenzione e alla concentrazione della creazione di senso in termini sociali.
Le nuove tecnologie digitali non hanno aggirato i rapporti sociali, politici che rendono impossibile una comunicazione e un' informazione elaborata/prodotta e fatta circolare democraticamente.

Il futuro e' monocromatico.
Il cosiddetto carattere aperto e democratico di Internet si e' rivelato una massificazione vivisezionata per profili di mercato e una diversificazione per tipologie di consumo.

I media tattici e alternativi favoriti nella loro crescita e sviluppo dal relativo basso costo delle tecnologie digitali di comunicazione alla fine hanno rinunciato alla loro inoggettivita' e si sono perduti dietro alle chimere dell' informazione neurtrale, la notizia obiettiva: e cioe' dietro ad una delle piu' grandi barzellette ereditate dal secolo novecento.

I media alternativi che proponevano una rottura del sitema dell' informazione e della produzione sociale di senso della classe dominante oggi sono in crisi.
E sono in crisi perche' hanno considerato il loro piano di realta' separato ed in qualche modo egemone rispetto agli altri e diversi livelli di realta' sociale.

E' forse sfuggita, in un momento di infatuazione tecnologica, di euforia tecnoscientifica, la pratica di intervento, riuso, riadeguamento collettivo sulle strutture tecnologiche del padrone che si stavano maneggiando.

L' inversione della natura alienante della tecnologia capitalista  e' stata solo ideologica e superficiale e solo estetica.

L' accumulazione originaria di informazioni, video, forme espressive e di produzione di significati si e' organizzata e sviluppata secondo le regole dell' economia: riduzione del tempo di circolazione delle merci-segni a favore del profitto.

La forma, a dispetto dei contenuti, della costituzione dei media alternativi e' rimasta conforme ai rapporti sociali dominanti e alla progressiva astrazione del processo di sfruttamento.

Da una idea di comunicazione contro e socialmente contro-produttiva si e' scivolati a discutere di correttezza, completezza, oggettivita' dell' informazione fornita; di procedure regole standard …un manuale tecnico contro i troll…:
in sostanza si e' ritornati a sfidare il sistema senza uscire dalla sua dialettica. Invece di spiazzare la catena informativa e comunicazionale del dominio ci si e' messi sul suo terreno.

Indymedia 2.0 sfida Youtube.

Cosi', se i media di sistema si presentano come democratici, corretti, affidabili, imparziali allo stesso modo pretende di fare indymedia ( o almeno la sua versione 2.0).
Invece di porsi come sperimentazione collettiva di una forma di contro-utilizzo delle tecnologie digitali della comunicazione indy 2.0 si pone gia' nella sua genesi come una contro-immagine dei media di sistema.
Non ha una strategia relativa alle tecnologia che e' la sua base e il suo corpo ma  dipende e si distende  ingenuamente, solo con un segno ideologico rovesciato-per quel che vale-, sulle e a partire dalle strategie di marketing politico sociale dei media corporativi.

Indymedia 2.0 non si pone minimamente il problema di discutere la posizione da cui parla-ne' di riflettere sul sitema all' interno del quale vuole prendere la parola: si limita a suonare la reclame della contro-propaganda.
Il terreno etico e l' agenda politica e' dettata dal nemico: l' autonomia e il piacere dell' autodeterminazione gli e' del tutto sconosciuta.

E dev' essere un' ironia della sorte che gli stessi mediattivisti che hanno sempre guardato con disgusto alle forme della politica militante connotata dal politicismo esasperato, dal tatticismo-tatticismo, al traguardo del loro viaggetto psicotecnologico sono finiti col recuperare in tutto e per tutto l' armamentario militantesco e politico-feticista della controinformazione. Poi alla sostanza delle cose si puo' anche cambiare il nome o il segno che le indica.

Gli altri sono solo i "destinatari" dell' informazione, non i potenziali soggetti attivi di una cooperazione-controcooperazione sociale tesa alla sua liberazione, alla sua potenza come al suo piacere e godimento ma piuttosto i terminali di un legame immaginario teso a costruire una rappresentazione-giustificazione ideologica del proprio smodato ego di ognuno preso singolarmente.

La vita si sa' e' sempre altrove. E poi altrove di un' altro altrove.

 Senza dimenticare che dove c'e decomposizione c'e rivoluzione.

 

Continua a leggere

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su I 2.0

fabbrika calcio

 

I bilanci dell' industria calcio ammontano a miliardi di euro (3% del prodotto interno lordo).

Questa enorme fabbrica sociale dello spettacolo rende produttive la passione per il gioco e riconverte in euro l' isolamento gelido, la non-vita infrasettimanale di milioni di individui.

La sfera del lavoro e quella del "tempo libero" (libero dal lavoro immediato) sono indistinguibili nella forza di gravita' sociale esercitata dal capitale. Il tempo libero non e' solo il riflesso del ritmo della produzione e' esso stesso direttamente produttivo.

Il carattere di merce comprende anche i piaceri del calcio.

E la domenica mascherati da ultras o da cani da guardia dello spettacolo, con tanto di blindati, puoi sfogare il tuo furore, guadagnarti il tuo salario di merda e infine usufruire anche di assistenza sociale trasfigurata.

Pure il gioco e la passione del gioco diventano un assurda fatica, diventano attivita' economica, un lavoro servile inconsapevole e non retribuito.

Uomini che agiscono come strumenti di produzione.
Che estraggono un valore di stimolo dalla disperazione e dal brivido e insieme un valore per l' industria dello spettacolo.

Questa teodicea sul calcio moderno in antitesi a quello vecchio vuole nasconderci il fatto assai semplice ed evidente: l' ebrezza distruttiva, lo choc sono un bene di consumo…l' autodistruzione nella forma della speranza sono un prodotto di serie : La passione e' una merce prodotta gratis dagli idioti della domenica e rivenduto dalle corporation televisive con gran profitto.

La domenica ci si sente vivi come nelle adunate di massa del regime fascista dove ognuno solleticava il suo sensorio deprivato e decomposto dalle necessita' della sopravvivenza e dal processo sociale.

L' isolamento gelido in cui e' precipitata la vita quotidiana di tutti viene compensata e frustrata nelle adunate di massa, nella sensazione irriflessa dell' agonismo sportivo con la stessa ebrezza imbecille ed incosciente con cui milioni di italiani in piazza applaudivano alle dichiarazioni di guerra.

Fabbrica calcio ma anche laboratorio per nuove tattiche d’ordine pubblico sempre più repressive.
Produttivita' dei bisogni e innovazione repressiva…

Non temete ci sono in ballo cosi tanti soldi che presto la fabbrica riaprira' e tutti voi appassionati potrete tornare ai vostri reparti e alla vostra ebrezza seriale.

Quanti ultras giocano a calcio?

 

 

 

Continua a leggere

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su fabbrika calcio

Il sogno diventa sonno

 

Il sogno diventa sonno e lo spettacolo il suo guardiano.
-the real problem is not whether machines think but whether men do

Continua a leggere

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su Il sogno diventa sonno

Primo esempio di applicazione informatica su larga scala


Primo esempio di applicazione informatica su larga scala:

La tecnologia IBM veniva usata per organizzare quasi tutto nella Germania ed allora Europa nazista:
Le macchine Hollerith a schede perforate della Dehomag permettevano di gestire ogni aspetto dell'organizzazione del terzo Reich: le paghe dei soldati, la contabilità, l'organizzazione dei magazzini ed il censimento e sterminio degli ebrei.

In certi campi, come Dachau e Storkow, erano installate non meno di due dozzine di selezionatrici, tabulatrici e stampanti Ibm.

Continua a leggere

Pubblicato in Generale | 2 commenti

il Vurt esiste

 

"Da svegli, sapete bene che i sogni esistono. In uno stato onirico siete convinti che il sogno sia reale. Nel sogno, non avete coscienza del mondo che conoscete da svegli. E' lo stesso col vurt. Nel mondo reale si sa che il Vurt esiste. Nel Vurt si è convinti che quella sia la realtà. Non si ha coscienza del mondo reale."
                                          "Vurt-1993 -jeff Noon"
 

Continua a leggere

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su il Vurt esiste

Marx03


lo spettacolo dell' antispettacolo Continua a leggere

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su Marx03