eurofascisti

Shema’

“bisogna insegnare al popolo ad avere orrore di se stesso, per fargli coraggio”
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il partito immaginario (tiqqun)

T’ho incontrata a Quarto Oggiaro
davanti al Supermarket saccheggiato…

Questo non e’ un programma. Questo e’ un appello. Vale a dire e’ rivolto a chi lo capisce. Non ci prendiamo la briga di dimostrare, argomentare, convincere. Del resto non vogliamo rappresentare nessuno, meno che mai quei ragazzi arrabiati che hanno fatto bordello il “15 ottobre” ne’ le periferie della poverta’ o la classe media che frana. Non siamo assillati dall’interrogativo: chi sono i veri indignati? Ci atterremo all’evidenza. L’evidenza non è in primo luogo una questione di logica, di raziocinio. È legata al sensibile, ai mondi. Ogni mondo ha le sue evidenze. L’evidenza è ciò che si condivide o che divide.

Ogni comunicazione non e’  presupposta e’ da costruire

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no tav

Bisogna resistere, resistere e ancora resistere

no tav resistere

quarto stile

Purtroppo le preoccupazioni esposte da questa Istituzione di controllo hanno trovato rispondenza nei risultati effettivamente conseguiti al termine delle operazioni precedentemente richiamate. Dopo appena quattro anni, infatti, la società Infrastrutture è stata incorporata in Cassa Depositi e Prestiti: in tale operazione è stato incluso anche il patrimonio separato TAV, costituito per le finalità ricordate nella presente relazione.

Tale patrimonio consisteva in titoli e prestiti interbancari peraltro già utilizzati da TAV e RFI ed in particolare dei crediti e proventi della Società derivanti da ciascun prestito erogato ai debitori nell’ambito della convenzione-quadro, “Credit Facility Agreement”, inerente al complesso dei prestiti successivamente stipulati da ISPA a partire dall’esercizio 2009.

La documentazione afferente alla procedura di liquidazione e la pertinente nota istruttoria[24] hanno evidenziato che l’intero peso economico della operazione è stato accollato allo Stato, il quale si è assunto l’onere del rimborso dei titoli emessi, liberando la subentrata Cassa Deposti e Prestiti dai rapporti contrattuali che avrebbe ereditato senza l’intervento “a piè di lista” dell’Erario.

Le banche finanziatrici hanno sottoscritto con il Ministero dell’economia e delle finanze un accordo consistente nell’assunzione da parte dello Stato di tutti i rapporti ereditati dalla disciolta società.

Dalla documentazione acquisita in istruttoria è emerso che la Società non si era limitata ad emettere prestiti obbligazionari, ma aveva anche adottato operazioni di copertura attraverso la sottoscrizione di swap[25]. Questi derivati  – come è noto – presuppongono una gestione continua, al fine di adottare le opzioni più favorevoli consentite durante il lungo arco della loro durata.

Gli istituti coinvolti nelle operazioni finanziarie in questione sono BEI, JP Morgan Chase, Banca Opi S.p.A, diverse banche tramite Agenzia di Societè Generale, Morgan Stanley, Lehman Brothers, UBS limited e Depfa Bank. Continua a leggere

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rovesciare il frame

Rovesciare il frame

“ti ringrazio per non avermi mai capito, poiche’ da questo ho imparato tutto” (S. Kierkegaard)

rovesciareilframe

1.

Il termine comunicazione ( Abbagnano) designa il carattere specifico dei rapporti umani in quanto sono, o possono essere, rapporti di partecipazione reciproca o di comprensione. Dunque, il termine risulta sinonimo di “coesistenza” o di “vita con gli altri” e indica l’insieme dei modi specifici con cui la vita umana puo’ atteggiarsi. “E’ con tutta la propria organizzazione sociale e quindi con tutto il proprio comportamento, che l’uomo comunica “( F. Rossi Landi). Essere, afferma M. Bacthin, significa comunicare, significa essere per l’altro, e attraverso l’altro, per se’. La vita per sua natura e’ dialogica, “vivere significa partecipare a un dialogo”. La comunicazione e’ una prerogativa del vivente e si puo’ dire che vita e comunicazione coincidono, che la comunicazione non e’ nulla di diverso dal processo stesso della riproduzione sociale. (E per riproduzione sociale s’intende, “l’insieme di tutti i processi per mezzo dei quali una societa’ sopravvive, accrescendosi o almeno continuando a sussistere”, F.R.Landi). I sistemi segnici, di cui il linguaggio verbale e ‘ solo una parte, sono il motore della riproduzione sociale e allo stesso tempo vengono prodotti, scambiati e consumati in questa. La comunicazione pertanto, non e’ riducibile al modello del pacco postale: al passaggio d’informazione da un emittente a un ricevente in base ad un codice ( secondo un modello della comunicazione astratto ed applicabile alle macchine). Continua a leggere

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la libia, la guerra, i nuovi goti, i nuovi vandali assediano l’impero

la libia, la guerra, i nuovi goti, i nuovi vandali assediano l’impero

L’economia del confine e’ la gestione dei flussi e dei movimenti dei corpi tanto all’interno di solidificate comunita’ illusorie che al loro esterno. La linea del confine e’ un invenzione mobile, una trincea che si sposta, che si apre e si chiude in funzione del contenimento dei movimenti planetari dei corpi. Recinzioni, blocchi navali, sofisticati apparati di controllo e intercettazione, muri e varchi controllati, mafie e trafficanti di uomini vegliano sui flussi e sulla circolazione caotica dei corpi. Quando questi flussi-movimenti di corpi rompono i margini, le barriere, sommergono gli argini dei canali di comunicazione tollerati, la loro amministrazione “ordinaria”, il quotidiano conflitto a bassa intensita’ che si gioca attorno ad essi si trasforma in guerra vera e propria. L’attuale estesa disponibilita’ di mezzi di comunicazione-trasporto risultato del moderno sviluppo tecnologico offrono a milioni di corpi la possibilita’ di raggiungere i loro oggetti di desiderio (reali o illusori che siano). Di fatto, gia’ la sola diffusione planetaria delle reti di comunicazione digitale, dei nuovi e vecchi media, attraverso la visione di modelli di consumo e stili di vita desiderabili, mette in movimento, anche solo immateriale, vasti segmenti della popolazione mondiale che sono localizzate in “aree depresse”. Non solo il binomio poverta’-crescita demografica ma anche la relazione tra comunicazione globale, diffusione di modelli di vita e desiderio di darsi un altra vita alimentano le spinte migratorie. All’interno delle vecchie comunita’ illusorie la gestione dei flussi migratori dei corpi si attua modularmente, attraverso l’uso ora flessibile ora piu’rigido del concetto giuridico di “cittadino” integrato con il concetto di “sicurezza”. Lo straniero e’ il non-cittadino, colui che si colloca fuori dalla comunita’dei cittadini organizzati nella forma di uno Stato e che gia’ solo per questo rappresenta una minaccia. Al loro esterno il controllo e l’amministrazione delle correnti migratorie assume un carattere sempre piu’ emminentemente militare e poliziesco.
Libera mobilita’ di capitali e merci e frontiere contro la circolazione delle persone, di flussi umani che sfuggono alla presa di una razionalita’ puramente economica ( che non si comportano come “fattori di produzione” ne’ come fattori mobili di “riequilibrio-livellamento dei salari “nazionali”…) e si mettono in movimento contro la “mal vie”. Il comportamento collettivo della fuga e’ un rifiuto attivo dell’assoggettamento a determinati livelli dati di sfruttamento, di aspettative e desideri. Questo grande rifiuto espresso nelle “rivolte del mediterraneo” viene oggi bombardato dagli aerei della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”. Piu’ che far fuori Gheddafi si tenta di contenere, ricanalizzare, ricongelare la defezione, la diserzione sociale di massa dalla “cattiva vita”. L’obiettivo e’ paralizzare quel flusso inarrestabile di uomini e donne che e’ attualmente l’unico vero, credibile, concreto agente di trasformazione e mutamento dei rapporti di sfruttamento dominanti, di lotta contro insotenibile processo capitalistico di accumulazione e distribuzione ineguale delle disuguagliane, della qualita’ e delle prospettive dell’esistenza delle persone. Queste “fratture” create da una diseguale accumulazione della ricchezza possibile della vita che gli individui tentano di aggirare e attraversare sono sia esterne che interne alle comunita’ illusorie piu’ o meno storicamente cristallizzate dei “cittadini”. Le turbolenze e gli uragani che sconvolgono il mediterraneo annunciano l’attacco delle “tribu’ nomadi” contro i sedentari europei che ormai da molti decenni si affannano nel tentativo di addomesticare o sopprimere questi flussi umani visti come “destabilizzanti” e “distruttivi” del lo stile di vita. Ora, ultima ratio, la minaccia del “caos” viene fronteggiata con la guerra. Vortici, fiamme, onde d’urto, il disordine, il rumore generato dal moto caotico di milioni di molecole umane atterrisce l’europa. La soluzione ai problemi posti dai densi flussi di corpi che assediano l’occidente e’ la “guerra diffusa”, le “rappresaglie” militari, che riduce la mobilita’ umana nel breve periodo e che la intensifica nei tempi lunghi.

A dicembre 2010, amesty international, dichiara che Secondo le autorità libiche, ci sono oltre tre milioni di “migranti irregolari” in Libia, molti provenienti da altre parti dell’Africa.
A febbraio 2011, “l’agenzia di protezione delle frontiere”-Frontex ha valutato che i potenziali migranti dall’africa insieme alle migliaia di libici in fuga in seguito ai disordini che attraversano il paese si aggirano su una cifra tra 750.000 e 1,5 milioni.

“In Libia, cittadini stranieri, inclusi i rifugiati, i richiedenti asilo e i migranti sono particolarmente vulnerabili e vivono nella paura costante di essere arrestati e detenuti per lunghi periodi, torturati o altrimenti maltrattati”, ha dichiarato Malcolm Smart, direttore dell’Ufficio di Amnesty International per il Medio Oriente e Nord Programma Africa.

La tortura e altri abusi dei rifugiati, richiedenti asilo e migranti in Libia è sistematica. Nonostante questo, nel mese di ottobre, la Commissione europea ha firmato un “programma di cooperazione” con le autorità libiche sulla “gestione dei flussi migratori” e “controllo di frontiera” fino al 2013, secondo il quale la UE verserà Libia 50 milioni di euro.

Nel frattempo, un più ampio “accordo quadro” tra l’UE e la Libia è in corso di negoziato, anche al fine di consentire la “riammissione” in Libia di cittadini di “paesi terzi” che entrano nell’UE dopo che sono transitati attraverso la Libia.
L’UE ei suoi Stati membri chiudono gli occhi davanti alle continue violazioni dei diritti umani in Libia, pur di ottenere la cooperazione della Libia, al fine di arginare il flusso di persone che giungono in Europa dall’Africa. Di tutti i crimini commessi da Gheddafi oggi piu’ che mai va ricordato quello della sua complicità nella politica di immigrazione dell’Unione europea, in particolare dell’Italia.

In un discorso televisivo alla Francia in una domenica di inizio marzo, Sarkozy ha detto che “dall’altra parte del Mediterraneo, e’ in corso un immenso sconvolgimento”; “Creando la democrazia e la libertà contro ogni forma di dittatura, queste rivoluzioni possono aprire una nuova era”; “Dovremmo avere un unico obiettivo: Aiutare queste persone che hanno scelto di essere libere”: ma dopo la retorica di rito ha messo in guardia l’Europa pche potrebbe otrebbe affrontare un onda “incontrollabile” di profughi in fuga Nord Africa se le agitazioni continuano: “Non sappiamo quali sono le conseguenze di questi eventi sui  i flussi migratori”.

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l’autonomia impossibile


Quanto minore e’ la forza sociale posseduta dal mezzo di scambio, quanto piu’ esso e’ ancora connesso alla natura del prodotto immediato del lavoro e ai bisogni immediati degli scambianti, tanto maggiore deve essere la forza della comunita’, la quale lega insieme gli individui, rapporto patriarcale, comunita’ antica, feudalesimo e sistema corporativo.
Mentre nel rapporto di denaro, nel sistema di scambio sviluppato (e quest’apparenza seduce la democrazia), i vincoli di dipendenza personale, le differenze di sangue, di formazione ecc. sono effettivamente saltati, lacerati (i vincoli personali appaiono almeno tutti come rapporti personali); e gli individui sembrano indipenmdenti (questa indipendenza che in generale e’ una mera illusione e piu’ correttamente andrebbe chiamata equivalenza, nel senso di indifferenza), sembrano liberamente entrare in contatto reciproco e scambiare in questa liberta’; si presentano pero’ in questa luce solo a chi astrare dalle condizioni di esistenza entro le quali questi individui entrano in contatto. Si tratta di una connessione spontaneamente naturale di individui all’interno di determinati e angustamente limitati rapporti di produzione. Continua a leggere

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il futuro e’ gia’ qui. lavoro creativo alla Foxconn

 

"Non è un negozio di dolciumi è una fabbrica ma, perdiana, ha ristoranti, cinema, ospedali e piscine. Per essere una fabbrica è molto carina". – Steve Jobs, amministratore delegato di Apple –

Foxconn Technology Group è un’enorme azienda (800.000 dipendenti in tutta la Cina) che produce componenti elettronici e rifornisce giganti come Apple, Dell, Nokia ,HP, Sony, Nintendo, Intel, Gateway, Cisco, Motorola…Proprieta’ Hon Hai Precision Industry Taiwan.

"Siamo costretti a lavorare per 12 ore al giorno, sei giorni a settimana, assemblando prodotti che non potremo mai comprare".
"È una vita normale, uguale a quella che conducono gli operai nelle altre fabbriche della zona: si lavora, si mangia e si dorme. Niente di più". – operai della Foxconn –

Dall’inizio dell’anno almeno 11 operai si sono suicidati – da gennaio 2010: undici suicidi, due tentativi falliti, sedici sventati e trenta prevenuti dagli psichiatri –

"Non si tratta di una fabbrica di schiavi". -Steve Jobs –
L’azienda ha chiesto un impegno scritto a non suicidarsi e poi ha concesso un aumento di stipendio del 30 per cento, sempre per fermare i suicidi.
I titoli Hon Hai hanno chiuso al ribasso del 4% al livello più basso negli ultimi nove mesi, 1,3% in meno per mentre i titoli Foxconn hanno perso l’1,4% a Hong Kong.
L’aumento dei salari secondo Jp Morgan potrebbero ridurre del 10% i profitti di Hon Hai.

Agitazioni per aumenti salariali sono in corso in tutto il sud industrializzato della Cina.

“Sebbene ogni suicidio sia tragico, il tasso di suicidi di Foxconn è ben più basso rispetto alla media cinese. We are all over this” ( la media nazionale cinese e’ di 16 suicidi per 100mila lavoratori) – Steve Jobs, amministratore delegato di Apple –
“Cosa significa ‘we are all over this’? Come indagini? O chi se ne importa? […] Quando sono stato licenziato per avviare un sindacato, comprai il mio primo Mac. Ho sempre pensato che Apple fosse responsabile socialmente. Ho persino smesso di fumare per acquistare un iPad. Forse dovrei ripensarci. Specialmente se sei sopra “over” 12 morti”. – Jay Yerex, ammiratore di Apple e di Steve Jobs –

Apple oggi gira alla Foxconn il 2.3% degli introiti derivanti dalla vendita dei propri prodotti usciti dagli stabilimenti del gruppo orientale. Tale percentuale potrebbe salire però al 3% riconoscendo così un simbolico premio di produzione ai dipendenti.

"E’ stato chiesto di firmare una lettera in cui gli operai promettono di non suicidarsi e anche ad acconsentire di esser mandati in istituzioni psichiatriche se cominciano ad apparire in <uno stato mentale o fisico abnorme>: una scelta: <per il mio bene e quello degli altri>". – Foxconn ai dipendenti –

"Apple si impegna a garantire che le condizioni alle sue catene di produzione siano sicure e che i dipendenti siano trattati con rispetto e dignita’. Un team di Apple sta valutando le risposte che hanno dato a questi tragici eventi e continueremo le nostre ispezioni nelle fabbriche dove vengono assemblati i nostri prodotti". – Ma si e’ rifiutato di chiarire se anche gli iPad, come l’iPhone, siano assemblati negli stabilimenti di Foxconn –

A Hong Kong, i sindacati hanno invitato a boicottare le nuove generazioni di iPhone, assemblati dalla Foxconn.
Nella fabbrica vengono prodotte componenti di PlayStation 3, Xbox 360, Wii, iPod, iPhone e iPad…
“Nel 2008 abbiamo stabilito le Nintendo CSR Procurement Guidelines. Chiediamo che tutti i nostri partner, incluso Foxconn, seguano queste linee guida basate su leggi e standard internazionali." – Nintendo –

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Tony Negri : cari compagni, cazzi vostri!

 

Il partito preso della vita e’ un partito preso politico.

Rovesciare la prospettiva significa sostituire la conoscenza con la prassi.

La conoscenza e’ inseparabile dall’uso che se ne fa.

La liberazione reale e’ la fine dello spettacolo non un suo surrogato, un’allucinazione provocata.

il mondo e’ gia’ stato filmato, adesso si tratta di trasformarlo…

 

Tony Negri intervento Digital Commons 8 maggio

Tony Negri Digital Commons 9 maggio conclusioni

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C’era una volta l’autonomia operaia

appunti….

I tentativi di restaurare una "ragione oggettiva" del comunismo sono insostenibili perche’ l’universo sociale non contiene un’ordine inesorabile. Con questi tentativi non si approda a nulla. In questa mitologia che ha il merito di voler mantenere la corrispondenza fra linguaggio e realta’, la possibilita’ di integrare soggetto e oggetto, parola e cosa si dimentica che il regime dell’ingiustizia sociale e’ fondato proprio su quest’armonia continuamente smentita. E le teoprie antintellettualistiche, romantiche e regressive per i quali in definitiva la liberazione non e’ che un processo interiore sono vuote ideologie funzionali all’idolatria dell’economico, del politico, del capo, del successo, del denaro etc….Come scrisse una volta T.W.Adorno, una contraddizione come quella tra la determinazione, che il singolo sa come propria e quella che la societa’ gli impone, se vuole guadagnarsi da vivere, il <<ruolo>>, non e’ eliminabile, senza manipolazione, senza l’inserimento di miserevoli concetti sovraordinati, che facciano scomparire le differenze essenziali. Un tipico esempio di un simile concetto sovraordinato,ausilio ideologico della "sussunzione logica" della vita al lavoro (cioe’ al capitale), e’ quello oggi corrente di "societa’ post-industriale-ipertecnologizzata" (societa’ dell’informazione e della "fine del lavoro"). Questo concetto prescinde dai rapporti sociali di produzione rifacendosi alle forze produttive tecniche, come se il loro livello decidesse immediatamente sulla forma sociale.

Quando Marx nella "Critica al programma di gotha" obietto’ ai lassalliani che il lavoro non e’ l’unica fonte della ricchezza sociale – come si era soliti ripetere tra marxisti
volgari – con cio’ espresse (filosoficamente) che il lavoro non deve essere ipostatizzato in nessuna forma, sia della fatica delle mani che della "produzione intellettuale". Tale ipostasi non fa che alimentare l’illusione del prevalere del "principio creativo". Questo principio diventa vero solo in rapporto a quel "non-identico" per cui Marx scelse
dapprima il nome rozzo ed anche troppo ristretto di "natura", poi di "materiale naturale" ed altri termini piu’ o meno ipotecati. Il lavoro sociale e’ lavoro su qualcosa…Anche solo nel linguaggio, il "qualcosa" ricorda la "materia", il non-identico che sfugge al principio d’identita’ del lavoro senza fine, del dominio. L’unita’ che salda i momenti e fasi discontinui, caoticamente disgregati della storia, e’ quella del dominio sulla natura, progrediente nel dominio sugli uomini ed infine sulla natura interiore degli individui, propriamente umana, nella misura in cui si manifesta sotto forma di passioni. Continua a leggere

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peace, love and Linux&quot

Nella societa’ e nell’epoca della "fine del lavoro" la gente lavora a morte e tutta la vita e’ organizzata intorno al lavoro: si vive per lavorare, non si lavora per vivere. Le macchine, lo strumento piu’ potente per ridurre il tempo di lavoro, nel loro uso capitalistico, si trasformano in mezzi per imporre piu’ lavoro e ancora piu’ lavoro. Mentre i mainstream della rivoluzione hanno annunciato, con acuti squilli di tromba, che il lavoro, in preda ad una metamorfosi che lo rendera un affare del tutto etereo, che e’ ormai agonizzante e in via di estinguersi la vita e’ ridotta a riproduzione della forza-lavoro. L’aumento della produttivita’ del lavoro, grazie all’applicazione tecnologica della scienza alla produzione, non ha liberato la classe ma ha permesso al capitale di allargare l’imposizione di lavoro (formale e informale) a tutta la vita. Dopo che l’occupazione della societa’ da parte del lavoro si e’ compiuta ora, il capitale, si preoccupa di intensificarla e rinnovarla, di rivoluzionarla continuamente con l’uso della "forza-invenzione" che lavora a creare inedite frontiere del consumo e della, nuove merci e quindi nuovo lavoro. Le idee che fanno lavorare di piu’ e in modo sempre diverso (produttivo) infatti, oggi, si vendono molto bene sul mercato. Si e’ tanto andati avanti su questa strada che persino la liberta’ a suo modo rende. Il capitale di fatti e’ cosi’ dialettico che non si e’ arreso alla prima difficolta’: come si possono guadagnare dei soldi da qualcosa che non solo e’ libero ma anche gratuito (duplicabile senza consumarsi) come il software libero?:

L’impresa esiste per la comunita’ ma, soprattutto la comunita’ lavora per l’impresa. Questi sono i tempi della "cittadinanza aziendale" e di un’etica impossibile, quella del profitto… I manager dell’IBM sognano, insime ad Oracle, Sun Microsystems & company, che il software libero eroda quote di mercato, cioe’ di potere, di Microsoft fino alla sua sconfitta…L’IBM sui muri d’America ha scritto il suo grido di guerra: "peace, love and Linux&quot".

In Europa e in Italia si sta compiendo una colossale migrazione dei sistemi informatici verso soluzioni Open Source, nei settori dell’industria, dell’impresa e della Pubblica Amministrazione. Il software libero rispetto al software proprietario ha il "vantaggio competitivo" di offrire un elevato "Capitale Sociale" capace di integrare attivamente la "comunita’ degli utenti/consumatori" e soprattutto di fornire innovazione gratuita alle imprese. Continua a leggere

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