berlusconi, lo stato mediatico totalitario

Ci siamo dentro. E’ il primo Stato Mediatico Totalitario integralmente
realizzato sull’onda dell’ultima "rivolta dei privilegiati". O’sistema…mediatico, potere del denaro, il potere del padrone ha
portato a termine la "mutazione antropologica" degli italiani che
afferrati in un vortice di illusioni brutali mischiano fatti e
mitologia, oggetti e uomini. Enrichissez vous! ( Arricchitevi!):
La guerra psicologica e’ stata condotta a termine, ora che "il popolo"
e’ in overdose da stereotipi (del denaro, della razza, del
decisionismo) il governo si prepara al confronto violento, all’utilizzo
della forza militare dello Stato contro gli ultimi oppositori
(comunisti, anarchici, vagabondi, gente che reclama i suoi dirittti). I
fatti
stanno per essere definitivamente raddrizzati e l’intero paese liberato
dalle distorsioni percettive di una "minoranza" di poveri che credono
di essere poveri, di disoccupati che pensano di essere disoccupati, di
precari convinti di essere precari, di sfruttati che ancora si sentono
sfruttati.

Il "despota illuminato",
il cavaliere Berlusconi, e’ pronto ad istituire uno Stato di polizia,
radere al suolo i dirittti sociali e la democrazia mentre milioni di
suoi concittadini, come polli a cui è stata tagliata la
testa, gli corrono intorno in modo vivace. L’italia deve diventare
un’immensa workhouse (casa di lavoro), il programma "dell’inevitabile
stato maggiore delle liberta’" e’ chiaro: reimporre la feroce
disciplina del lavoro. Rieducare i lavoratori e le lavoratrici italiane
con forme severe e punitive di internamento: il carcere, il manicomio,
le comunita’, la "comunita’ nazionale"…Il regime ha la sua
prospettiva bibblica : <<con dolore ti procurerai il cibo per
tutti i giorni della tua vita

(…) 

con il sudore della tua fronte mangerai il pane finché tornerai alla
terra>> (Gen 3,17-19). Come ricordava B.Russel in "elogio
dell’ozio": <<L’etica del
lavoro e’ l’etica degli schiavi(…) Questa è la morale dello
stato schiavista, applicata in circostanze
totalmente diverse da quelle in cui sorse…>>

"L’imprenditore che fa miracoli" pensa "solo a lavorare per
risolvere i problemi degli italiani": fabbrica il cielo e fissa
le stelle al loro posto mentre canta il grande inno del Dio
creatore nel quale l’uomo "esce al mattino al suo lavoro, per la
sua fatica fino a sera" e come una rockstar quasi in odore di santita’ guida la guerra santa contro
"l’ozio nemico
dell’anima".

Il "recordman nazionale delle persecuzioni giudiziarie" lo ha
comunicato esplicitamente in italia sta’ per essere restaurato lo Stato
etico del lavoro contro "l’anarchia": "Bisogna seguire decisioni prese democraticamente
anche
attraverso l’uso della forza". "Noi abbiamo imposto le decisioni dello Stato e cosi’ faremo
anche in futuro, cosi’ come e’ successo a Napoli, e in Campania, dove
abbiamo riportato lo Stato di civilta’ attraverso anche l’uso delle
forze militari".

Lo "stato di civilta’" imposto "attraverso anche l’uso delle
forze militari" tradotto in termini meno magniloquenti significa:
"grandi opere" contro la "follia degli ecologisti", business e
speculazioni senza restrizioni contro la "magistratura che impone
difficolta’ a chi rischia e porta
lavoro"; Tav, ponte sullo stretto, rigasificatori e centrali nucleari
contro le "minoranze locali", i "blocchi" che "non sono espressione di
democrazia, ma
spinte anarchiche." (<<Abbiamo usato l’esercito in Campania e lo
impiegheremo ancora per difendere i cantieri>>.-Qualsiasi protesta sara’ preventivamente bollata
come<<manifestazioni organizzate da minoranze>>: <<lo
Stato è tornato a fare lo Stato>>.)

Dal Vangelo secondo Silvio ai missionari e agli apostili del
partito della liberta’ il messaggio e’ limpido: l’occidente deve
riconoscere la superiorita’ della sua civilta’ che ha garantito un
"benessere largo" che in Italia si puo’ toccare con mano attraverso
l’alto numero di automobili rispetto alla popolazione, il maggior
numero di case di
proprietà nelle singole famiglie, per il fatto che tutti sono dei
grandi
playboy e i ragazzi mandano almeno dieci messaggi al giorno alle loro
tante
ragazze.
Il rischio che corre l’Occidente è che di la’ c’è un Islam fiero di difendere e imporre i propri valori,
di qua il nulla, il nichilismo, la dimenticanza delle proprie radici.

La
formula del successo occidentale si riassume in tre parole:
lavoro, lavoro, lavoro: Il paese si
rialza se si rialzano le imprese: la difesa della "civilta’
occidentale" e la "rinascita della nazione" passano per l’etica del
lavoro, l’abolizione dei sindacati,la liberta’ di licenziare, la
sostituzione degli aumenti salariali con compensi di
"natura spirituale". Il disagio sociale è grande come l’inflazione ed è
una malattia che bisogna
curare, non con l’intervento pubblico ma, con un massiccio rilancio dei
"valori morali e religiosi." Dopotutto la media degli italiani a cui
bisogna parlare "è un ragazzo di seconda media che nemmeno siede al
primo banco…": l’informazione e’ destinata ad un’èlite che comanda
mentre per il  "popolo" bastano i quotidiani sportivi, la tv spazzatura
e la minaccia del castigo dell’inferno.

Appena
battuto il
"comunismo occulto" che vuole eliminarlo con l’uso della "giustizia
politica", liquidato quel male della democrazia che e’ la magistratura,
ritoccata l’architettura dello Stato lui, "il miracolo che cammina",
liberera’  l’economia del profitto privato e dei costi socializzati da
qualsiasi condizionamento. Finalmente lo Stato sarà sempre più
"Nazione" in grado di rispondere
all’istinto anarchico che si insinua nella società libera della
globalizzazione, capace cioe’ di difendere la "nostra identità" con la
tutela dei "nostri interessi economici." Il ragionamento e’ elementare:
"L’Italia e’ un sistema
produttivo di cui tutti gli italiani sono i produttori. L‘integrità
nazionale è quindi l‘asse
portante per il benessere dell’Italia": Arbeit macht frei!
Nell’edificazione
italiana "dell’ordine nuovo" ha un ruolo centrale la costituzione di un
"fronte del lavoro" che esalti i valori del produttivismo e
dell’impresa, della collaborazione tra la borghesia e la "classe
nazionale", di una gerarchia in cui ciascuno deve stare al suo posto,
"nel proprio mucchio di letame, per gridare: "e’ Mio"!, sotto la mano
del paternalista del padrone per la competitivita’ nel mercato
mondiale. L’azienda Italia per funzionare deve ritrovare "il sentimento
di essere nazione e di essere uno Stato fondato sulla nazione" per
ristabilire la "cooperazione" tra Stato, impresa e lavoro.

L’inserimento competitivo dell’Italia nell’economia mondiale si attua attraverso l’autorità dello Stato "come forza morale e
potere reale che compie le condizioni che consentono la fiducia dei
cittadini nelle loro attività economiche."
Il
"popolo" con il volto di una persona, quello di Berlusconi, attraverso
"la forza dello Stato" salvera’ l’italia dalla crisi, superera’ "la
questione sociale come oggetto dello Stato" (visto che
lo Stato non è più decisore sul tema dei livelli sociali, ma lo è il
mercato mondiale), garantira’ il "nord-est" che sostiene la presenza
italiana nel mercato mondiale.
Il
partito di Berlusconi, alla faccia della retorica del "libero mercato"
e del "liberalismo" segna una convergenza effettiva con "la destra
tradizionalista e integralista" (ex neofascista e neonazista),
assumendo come riferimento ideologico "la nazione" (fondamento umano e
culturale dello Stato), in un quadro comunitarista e neocomunitario
(vincolo etico ed etnico), composta da una federazione di "comunita’
territoriali"…

 

 

 

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