no job, no income, no assets/nessun reddito, nessun lavoro, nessuna garanzia

Il presidente degli USA dallo studio ovale posizionato nel
parallelepipedo bianco di Washington, nel corso di una conferenza
stampa, dopo aver precisato di non essere ubriaco, ha affermato: "Il
sistema bancario è solido, anche se le famiglie americane stanno
affrontando un periodo difficile". Ad ogni modo, al di la’ delle sue
rassicurazioni sullo stato dell’economia, nello stato piu’ popoloso
degli Usa, la  California, "molti comuni hanno creato dei
parcheggi speciali dove chi ha perso la casa potrà recarsi
la notte per
dormire in macchina. A motori spenti, perché il carburante
ha già costi
inaccessibili." Il signore Bush nel mentre dichiarava che il sistema
bancario Usa e’ fondamentalmente solido ha invitato il Congresso
ad approvare "in tempi rapidi" il piano di salvataggio delle due
societa’ semipubbliche che finanziano e assicurano circa la metà
dei mutui casa statunitensi: Fannie Mae e Freddie Mac. Dopo il
fallimento-commissariamento di Indymac bank, dopo che il Tesoro
americano e la Fed hanno salvato Bear Stearns, gli investitori
 passano il tempo a scommettere su quali saranno le prossime
banche a dichiarare bancaratta.

L’economia globale è in "un momento molto difficile",
in Italia le cose vanno anche meno bene, ma Brunetta ministro
della funzione pubblica, nonche’ consulente economico personale del
berlusca, dichiara alla stampa: <<Non facciamo i piagnoni, per
favore. Non diciamo che le famiglie in
Italia non arrivano a fine mese. Evitiamo una crisi di fiducia,
perché
l’economia reale va, c’è dinamismo nel Paese. Non sottovaluto i
segnali
critici ma non drammatizzerei. Basta guardare le piccole aziende e il
dato dell’aumento dei posti di lavoro>>.

Nel resto del mondo cresce il panico; i titoli bancari cadono ai minimi
storici, le borse bruciano miliardi di dollari in pochi giorni di
contrattazione; le autorita’ monetarie americane non riescono a
rimettere in equilibrio il sistema. In epoca di neoliberismo selvaggio, per il momento,
e’ l’intervento pubblico ad evitare il collasso del sistema creditizio
e finanziario: alla faccia dell’ideologia del libero mercato…

Il fondamentalismo del mercato, questa religione del denaro, nonostante
l’imminenza di un disastro finanziario globale, impone ai suoi
discepoli di recitare il mantra di Mlton Friedman: il sistema
capitalistico e’ un sistema stabile.
Questa
cosa Friedman l’ha ripetuta continuamente sin da quando alla sua scuola
si formarono
gli economisti di quel regime di torturatori guidato dal generale
Pinochet in Cile…Il mercato si "autoregola"…la "mano
invisibile"…: ci manca solo lo "spirito del mondo" e quello santo per
fare dell’economia una vera e’ salda scienza…

Inflazione. Eccesso di speranze ed illusioni.
Puoi scommettere su tutto, sulla crescita o sul fallimento, sulla pace
o sulla guerra, sul bello e sul cattivo tempo(x). Le banche centrali lavorano tutte in modalita’ panico.
La Federal Reserve statunitense, ma non solo-vedi Bce, per evitare il
collasso finanziario, salvare gli insolventi-evitare effetti domino,
continua ad iniettare liquidita’; le banche sono assetate: il mercato
viene inondato di denaro, cosa che comporta un irrimediabile aumento
dell’inflazione: a questo punto i maghi della finanza e i governi
annunciano che per evitare che il genio dell’inflazione esca fuori
dalla lampada bisogna contenere i salari…che bisogna scongiuraree
"l’esistenza di forme di indicizzazione delle retribuzioni nominali ai
prezzi al consumo che comporterebbero il rischio di shock al rialzo
sull’inflazione; cio’ innescherebbe una spirale prezzi-salari con
ricadute negative sull’occupazione e sulla comptitivita”’.
Tradotta in soldoni, questa formula ci dice che la speculazione
finanziaria, ieri sui mutui e oggi sulle materie prime, per non parlare della "finanza creativa", ha creato una
situazione disastrosa tale che per evitare il panico e i crolli e i
fallimenti delle istituzioni finanziarie le banche centrali sono
costrette ad ennegare i mercati di denaro: che crea inflazione: che la
devono pagare i lavoratori…Non fa’ una piega…

Forse, prima di mettersi ad accerchiare improbabili "grandi del mondo"
e altrettanto improbabili organismi internazionali di governo, i
cosiddetti "movimenti" dovrebbero accerchiare e assaltare le banche, le
borse, le istituzioni finanziarie internazionali. Ad esempio a Karachi,
Lahore e Islamabad gli "investitori/risparmiatori" (non erano dei "no
global") hanno attaccato le borse cercando di distruggerle…

Come si suol dire, “no job, no income, no assets”/"nessun reddito,
nessun lavoro, nessuna garanzia".

La
politica monetaria espansiva, soprattutto americana, si estende, quasi
automaticamente, ad altre aree del mondo spingendo l’inflazione verso
livelli a due cifre. La Bce dal canto suo si limita a contrastare gli
effetti  della "spirale
prezzi-salari innescata dai rincari delle materie prime": cioe’
impedisce alle "parti sociali" di recuperare il potere d’acquisto perso
a causa della speculazione sulle materie prime.
E allora, come se non bastasse quanto gia’ fatto: Dolorosi tagli alla spesa sociale.
Sobrieta’. Crisi finanziaria-Recessione economica-Aumento della
disuguaglianza sociale:
Bisogna
ri-finanziare i finanzieri…E’ necessario dare inizio ad un ciclo di
distruzione per rimuovere gli attuali ostacoli all’accumulazione
capitalista. Il collasso ci sara’, e non riguardera’ il capitalismo ma
tre quarti dell’umanita’.
"AAA"

Deregulation-Euforia-Crisi-Ri-regolazione…Il capitalismo senza crisi
non esiste. La  "speculazione"
è endemica nel capitalismo.
Il sistema
finanziario è una vasta struttura di
sfruttamento dove i capitalisti si rappresentano come i creatori assoluti della ricchezza; dove  l’ accumulo della ricchezza sembra verificarsi senza alcun coinvolgimento diretto nella produzione. Ma il
capitale finanziario distribuisce  ridistribuisce le
eccedenze di valore creato nel processo di produzione reale. Per
quanto vaste
e "creative" possano essere, le reti finanziarie in ultima istanza dipendono dalla produzione e dai tassi di profitto. Il
volume di "capitale fittizio" è aumentato in modo enormemente
più veloce rispetto al volume di capitale "reale". Non e’ una
distorsione. La finanziarizzazione del capitale rappresenta la massima
socializzazione del rapporto capitalistico di produzione. Biofinanza?

La
finanziarizzazione del capitale e’ stata una potente leva  per la
generalizzare la subordinazione della vita al lavoro, per imporre la
mercificazione di ogni attivita’ umana, per imporre il principio del
valore di scambio, questa relazione sociale di sfruttamento all’intera
societa’, all’essere, contro ogni forma vitale che ha tentato e tenta
di superare questi limiti…
il lavoro vivo e’ inconmensurabile….il salario, il salario sociale e’ il potere della classe operaia contro il lavoro.
———————–

"la conclusione delle crisi storiche ha costituito non solo l’inizio
delle espansioni economiche, ma anche delle successive crisi. Ciascuna
crisi si basava non solo sulle precedenti espansioni e crisi, ma anche
sui modi in cui le crisi passate venivano risolte attraverso specifici
processi di ristrutturazione del capitale, lotte sociali e
ricomposizioni di classe, intervento statale nonche’ cambiamenti nel
mercato mondiale, nelle relazioni politiche internazionali e nella
divisione internazionale del lavoro. Un forte filo di continuita’ nel
cambiamento e’, dunque, intessuto nella storia delle crisi
capitalistiche. Piu’ specificatamente, le <soluzioni> alle crisi
passate sono divenute i <problemi> di quelle successive."

" (…) il capitalismo politico, la  fabbrica sociale e la
societa’ amministrata sono divenuti dei limiti a se stessi. La crisi
risultante e’ stata, dunque, una crisi della relazioni del capitale con
la classe operaia in particolare e con lo Stato e la societa’ in
generale.(…) lo sviluppo del potere della classe operaia  e’
divenuto un ostacolo per le forze di produzione ed il processo di
accumulazione. Si ritiene che esistano al riguardo tre forme di
contrattacco capitalistico.  Le prime due consistono
nell’espellere lavoro vivo dalla produzione. La terza comporta la
suddivisione delle unita’ manufatturiere e la sostituzione
dell’esercito industriale di riserva provenienti da ogni parte del
mondo e, quindi, la frantumazione della forza lavoro(…)

la prima forma di contrattacco capitalistico puo’ essere descritta come
sostituzione  del lavoro pagato con lavoro non pagato sotto forma
di servizi autoprodotti, ad esempio self-service al ristorante,
distributori automatici di benzina, telecomunicazioni, ritiro di auto
nuove direttamente dalla fabbrica ecc…

Il secondo contrattacco capitalistico e’ la ristrutturazione del
capitale sotto forma di automazione o di processo di produzione
integrato, di miniaturizzazione dei processi produttivi e via dicendo,
fattori che trasformano gli operai occupati in popolazione
<eccedente> disoccupata per periodi piu’ o meno lunghi. A sua
volta, il lavoro eccedente ricrea le condizioni per la riproduzione del
piccolo capitale, che si regge su elevati tassi di sfruttamento e
flessibilita’ massima nell’uso della forza-lavoro, condizioni che si
determinano sia spontaneamente sia attraverso le strategie di
subbappalto messo in atto dalle grandi imprese. Gli operai impiegati
dal piccolo capitale, dove non esistono <regole di lavoro ben
precise fissate  dal padrone> ne’ sono riconosciuti i diritti
dei lavoratori, costituiscono il cosiddetto segmento secondario del
lavoro <che non e’ condizionato ne’ gravato da strutture
occupazionali o vincoli istituzionali>.(…) Una delle conseguenze
della riproduzione del piccolo capitale e’ la nuova divisione e
segmentazione della classe operaia che viene accresciuta dalla
internazionalizzazione della produzione, dalla marginalizzazione di una
quota della popolazione urbana e dallo sviluppo dell'<economia
informale>. Un’altra conseguenza  e’ che i costi dei
cambiamenti economici e sociali (cioe’ la variabilita’ del capitale e
della riproduzione sociale) vengono fatte ricadere sui gruppi
ascrittivi sovra-rappresentati nel settore del piccolo capitale, ad
esempio donne, giovani, pensionati ecc., nonche’ gruppi etnici che
svolgono piccole attivita’ commerciali e lavori in subappalto.(…)

Il terzo contrattacco capitalistico nella lotta contro la classe
operaia industriale consiste nell’arruolare <operai clandestini>
e donne sposate e, comunque, operai provenienti dal Terzo Mondo
servendosi della <crescente segmentazione in fasi separate,
specializzate o coordinate (attraverso il subappalto) di processi
produttivi una volta integrati>, in breve servendosi della
interregionalizzazione ed internazionalizzazione del circuito
produttivo del capitale>.

Queste misure sono da considerare una completa benedizione per il capitale?

L’integrazione degli operai nelle funzioni del sistema, cioe’ che i
singoli operai e quadri vivano la propria vita in conformita alla legge
del valore o che il feticismo delle merci  e del capitale e
l’individualismo capitalistico siano universali. L’integrazione delle
funzioni del sistema, senza il dominio sociale sugli operai e la loro
integrazione in queste funzioni, e’ una vuota astrazione o una teoria
astratta.(…) l’integrazione sociale, la legge del valore non puo’
produrla da sola.(…) l’integrazione reale delle persone reali nelle
funzioni del sistema, richiede una qualche forma di legittimazione
sociale e di consenso politico.(…)

tradizioni, simboli, forme di legittimazione differenti svolgono
ovviamente un ruolo piu’ o meno rilevante nelle diverse congiunture
storiche(…) morali, forme di sensibilita’ estetica sono armi nella
guerra di classe.
Talvolta le forme di legittimazione sono costruite politicamente o
appaiono sul mercato come prodotti dell’industria culturale.(…)

La mercificazione dei bisogni tende a creare crisi economica, e allo
stesso tempo mina la capacita’ della societa’ di riassorbire la crisi,
per il sovvertimento delle infrastrutture sociali tradizionali, che una
volta funzionavano come <ammortizzatori della crisi>.(…) la
produzione di bisogni illimitati presupponeva che la classe operaia e i
lavoratori dipendenti fossero materialmente liberi da tutti i modi
abituali di vita, incluso i modi precapitalistici e semicapitalistici
di lavoro, e cioe’ che vi fosse una rottura con i modelli rigidi di
consumo, associati con l’epoca della manifattura, il lavoro artigiano,
le comunita’ etniche, la parentela, e l’indivisibilita’
sociale…ecc.(…)

La mercificazione <piena> della forza-lavoro, della produzione e
della soddisfazione dei bisogni presupponeva il sovvertimento della
famiglia, e la separazione degli uomini dalle donne, dei giovani dagli
anziani, dei sani dai malati ecc.
Una quota crescente dei costi totali e delle spese di riproduzione
della societa’ venne a cadere sul capitale e sullo Stato.(…)

l’intero processo di produzione economica…ha prodotto una crescente
socializzazione degli esseri umani. La stessa socializzazione e’
divenuta un bisogno umano fondamentale…D’altra parte, in condizioni
di alienazione, questa socializzazione e’ sempre associata con il
bisogno contemporaneo di liberarsi di essa e ritirarsi in forme private
di esistenza..
Questa e’ una causa della frammentazione ultra-individualistica del
mercato di massa in base all’eta’, all’occupazione, al gruppo etnico
ecc. La proliferazione dei mercati segmentati, della diversificazione
di prodotto, dei cambiamenti di stile e delle <rivoluzione> delle
confezioni delle merci hanno funzionato come ideologie di controllo
sociale, alla stessa stregua dello status occupazionale, dei gradini
della carriera, del professionismo e cosi via, e cioe’ dei meccanismi
che sono serviti a controllare la classe operaia e i lavoratori
dipendenti entro la produzione….Le spese di capitale variabile
coprivano non solo il cibo, il vestiario ecc, ma anche i sogni e le
fantasie, e le loro conseguenze da incubo, sulle quali erano fondati i
moderni processi di riproduzione.(…)

la soluzione al problema della crisi di realizzazione si e’ trasformata
in un nuovo problema di produzione di plusvalore e di utilizzazione
improduttiva del plusvalore prodotto, e cioe’ il soddisfacimento in
forma mercificata dei bisogni della classe operaia, e soprattutto dei
lavoratori dipendenti ha provocato un aumento della forza-lavoro. A sua
volta, la crescita dei costi di riproduzione ha diminuito il saggio di
sfruttamento e il saggio reale di profitto(…)
Le contraddizioni dei moderni processi di riproduzione, in particolare
l’incapacita’ del sistema a concretizzare i sogni e ripagare le
angosce, possono essere considerati elementi centrali delle moderne
tendenze della crisi economica.
Per far funzionare il sistema, serviva un’ampia struttura creditizia, pubblica e privata e l’inflazione.

(…) la contraddizione tra accumulazione e legittimazione divenne sempre piu’ acuta
(…) la politica economica mina i valori e le norme tradiizionali
d’integrazione sociale, come il patriarcato e il rispetto
dell’autorita’. Il Keynesismo ha avuto conseguenze dirette
sull’integrazione sociale. La sua cobnseguenza diretta e’ stata il
capovolgimento dei valori tradizionali, attraverso la risocializzazione
dei giovani o di altre categorie sociali sulla base della cultura del
consumo. La sua conseguenza indiretta e’ stata espandere i servizi
sociali non mercificati e, quindi, spersonalizzare e politicizzare
tematiche sociali e lotte sociali…(…)
la spesa in welfare insieme al consumo sociale e al credito, ha rotto
il legame tra i salari e gli stipendi anticipati dal capitale privato e
l’ammontare del prodotto sociale appropriato dalla classe operaia e dei
lavoratori dipendenti, il che ha indebolito la la capacita’ economica
del sistema di produrre plusvalore.(…)

i meccanismi sociali disciplinari piu’ importanti e il controllo del
capitale sull’offerta di forza-lavoro erano indeboliti e minacciati.
Proprio in un periodo (anni ’70) in cui i capitali in concorrenza tra
di loro richiedevano piu’ innovazione di prodotto e di processo, le
modifiche della divisione sociale e industriale del lavoro, la maggiore
flessiblita’ e mobilita’ del lavoro, la critica implicita ma
generalizzata, dei rapporti capitalistici di produzione e consumo, da
parte della classe operaia affievoliva la capacita’ del sistema
all’innovazione, alla flrssibilita’, alla mobilita’.
questa contraddizione, e le sue conseguenze per la produzione di
plusvalore e l’accumulazione di capitale, aiuta a spiegare la duplice
ossessione del capitale negli anni ’80: riattivare gli incentivi
economici e le motivazioni sociali, accrescere la produttivita’ del
lavoro e rimettere ordine nelle caotiche condizioni della vita sociale.
Questa ossessione sembrava far da sfondo sia all’impressionante
emergere, alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80, delle
ideologie neo-liberiste e neo-conservatrici, sia alle nuove idee,
proposte da alcuni uomini politici, uomini d’affari e responsabili
dell’intervento pubblico, per ristrutturare i processi di produzione e
di riproduzione secondo indirizzi esplicitamente piu’ sociali.(…)

La chiave della ristrutturazione del capitale e’ quindi divenuta la
ristrutturazione dello stesso sistema politico e dello Stato.
Nell’ottica del grande capitale il concetto di <crisi> e’ stato
usato percio’ sempre piu’ come una manovra ideologica per legittimare i
mutamenti del sistema politico e la riorganizzazione delle strutture e
delle politiche statali….
(…)

Negli anni ’80 il processo di ristrutturazione del capitale e’
diivenuto cosi’, prima di tutto, una questione sociale , politica ed
ideologica-questione che la crescita della classe operaia e dei
lavoratori dipendenti e la struttura delle imprese capitalistiche hanno
reso sempre piu’ difficile da risolvere, in modo non ambiguo, a favore
del capitale conservando, allo stesso tempo, la forma e le pratiche
liberal-democratico-borghesi(…) dei numerosi strumenti potenziali di
soluzione della crisi, il piu’ efficace-ma anche di piu’ difficile
applicazione-e’ stato l’insieme dei programmi di riorganizzazione delle
condizioni sociali di produzione delle merci, di riproduzione della
forza lavoro, della classe operaia e dei lavoratori dipendenti e la
natura della concorrenza capitalistica al fine di ridurre gli esborsi
di capitale variabile, di ridurre cioe’ i costi di riproduzione della
forza-lavoro. L’ascesa del neoconservatorismo e del neo-liberismo negli
anni ’80  rivela crudamente gli ostacoli sociali, politici e
ideologici a soluzioni stataliste e corporative e al problema della
ristrutturazione e della programmazione della vita sociale  e
materiale…"(1)



1-james o’connors-individualismo e crisi fiscale dello stato

x)
Cartolarizzazione: chi emette un prestito non e’ lo stesso che deve
recuperarlo: il soggetto che emette il prestito lo rivende
immediatamente sui mercati finanziari. Duqnue, perche’ perdere
tempo a valutare l’affidabilita’ del cliente?
Titoli garantiti da ipoteche.

Se
fai
l’agricoltore, nel 2008 ti puoi vendere gia’ il raccolto del 2009, il
frutto virtuale del tuo lavoro virtuale: futures-derivati:
Ottieni
dei soldi perche’ qualcuno scommette per te e rischia soldi non suoi,
ma degli "investitori",
risparmio e fondi pensione di
milioni di cittadini
,
giocando sulla previsione che il raccolto, ammesso che ci sia, sara’
buono o cattivo e che ci sara’ un certo prezzo per il tuo prodotto
agricolo.
Capitale fittizio. Espansione apparente di capitale.
Circa
un terzo del totale dei profitti negli Stati Uniti sono 
profitti
finanziari.

Crack, collasso, fallimento, crisi, crollo, paura, caduta, tilt,
perdite…Incubo d’insolvenza, timori, bancarotta, giornata nera, fantasmi,
nervosismo, recessione, "zona orso", tensioni, panico, ribassi, brutti
segni, tracollo…Allarme. Caduta libera. Bufera.
Rumor. Brusco ritotno alla realta’. Tagli. Profondo rosso. Brutte
notizie. Alle corde. Piani straordinari. Spettri. Sfiducia reciproca.
Sovraindebitamenti. Tunnel. Prestiti a rischio.
Speculazioni. Bolla. Crisi alimentare. Miliardi di poveri affamati: la
fame puo’ essere redditizia. La produzione alimentare continua ad
essere superiore alla crescita della popolazione…

Le "inesorabili leggi del mercato". La mano invisibile.
Deregolamentazione finanziaria.
Articolo
56 del trattato di Lisbona: vieta tutte le restrizioni sui flussi di
capitale.

Crash.
"Le
autorità americane sono state costrette a rilevare la
IndyMac
Bank,
una delle principali casse di risparmio americane specializzate in
mutui.Il collasso dell’istituto, consumatosi nella notte, e’ uno dei
piu’ grandi fallimenti bancari nella storia degli Stati Uniti"
Fannie Mae e Freddie Mac che finanziano e assicurano circa la
metà dei mutui casa statunitensi sono a rischio "insolvenza",
Citibank e JP Morgan pure…

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