All’insaputa del popolo italiano l’italia e’ in guerra

All’insaputa del popolo italiano l’italia e’ in guerra…, la notizia nell’afa estiva non ha avuto piu’ risalto dei culi e delle tette passate tra un cadavere e l’altro nei cine-giornali nazionali. La cosa non ha scandalizzato, indignato, fatto incazzare quasi nessuno: Sui telegiornali passano qualche “efferato omicidio”, info sul fronte interno e la guerra razziale contro le minoranze, corsi sulla seduzione, informazioni su come abbronzarsi senza scottarsi, dichiarazioni dei topi di Tremonti messi a guardia del formaggio, il gossip…, il duello tra l’impunita’, istituzionalmente ratificata, di Berlusconi e le battue di Di Pietro…Berlusconi che si lamenta dei media e fa controinformazione…

E’ probabile che negli antri piu’ bui delle redazioni gli specialisti delle commemorazioni si allenino gia’ a simulare il dolore e la commozione collettiva per quando torneranno le prime bare dall’ Afghanistan. Per conto mio, lo dico con largo anticipo, non staro’ fra quelli che agitano bandierine tricolori e versano lacrime per gli eroi. E neanche fra quelli che scrivono future per mancanza di idee sensuali sulla pace, sulla guerra, sull’amore, sulla vita e sulla morte.

I militari italiani di stanza in Afghanistan hanno compiuto “nel 2007 almeno dieci operazioni”. Si tratta di azioni che “sono tutte avvenute all’interno del settore ovest di competenza italiana”.

Adesso è ufficiale. Ma prima lo ignoravamo. I militari italiani-nello specifico la Task Force 45-impegnati a Farah, nel sud dell’Afghanistan, da un anno combattono contro i gueriglieri talebani. Finora ci hanno mentito. Il “popolo”, tanto blandito da destra che da sinistra, non deve sapere se il suo paese e’ impegnato in operazioni di guerra. Questa bugia di Stato trova conferma, ove fosse necessaria(1), nelle parole del ministro della guerra Vincincetorge, cioe’ di Ignazio La Russa, nel corso della visita alle truppe dislocate in Afghanistan.

L’extraterritorialita’ democratica delle operazioni dei militari e delle istituzioni rappresentative del “popolo” in materia di guerra e pace viene cosi’ giustificata:

“Il governo Prodi ha tenuto giustamente questa informazione riservata. Lo avrei fatto anch’io al posto di Prodi. Oggi però confermiamo che i nostri militari hanno partecipato ad azioni anche di combattimento, hanno salvato vite umane di militari appartenenti ad altri contingenti e neutralizzato attentati.”(…) “I soldati italiani lo fanno e lo vogliono fare al meglio; per questo mi hanno chiesto altri elicotteri e tre elicotteri saranno inviati entro novembre insieme ai rinforzi di cinquecento uomini.” (…) “Sarebbe necessario avere molti più elicotteri  innanzitutto per migliorare gli spostamenti e anche per superare il problema delle tante mine disseminate sul terreno”.

La Russa aggiunge ancora: “Non è che le operazioni di combattimento siano state nascoste dal governo precedente: sicuramente non sono state evidenziate. Non credo che Parisi (Ministro della difesa del Governo Prodi) le abbia nascoste. Probabilmente non c’è stata la domanda e quindi non doveva esserci la risposta”.

Dal momento che nessuno ha fatto domande(sic!), per quale motivo rendere consapevole un paese e il suo parlamento della partecipazione ad operazioni di guerra dei suoi soldati in territorio straniero? Segreto, menzogna, occultamento della verita’ non sono una novita’ nella politica italiana ora pero’ diventano normalita’ nel rapporto governanti e governati.
Una democrazia d’elite? Dissimulazione, inganno di Stato, tutto e’ moralmente lecito in nome di fumosi “interessi generali”…

Ad Herat è arrivato un altro elicottero Mangusta mentre una compagnia di fucilieri della Brigata Friuli e’ stata inviata a Delaram. “Ho firmato proprio in questi giorni e i nuovi caveat sono diventati operativi, ha detto il ministro la Russa aggiungendo che “Il caveat (risposta del governo italiano sull’uso dei militari da parte del comando Isaf) rimane abbiamo ridotto però il tempo della risposta da 72 a 6 ore svuotandolo così della valenza negativa che ha dato agio ad una sorta di minor considerazione del nostro contingente”. E gia’, il prestigio prima di tutto…

La liberta’ d’informazione, il diritto dei cittadini ad essere consapevolmente informati e’ uno dei “cardini” dei regimi democratici, cosi’ ci raccontano, ma ne’ i giornali, ne’ il governo ci hanno detto, fino ad oggi, che i militari italiani erano impegnati in combattimenti contro i talebani nella zona di Farah (Farah è una zona di confine con le province meridionali dove i talebani fanno spesso incursioni). Il ministro della pace La Russa ha sottolineato che «non è che improvvisamente siamo diventati guerrafondai: è che prima non si diceva»
Ad agosto l’Italia lascerà ai francesi il comando della regione centrale e circa 500 militari e tre elicotteri verranno riposizionati nella zona di Farah (il numero degli italiani salirà dagli attuali 160, circa la metà sono forze speciali, a 480 unita’. Un’ ottantina di uomini sono a Delaram). “Dobbiamo controllare un territorio enorme…ho a disposizione la metà degli uomini impiegati per garantire l’ordine pubblico in una partita Roma-Lazio”, si e’ giustificato il comandante della regione Ovest, generale Francesco Arena.

Riguardo alla possibilità di inviare in Afghanistan fino a quattro aerei Tornado italiani (con soli compiti di perlustrazione e non di sostegno: ci credete voi?)il ministro ha detto di essere “personalmente favorevole, ma deciderà il governo… stiamo facendo i conti” (costo:15 milioni di euro per tre mesi). Avete mai visto dei tornado, caccia da guerra, utilizzati con compiti di “perlustrazione”?

All’insaputa del popolo italiano l’italia e’ in guerra…
Vincingetorge cultore dei cine-giornali d’epoca dell’istituto luce ha dichiarato: “Sono commosso i militari non mi hanno chiesto soldi o licenze, ma mezzi per rendere piu’ efficiente ed efficace il loro lavoro”. Il ministro ci ha dato due informazioni, una ci dice che ai militari piacciono gli elicotteri e i tornado piu’ delle licenze e dei soldi e l’altra ci dice che la guerra e’ un lavoro (infatti, i militari non lavorano gratis).

Dai rapporti forniti dai comandi afghano e statunitense appare chiaro che da almeno meta’ maggio in tutto il settore ovest (dove ci sono i militari italiani) i combattimenti sono all’ordine del giorno. Alla fine dello stesso mese le forze americane e afghane hanno scatenato l’Operazione “Bazar di spade” per arginare le forze talebane nei distretti di Bakwa, Bala Buluk, Delaram e-Kakh-i-Sefid…Nello stesso periodo il ministero della difesa italiano ha parlato solo di “azioni umanitarie”, aiuti forniti dai militari italiani alle popolazioni locali senza fare cenno alcuno ai combattimenti in corso nell’area sotto il comando italiano.

Naturalmente, sempre per proseguire nell’opera di pacificazione dell’afghanistan la coalizione internazionale sostiene una casta di potenti che la parlamentare afgana Malalai JoyaIl, (prima minacciata di morte, poi sospesa dal parlamento afghano-2007-, per la sua battaglia contro i signori della corruzione e della guerra…) nel 2003 aveva cosi’ condannato, senza appello, nell’assemblea eletta per scrivere la nuova costituzione del paese:

“Sono tutti criminali, niente altro che criminali, e voi li avete portati qui”-aveva detto, rivolta agli americani e all’allora presidente provvisorio Hamid Karzai, nel dicembre 2003 nel corso dell’Assemblea che aveva l’obiettivo di disegnare il futuro del Paese. :

“Con il permesso degli stimati presenti, in nome di Dio e dei martiri caduti sul sentiero della libertà, vorrei parlare un paio di minuti. Ho una critica da fare ai miei compatrioti, ovvero chiedere loro perché permettono che la legittimità e la legalità di questa Loya Jirga vengano messe in questione dalla presenza dei felloni che hanno ridotto il nostro Paese in questo stato. (…) Essi sono coloro che hanno trasformato il nostro Paese nel fulcro di guerre nazionali ed internazionali. Nella nostra società sono le persone più contrarie alle donne, e quello che volevano… (clamori, si interrompe). Sono coloro che hanno portato il nostro Paese a questo punto, e intendono continuare nella loro azione. Credo sia un errore dare un’altra possibilità a coloro che hanno già dato tale prova di sé. Dovrebbero essere portati davanti a tribunali nazionali e internazionali. Se pure potrà perdonarli il nostro popolo, il nostro popolo afgano dai piedi scalzi, la nostra storia non li perdonerà mai.”

(1)http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=&idart=11512

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