Oh! gentiluomini, la vita e’ breve…Se viviamo, viviamo per camminare sulla testa dei re.

L’accettazione dell’economia sviluppantesi per se stessa, il riconoscimento della pura e semplice ideologia dello sviluppo economico, la riaffermazione dell’economia come potere indipendente che domina sulla societa’, che mantiene il lavoro-merce: queste sono sostanzialmente le ragioni della scomparsa non solo come rappresentanza, ma anche come soggetto della sinistra in italia. La potenza autonoma dell’economia e’ l’ultima ideologia non contraddetta per cui alla fine i "riformisti della sopravvivenza" del socialismo sanno dire solo che significa "lavorare molto". La "sinistra", piu’ o meno radicale, non solo ha riconosciuto la necessita’ di quella potenza ma si e’ sottomessa e posta al suo servizio. In questo feticismo dell’oggettivo, idolatria del "processo obiettivo dell’economia" si e’ consumata la fine di una generazione di burocati di sinistra ormai autoreferenziali e separati dalla societa’ reale e dalla vita quotidiana del proletariato.

Forme diverse della stessa alienazione si combattono come maschere diverse di una stessa totalita’, unica ed assoluta: il capitalismo. Di questo segno sono le "false opposizioni arcaiche" dei regionalismi o dei razzismi "incaricati di trasfigurare in superiorita’ ontologica fantastica la volgarita’ gerarchica delle posizioni del consumo. Cosi’ si ricompone l’interminabile serie dei contrasti derisori, che mobilitano un interesse sottoludico, dallo sport alle elezioni"(…) In queste figure di opposizione alienata riecheggia uno dei fattori principali della formazione del moderno spettacolare, una delle potenze fondatrici della societa’ presente (nella misura del suo ruolo nella distruzione del vecchio movimento operaio): il fascismo. Ma il fascismo e’ anche la forma piu’ costosa del mantenimento dell’ordine capitalistico che per questo viene abbandonata per essere sostituita da forme piu’ razionali ed efficaci. Il suo abbandono non costituisce tuttavia un suo superamento; esso viene conservato nello spirito di una difesa estremistica dell’ordine economico borghese e nelle figure decomposte della violenta resurrezione del mito al servizio del dominio.
"Se il fascismo si pone a difesa dei principali punti dell’ideologia borghese  divenuta conservatrice (la famiglia, la proprieta’, l’ordine morale, la nazione), riunendo la piccola borghesia e i disoccupati impazziti dalla crisi o delusi dall’impotenza della rivoluzione socialista, non e’ esso stesso sostanzialmente rivoluzionario. Esso si da’ per quello che e’: una violenta resurrezione del mito, che esige la partecipazione ad una comunita’ definita da valori pseudoarcaici: la razza, il sangue, il capo. Il fascismo e’ l’arcaico tecnicamente equipaggiato. Il surrogato decomposto del mito, ripreso nel contenuto spettacolare dei mezzi di condizionamento e di illusione piu’ moderni."

All’accettazione beata dell’esistente puo’ anche unirsi come unica cosa, la rivolta puramente spettacolare, cio’ traduce il semplice fatto che l’insoddisfazione e’ divenuta essa stessa una merce…" "Le false lotte spettacolari delle forme rivali del potere sono nello stesso tempo reali ed apparenti…; reali in quanto traducono lo sviluppo ineguale e conflittuale del sistema, gli interessi relativamente contraddittori delle classi o dei segmenti delle classi che riconoscono il sistema e definiscono la propria partecipazione al suo potere…; apparenti perche’ non si oppongongono universalmente al sistema totalitario che li contiene come momenti particolari: il movimento unico del capitalismo…"

La videopolitica, il "partito leggero", la diserzione dal conflitto sociale a favore di una sua trasfigurazione separata, spettacolare ed alienante da parte delle burocrazie di sinistra ha portato alla loro completa evaporazione anche istituzionale e rappresentativa.
Cio’ che deve cadere, cade…
La sovranita’ e la trascendenza del capitale e’ tale che la politica si puo’ classificare nella categoria generale della demagogia e dello spettacolo e sottoclassificare in populismo di destra e populismo di sinistra. Del resto il termine "globalizzazione" allude al trionfo dell’economico, sulla politica. Il capitale finanziario e la sua rete elettronica deterritorializzano il comando o meglio lo rendono mobile, sradicato, fluido, autonomo, flessibile.
Il "territorio", la base dello Stato nazionale e della "politica", lo spazio dei diritti, della loro definizione politica sono evidentemente costretti nelle compatibilita’ di una logica finanziaria-economica extraterritoriale…

La sinistra degli apparati e’ stata liquidata. Punto e a capo…

"l’organizzazione rivoluzionaria non puo’ essere  che la critica unitaria della societa’, cioe’ una critica che non scende a patti con nessuna forma di potere separato, in nessun punto del mondo, e una critica pronunciata globalmente contro tutti gli aspetti della vita sociale alienata…(…) la costituzione  della classe proletaria in soggetto rappresenta l’organizzazione delle lotte rivoluzionarie e l’organizzazione della societa’ nel momento rivoluzionario: e’ qui che devono esistere le condizioni pratiche della coscienza , nelle quali si conferma la teoria della prassi divenendo teoria pratica."

Lo spettro della "grande depressione" si aggira per l’europa…
Oh! gentiluomini, la vita e’ breve…Se viviamo, viviamo per camminare sulla testa dei re. (Shakespeare-enricoV)

-passi lib. da "la societa’ dello spettacolo"-G.Debord-

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