inflazione: salari in lire-spese in euro

Avvertenza al lettore: "Il tuo stile di vita ti porta ad avere una situazione peggiore rispetto alla media nazionale, in quanto molte delle tue spese sono relative a prodotti che hanno subito una maggiore variazione di prezzi.
Aumenta tutto pure la repressione.

Negli ultimi mesi del 2007 e in questi primi mesi del 2008 l’inflazione viaggia all’8%.
Dal 2001-2005 l’Eurispes ha calcolato una crescita complessiva dell’inflazione del 23,7%: "la perdita media del potere d’acquisto tra le diverse categorie si e’ ormai attestata intorno al 35%".
Moltissime coppie, specie quelle piu’ giovani, prosegue l’Eurispes, "per arrivare a fine mese" si fanno ancora aiutare dalle rispettive famiglie di origine. In molti altri casi, invece, il marito o la moglie sono costretti a trovare un secondo lavoro per far fronte alle esigenze familiari. "Secondo i nostri calcoli – continua Fara: presidente eurispes – il reddito delle famiglie viene integrato ogni mese con 1.330 euro "in nero", necessari affinche’ si possano far quadrare i conti. L’economia sommersa nel 2007 ha generato 549 milioni…
L’aumento del credito al consumo nel nostro Paese "non e’ dovuto ad un dinamismo economico, ma solo dettato dalla necessita’".
"A cio’ si aggiunga – conclude l’Eurispes – che gli stipendi italiani sono tra i piu’ bassi d’Europa. Questo perche’ essi non sono stati adeguati alla crescita dell’inflazione reale. In pratica i lavoratori sono pagati in lire, ma comprano in euro.
Secondo i calcoli dell’Eurispes, per quanto riguarda le retribuzioni l’Italia è al penultimo posto in Europa, sopra soltanto al Portogallo, mentre sono inferiori del 10% rispetto a quelle della Germania, del 20% rispetto al Regno Unito e del 25% rispetto alla Francia.
E se fra il 2000 e il 2005 si è registrata una crescita media del salario a livello europeo del 18%, in Italia la busta paga dell’industria e dei servizi (esclusa la Pubblica amministrazione) è cresciuta solo del 13,7%.

L’Istat ha certificato che le vendite al dettaglio hanno fatto registrare nel 2007 una crescita di appena lo 0,5%. Un altro dato significativo è che a dicembre, mese tradizionalmente dedicato agli acquisti natalizi, si è registrato un calo nell’ordine dello 0,6% su base annua. Calo ancora più accentuato nel Sud e nelle isole (-1,1%).

Il prezzo della benzina continua a salire.
L’inflazione reale è quasi più di quattro volte superiore a quella ufficiale…

Automazione, tecnologia informatica, delocalizzazioni, disoccupazione, precarieta’ del lavoro, instabilita’ endemica delle forme di vita. Si vive, ammesso che si viva, giorno per giorno.
I cambiamenti economici e produttivi hanno distrutto le forme di organizzazione e solidarieta’ collettiva; i lavoratori stessi al loro interno sono divisi tra quelli che hanno un lavoro regolare e quelli che che sono condannati al lavoro, cioe ad un reddito, precario, incerto, occasionale. Persino tra questi "lavoratori contingenti" esistono divisioni tra un’aristocrazia che svolge mansioni intellettuali-creative, relativamente soddisfacenti e coincidenti con la propria "personalita" e una massa di plebe costretta al lavoro servile e sottopagato.
La societa’ civile e’ stata completamente avvelenata da trent’anni di politiche "neoliberiste" di redistribuzione di ricchezza dal basso verso l’alto…e dall’idea che la coesione sociale significasse puro e semplice "ordine pubblico", carcere, repressione poliziesca, chiesa e pentimenti.
Un flusso enorme di lavoratori poco qualificati, sempre piu’ precarizzati, tenuti su una linea di pura sopravvivenza abita il ventre di questo paese. Il diffondersi dei "comportamenti antisociali" e’ solo un’aperitivo del caos. Finora in italia il giochetto di dividere i lavoratori tra "regolari" e "irregolari", di utilizzare il malessere per rafforzare il "partito dell’ordine" e quello dello "stato di emergenza permanente" ha funzionato, anche per la complicita’ di una "sinistra" assolutamente irresponsabile che ha rinunciato ad ogni pratica sociale.

L’europa gia’ sogna il coprifuoco permanente mentre poliziotti, papi, padroni, politici, l’economia dei consumi, la guerra e gli eserciti, i preti, i poliziotti, i pedagoghi e demagoghi si affannano a declamare le virtu’ etiche e sociali di un lavoro che non c’e, di una famiglia immaginaria, di una civilta’ e di un progresso al suo piu’ alto punto di disintegrazione.
"l’ordine" si sente minacciato: i cambiamenti nella organizzazione del lavoro, utilizzati per isolare e individualizzare i lavoratori alla fine hanno generato tali e tante contraddizioni da minare la stessa "pace sociale" che pretendevano di aver istituito. Le forme di "contenimento" ideologico, educativo, religioso-mediatico, culturale del proletariato sono l’ultima risorsa del profitto e della confindustria. Il carovita’ avanza si temono sommosse e un orda di viet cong urbani pronta a dilaniare le strade delle citta’…
ps.
La psicologia economica e’ una strana psicologia. Nella fondazione teorica della perdurante necessita’ di lasciare per sempre ai nostri signori del capitale la straordinaria potenza e il bottino che traggono come una rendita perennemente rinnovata dall’umanita’, rientra l’idea che per tenere in movimento l’intera economia occorre lo stimolo <dell’egoismo economico> di tutti i singoli…Si dimentica pero’ di aggiungere che <l’egoismo economico> della schiacciante maggioranza di tutti coloro che lavorano duramente consiste nella costrizione della fame, mentre quei signori che svolgono un lavoro interessante, pulito e non pericoloso vivono in veri e propri palazzi.

Per pungolare una persona egoista al punto di farle accettare il comando di un esercito di operai, le si devono regalare automobili, onori, e la sicurezza fino alla decima generazione, mentre per indurre uno a logorarsi giorno per giorno, fisicamente e psichicamente, in miniera, rischiando autenticamente la propria vita, e’ sufficiente ed allettante una regolare zuppa acquosa e la carne una volta alla settimana. Una strana psicologia, davvero…

L’idea che poi si faccia largo ai piu’ capaci significa solo che la legge del valore si afferma anche in riferimento alla <personalita’>. Il capitalismo dispone di eccellenti criteri selettivi per il suo personale. In fondo questo "essere capaci" consiste nel disporre delle qualita’ di cui la societa’ nella sua forma presente ha bisogno per la propria riproduzione.
Non si puo’ sostenere che questo sistema non mette le persone giuste al posto giusto. Le persone piu’ utilizzabili nell’industria, nella scienza, nella politica, nell’arte attuali non sono le piu’ progredite, ma, nella maggioranza dei casi, gli elementi piu’ arretrati quanto alla qualita’ della loro coscienza e della loro umanita’…
( Tuttavia motivare l’abolizione del capitalismo con la necessita’ di un principio di selezione piu’ favorevole alla produttivita’ e’ sbagliato, perche’ significa assumere le categorie economiche del sistema vigente. E cio’ implica la conviunzione che basti riparare il sistema…)
Per credere alla favola del "fare largo ai piu’ capaci" e a quella strana psicologia "dell’egoismo economico" e’ necessario astrarre dai comuni intrecci temporali, bisogna dichiarare irrilevanti le "relazioni", inessenziali le cause…Dovremmo astrarre dal fatto che lo "splendore" di questa donna affascinante e’ reso possibile dalla miseria dei poveri proletari. Dovremmo prescindere dal fatto che tutti questi distinti signori in ogni istante non solo sfruttano la miseria degli altri, ma la producono ex-novo, per poterne vivere nuovamente, e sono provati a difendere questo stato di cose versando sangue a volonta’, purche’ sia di altri.
Dovremmo dimenticare che proprio quando questa signora si veste per uscire a cena gli uomini che le permettono di vivere cominciano il turno di notte, e quando le baciano la mano delicata perche’ si lamenta della sua emicrania, dovremmo astrarre dal fatto che all’ospedale di terza classe dopo le sei sono vietate le visite anche ai moribondi…
Il proletariato deve astrarre!

Noi dobbiamo astrarre! ma quando la "cattiva superfice" diventa l’essenza il rancore si fa chiaroveggente. Per questo motivo la psicologia primitiva che il proletariato sviluppa rispetto al suo padrone, "il punto di vista del capannone di fabbrica" e’ piu’ giusta delle conoscenze dell’antropologia filosofica.

Elevare poi, il lavoro a concetto supremo dell’attivita’ umana significa professare un’ideologia ascetica. E nella storia moderna la propaganda della rinuncia personale e’ sempre servita ai potenti per trattenere le loro vittime da azioni pericolose, ed e’ costantentemente degenerata in settarismo. Il rivoluzionamento della societa’ allora viene fatto dipendere dalla "metafisica" invece che dagli uomini…comincia "l’idealismo" di un comportamento che afferra le stampelle dei "valori oggettivi", dei "doveri assoluti" o di una qualunque altra "canonizzazione ideale".
L'<importanza>. <l’interesse generale>, "il servir la causa>, l’indispensabilita’ "dell’agire" con cui i signori del capitale giustificano ogni loro passo rievoca l’immagine ingenua dello stregone primitivo, che con fare cerimonioso fa la parte del leone al momento della spartizione della preda. A quest’inganno teorico soggiace anche l’attivita’ tesa ad afferrare il massimo profitto svolta dai manager come qualcosa di utile all’umanita’.
La verita’ e’ invece che ognuno di questi signori si fondano sulla miseria e sul bisogno, sul lavoro disgregante e ottundente di altri uomini, si godono la vita …La ricchezza come condizione del potere, dell’indipendenza, dei piaceri di ogni genere, il capitale come fonte di un fantastico appagamento degli istinti e’ uno dei motivi importanti della preservazione dell’ingiustizia e della miseria, delle atrocita’ coloniali e del carcere…
E noi dovremmo astrarre! Dire che il soddisfacimento personale dei signori e’ un’inezia!?

Il proletariato deve astrarre! astrarre dal fatto che esso diventa oggetto di "chiese" quando e’ completamente impotente: nell’assistenza ai poveri, nell’ospedale di terza classe, come in uno stato di miseria spirituale e psichica.
                         (Max Horkheimer-lib. da crepuscolo)

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