tu chiamale se vuoi: elezioni….

 

L’autorita’ di parlare di fronte ad un pubblico che rimane in silenzio con le girandole e le stelle filanti di un contraddittorio apparente dal quale la geografia della vita reale e’ gia’ esclusa in anticipo. Se non la conosci, e’ la campagna elettorale.
L’allineamento sui binari del sistema e’ scontato. I concorrenti si azzuffano sul come strangolare, ancora una volta, in nome del "bene comune", lo strangolamento delle vociche reclamano una vita migliore, piu’ giustizia e piu’ dignita’ umana.
La nostra societa’, adesso ci narrano, e’ vuota di valori, ma come dice un proverbio tedesco il denaro e’ il denaro e gli affari sono affari.
Scrisse una volta Max Horkheimer, non esiste azione abominevole che la classe dominante non presenti come morale se corrisponde ai propri interessi, non vi e’ crimine che non si concili con la coscienza pubblica. Una societa’ la cui essenza e’ la negazione totale di ogni valore umano si richiama ai "valori", agli "imperativi", "all’interesse generale", al "servire la causa"…, solo quando deve confondere le classi subalterne e farle comportare come le scimmie dei loro carcerieri.

In italia i rivoluzionari della controrivoluzione "proclamano l’inadeguatezza della ragione e del razionalismo(…)sostengono la retorica di una palingenesi sociale che denuncia l’emancipazione liberale delle donne-che devono restare a casa a partorire-che tuona contro "l’arte degenerata" e il "bolscevismo culturale". Per dirla con Debord, la falsificazione "come una nebbia appiccicosa si accumula a livello del suolo di ogni esistenza" mentre menzogna di Stato e nuove tecniche di controllo si coniugano nella polizia economica.
Sebbene tutti questi "fascismi", presenti sulle piazze italiane, a cominciare dalla chiesa coltivano la retorica del ritorno ai "valori tradizionali" contro la "modernita’" poi non si fanno alcun scrupolo ad utilizzare la tecnologia moderna, appunto, di maneggiare il diavolo, la propaganda mediatica, delle reti informatiche, per intorpidire la mente e la coscienza delle classi subalterne quando non le spingono a morire per la "patria" o la "causa".

La borghesia come sempre, vuole il controllo sulla societa’ e i suoi cani da  guardia si azzanneranno nell’arena elettorale per presentarsi ognuno come il miglior garante di questo potere capace di prevenire il conflitto, reprimere le rivendicazioni sociali e proteggere i profitti e le rendite finanziarie. Tu chiamale se vuoi, elezioni democratiche!

La demagogia dei politici, sui media, si riversa a secchiate e su tutto aleggia la retorica di una crociata in nome del "bene comune": i cavalieri e le armi e le veline strette intorno a questa contesa elettorale lanciano un solo spot: "salvare il paese, salvare le istituzioni, salvare la democrazia"…, organizzare anche un po’ di beneficienza per i diseredati…-affidandola ai privati s’intende.

Il paese e’ sull’orlo di una crisi sociale ed economica molto grave e alcuni esponenti politici di spicco al massimo organizzano processioni con in testa l’effige della signora Thatcher ma, piu’ bella dell’originale. Cosi’ dicono. Altri, si recano in luoghi santi, e lanciano slogan vecchi di 50 anni e si vestono all’americana per uno show che non ha audience e che probabilmente e’ solo un sit-com mentre la spacciano per un melodramma. Altri, ancora, un mattino hanno visto l’arcobaleno della rappresentanza in nome della resistenza alla regressione e che ne danno l’annuncio mentre alle loro spalle i poliziotti scendono dai blindati, caricano i proletari, gli mettono i ferri in nome dello Stato.

Da ogni parte avanzano queste gigie figure di amministratori del fallimento sbandierando un’ideologia del progresso che ha raggiunto il suo punto di disintegrazione. Un mondo diverso sara’ anche possibile ma di certo non a "porta a porta", ne’ nelle tribune elettorali; sicuramente non al di fuori di azioni quotidiane e conseguenze pratiche
Per ora abbiamo udito solo lo sciacquio di un moralismo a buon mercato e il rumore di scarico di un’invito alla responsabilita’ che ha tutto il sapore di un ultimo, disperato tentativo di ricatto infame verso quelli che hanno deciso e scelto di non collaborare allo spettacolo.

Per le strade si avvistano sciami di umani insettoidi che sciamano a caccia di voti, di conversioni e che con serio piglio intellettuale invitano a gravi dibattiti sul nulla e a critici seminari sul vuoto.

Siamo circondati dall’idiozia: mentre la melma sale dai tombini i "riformisti della sopravvivenza" ci rassicurano sul fatto che i cambiamenti cadono dal cielo. Non sono da meno, e hanno mezzi piu’ potenti, i martiri di lusso alla Berlusconi e i poveri di spirito alla Veltroni.
E anche se senti solo un bip! puoi star sicuro che qualcuno sta’ annunciando l’ennesima buona novella o un’altra utopia magari come quella cibernetica che ha finora sanzionato l’avanzata della destra e il potere crescente dei tecnocrati al servizio di Dio e del denaro.
Intanto che ci troviamo sommersi da tonnellate di spazzatura e rifiuti eticotossici di ogni genere dalle discariche dello spettacolo sversano i cosacchi del nichilismo che abbeverano i loro cavalli alla fontana di trevi prima di ricominciare a giocare l’emozionante gioco  dell’insurrezione; si catapultano in una spettacolare azione antispettacolare, in un riflesso condizionato di morte. Cosa non si fa’ per sopravvivere alla noia!

Chissa dove sono finiti i "granelli di sabbia in rete".
Il denaro e’ tempo, chi non ha denaro non ha tempo. I precari non hanno tempo.
Il tempo appartiene ai padroni. Tutto il tempo di vita e’ produttivo, ma al di fuori dei circuiti e delle reti di cattura e sfruttamento del capitale esso significa precarieta’, angoscia, sopravvivenza…Rischi, incertezze, paure, instabilita’…la contingenza sopravanza ogni pulsione di autovaloizzazione e sabotaggio.
Non e’ un caso che persino le fantasmagoriche e avveniristiche promesse delle nuove tecnologie della comunicazione, alla fine della reclame, hanno ripetuto e ripetono il modello deleterio delle vecchie forme di comunicazione come la famiglia, l’azienda, la scuola, l’iperconsumismo ecc. Armati di poca etica e’ molto desiderio accade sempre di finire a sedersi ai mc donald del futuro sulle cui entrate campeggiano scritte del tipo: "Sedetevi e consumate i nuovi media!"-"Mettete al lavoro i vostri sogni!"-"mobilitate la vostra mente in nome della merce ideale!"-"L’inconscio e’ solo una parte del tuo blog!"-

La "lunga ed estenuante battaglia elettorale e’ cominciata", chi vincera? io ho un sospetto:

"Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, è soddisfatto per le "molte convergenze" che le coalizioni stanno trovando sui programmi in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile. I temi su cui si sta discutendo in campagna elettorale sono, tra l’altro, questioni già evidenziate più volte dagli imprenditori.

"Sto fuori dalla campagna elettorale", avverte Montezemolo da Bologna, dopo aver partecipato al cda della fiera di cui è presidente. Poi a chi gli chiede un commento sulle convergenze dei programmi politici italiani, si ferma ad analizzare la situazione: "Ho detto che è un fatto positivo che si parli di crescita, è un fatto positivo che ci siano molte convergenze ed è un fatto positivo che molte delle cose su cui abbiamo insistito in questi mesi, come il merito, la concorrenza, la crescita, la scuola, l’università, il tema tra salario reale e salario percepito e quello sulla produttività e recupero, siano tutti temi al centro dell’attenzione" degli imprenditori ma anche dei cittadini. Da sottolineare ancora, secondo il presidente degli industriali, un’altra questione cara al mondo confindustriale che è quello della "riforma dello Stato".

"Abbiamo sempre detto – insiste Montezemolo – che uno Stato che funziona è meno complicato e costoso; questa è la grande priorità per i cittadini".

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