Il lavoro e’ sempre a vita e’ il reddito che e’ intermittente

Io domino perché mi muovo veloce,, sono fluido, elusivo, disimpegnato. Forse sono un po’ più furbo che intelligente; insomma, sono un uomo moderno. Ma
talmente moderno che sono convinto che la società non esiste!
E se esiste, non me ne frega niente.

Mio padre aveva un lavoro
Col suo lavoro si sentiva sicuro
Peccato che non si sia accorto
Che stava arrivando arrivando il futuro.

Mio padre aveva un lavoro
Lavorava anche peggio di un mulo
Peccato che non si sia accorto
Che stava iniziando a sentirsi un po’solo.
Mio nonno era un tipo un po’ strano
Andava sempre un po’ avanti e un po’ indietro
Eh per forza ha passato la vita
Ha passato la vita a tirare l’aratro
Mentre io ho capito un po’ prima
Come vanno le cose del mondo
Del resto lo dicono tutti
Che chi nasce a galla non tocca mai il fondo

Sono l’uomo flessibile
Ho un riflesso incredibile
Sono l’uomo invisibile
Ho un pensiero infallibile

E ho una vita invidiabile
Va bè che tutto è opinabile
Mia moglie è sempre introvabile
E anche mio figlio è un po’ instabile

E adesso che ci penso bene
in tutta questa flessibilità
mi sembra che manchi qualcosa
Ma non so che cosa che cosa sarà
E adesso che ci penso bene
In tutta questa flessibilità
Può darsi che manchi qualcosa
Quel mezzo centimetro di felicità.

Mia nonna si alzava alle cinque
Non aveva problemi di sonno
Andava un po’ avanti e un po’ indietro
Per forza doveva seguire mio nonno.
Mia nonna aveva un pensiero
Di fare qualche volta all’amore
Ma mio nonno col suo avanti e indietro
Aveva un problema, un problema di cuore.
Mia madre faceva la madre
Una madre discreta ed attenta
Purtroppo ero troppo impegnato
Per riuscire a capire se è morta contenta.

Perché Io ho capito un po’ prima
Come vanno le cose del mondo
Del resto lo dicono tutti
Che chi nasce a galla non muore mai in fondo.

Sono l’uomo flessibile
Ho un riflesso incredibile
Sono l’uomo invisibile
Ho un pensiero infallibile
Ho una vita invidiabile
Va bè che tutto è opinabile
Anche l’amante è introvabile
Mio figlio è sempre più instabile

E adesso che ci penso bene
in tutta questa flessibilità
Può darsi che manchi qualcosa
Ma non so che cosa che cosa sarà
E adesso che ci penso bene
In tutta questa flessibilità
Mi sembra che manchi qualcosa
Quel mezzo chilometro di felicità.

Sono l’uomo flessibile ah!

Claudio Fava-L'uomo Flessibile-2006

Dopo che hanno tentato, qualche volta riuscendoci, di farci credere che le nuove tecnologie digitali avrebbero posto rimedio agli squilibri sociali ed economici inaugurando una nuova eta' dell'oro, ora l'unica vera trasformazione indotta dalle macchine informatiche che abbiamo potuto constatare e' stata l'estensione dello sfruttamento per molti e la concentrazione della ricchezza per pochi.

Le macchine elettroniche si sono rivelate efficaci per rendere economicamente produttive le idee e per gestire e organizzare lavoro disperso, plurale, decomposto all'interno della societa'-mondo.
Concentrazione del Comando e atomizzazione degli sfruttati: dal punto di vista del padrone queste nuove macchine sono davvero intelligenti.

…flessibilita', precarieta', insicurezza e incertezza del reddito e percio', in una societa' fondata sul lavoro salariato, contingenza della vita.
Autonomia, creativita' ecc. queste erano le promesse del nuovo lavoro organizzato informaticamente e invece a parte un settore privilegiato di tecnoperai di mestiere, con un alto livello di professionalita' e con lavoro a contenuto "artigianale" (controllo sul ciclo del proprio fare), per il resto, cioe' la grande massa dei lavoratori quelle promesse si sono rivelate un'ideologia. Dietro la mistificazione non c'era l'autodeterminazione dei tempi di vita e dei ritmi di lavoro ma al contrario la rigida determinazione della vita da parte della produzione, delle imprese, del capitale.

Il potere del padrone e' ancora piu' rigido e piu' assoluto e indiscutibile di prima. Siamo contenti che le catene di montaggio siano finite al macero, grazie alle lotte della classe operaia, meno contenti del fatto che le nuove forme di organizzazione del lavoro innervate in tutta la societa' sono, in quanto a sfruttamento, piu' antiche della catena di montaggio fordista.
Cosi' nel furore utopistico del nuovo millennio ipetecnologico ci siamo incamminati dal lavoro ripetitivo, squalificato ecc. alla vita contingente nella certezza dello sfruttamento e nell'incertezza del reddito.
Partecipazione, responsabilita', creativita' del lavoro per un'élite di lavoratori superqualificati e precarieta' per la massa: le imprese scaricano la pressione competitiva del mercato mondiale sulla forza-lavoro: aumento spasmodico della produttivita' e riduzione dei costi…liberta' di licenziare a piacimento, liberta' assoluta di definire le condizioni dell'uso della forza-lavoro.

Continuita' dello sfruttamento, discontinuita' del reddito.
Lavoro creativo, lavoro di rete, lavoro cognitivo, lavoro immateriale e reddito immaginario…
Il lavoro e' sempre a vita e' il reddito che e' intermittente.
Tempo, energia, affettivita' al servizio del capitale in cambio dell'insicurezza permanente…

Precari a tempo indeterminato e stakanovisti della contingenza. In sostanza si tratta di un processo totale di espropriazione della vita.

Dinnanzi reazione operaia allo sfruttamento di fabbrica e al lavoro fordista il capitale ha tirato fuori dal cilindro la precarieta' e…, riconquistato questo rifiuto e questa reazione alla sua valorizzazione.
Chi vuole tornare indietro? Chi vuole restare qui?
E ancora chi vuole o vorrebbe fare dei precari e della precarieta' una nuova "identita' politica" piuttosto che costruire un processo di soggettivazione sociale?
Precari rappresentati o precari cooperanti su un nuovo terreno di lotta?
Autonomia o ancora e sempre solo la politica?
La mediazione?
i rappresentanti?
i dirigenti politici?
Il partito?
le massaie leniniste?
Un bel patto sugli sfigati da e per ex rivoluzionaristi critici-critici-ma-col-posto-fisso?

 

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