la dialettica ti fa’ male lo so’…

Gli schizofrenici cadono dal cielo a sciami, come mosche senza ali, da
quando la tela della cultura occidentale e' stata lacerata. E' una
benedizione nella prospettiva della liberazione; tenendo nell' oblio le
prigioni e i manicomi una nuova logica saltera' fuori a darle di santa
ragione a questo mondo di merda.
E piu' prigioni costruiranno e piu' luoghi di reclusione verranno
edificati e piu' la metafisica della liberta' brillera' come una volta
il sole dell' avvenire.
Il sessantotto e' finito nel pentimento umiliante dell' integrazione
beata di se' nelle istituzioni del potere e nelle fabbriche di concetti
ma e' stata solo colpa della dialettica.
Visto che non e' aria sul piano ontico e meglio filarsela sul piano ontologico.

Per essere molto francesi ci siamo ridotti allo sforzo di superare confini che non sono mai stati tracciati. L' orizzonte si sposta simultaneamente con noi mentre cerchiamo di afferrarlo.Il produttivismo sfrenato di segni e oggetti di pensiero comporta inevitabilmente una crisi di realizzazione, la frustrante sensazione di non poter codificare nulla di fondamentale.

Nel dominio dell' equivalenza assoluta tutto e' ugualmente fungibile: gli uomini e le cose, i concetti e pensieri…il vero e il falso, il giusto e l' ingiusto, le vittime e i persecutori. Nulla sfugge al principio livellatore del valore di scambio, non gli uomini, non le idee, ne' i pensieri ne' i suoi oggetti.
Che l' integrazione sociale assoluta si compia attraverso la disintegrazione, che la concentrazione del potere passi per la dispersione e che il principio totalitario della ragione dominante avvenga per tramite dell' antagonismo e dell' individuazione oggi viene tradotto a merito di liberazione, nella teoria, del pensiero da tutte le vecchie incrostazioni del passato.

Nel sospetto della monotonia universale come ultimo baluardo all' ongoscia e alla noia dei filosofi si e' voluto sacralizzare il movimento fine a se' stesso della produzione per la produzione, L' attivita' in se' nella mancanza di mete umane e' il nuovo articolo che guarisce dalla noia mortifera che dilaga nell' esistenza.

Il pensiero postmoderno nell' impotenza di fronte alla realta'ha fatto suo l' inconscio capitalista del produttivismo sfrenato, del ciclo eterno della produzione e della distruzione fine a se stessi.
Il movimento per il movimento fino all' astrazione indeterminabile purificato dalle bassezze mondane del guadagno per il guadagno in se' e' il nuovo antitodo alla noia mortale di un eterno presente che divora a suo uso e consumo il passato e il futuro.
L' eterno ritorno del sempre uguale capitalista con qualche gioco di prestigio e molta sottigliezza si puo' magicamente trasformare in qualcosa di imprevedibile e irripetibile.
Tutto quello che si ripete si ripete-con-differenza: togliete la ripetizione, saldate il conto con la dialettica, e vi restera' in mano la differenza in se'.
Esorcizzato il dualismo e l' antagonismo reale nel cielo della teoria adesso vi potete mettere comodamente a sedere nella prospettiva della differenza.
L' univocita' dell' essere sociale d' incanto diventera' la condizione della pluralita' degli enti non piu' soggiogati ad alcuna gerarchia e tutto sara' ontologicamente dignitoso.

L' unita' e l' identita' del capitalismo rispetto alla vita e' totale, l' immanenza e' assoluta e non abbisogna neanche piu' d' essere mediata.
Nel cortile di questa immediata identita' fino alla psicosi potete abbandonarvi ai flussi del desiderio sempre se passando per la totale estraneita' mentale a questo mondo di merda non avete la sfiga d' incappare in qualche trattamento sanitario obbligatorio.

L' interiorita' dell' esteriorita' coniugandosi in infinite inclinazioni garantisce dal pericolo di cadere nell' abisso della monotonia del tutto. Tolti i presupposti, la reiterazione appare sempre nuova e senza che nulla cambi.Il sistema resta stabile nella sua instabilita'.
Il cattivo infinito procede saldo e compatto stritolando da dentro il mondo; e tutto cio' che rimane dopo ogni implosione: frammenti di corpi, mocherini di pensiero…macerie di ogni genere vengono raccolte come nuove creazioni. Il caos e' il nuovo spettacolo organizzato dalla volonta' di potenza e cioe' di distruzione della soggettivita' dominante.

Il caos spaventa non perche' e' informe o irrapresentabile, esso spaventa perche' conserva in se' il sospetto di essere tanto poco originale quanto un infimo prodotto di serie della societa' dei consumi. Dinnanzi all' imponderabilita' di un destino fatale che potrebbe in ogni momento farvi franare il terreno sotto i piedi e spingervi in qualsiasi direzione non potete fare altro che non indietreggiare. Il senso e' la resa. Consegnatevi e abbandonatevi agli scenari costruiti dal vostro nemico. Dio e'morto, le bende saranno anche state strappate ma la morfina non e' finita.

La resistenza e' tutta qui: fatevi infermieri e distribuite anestetici.
Ripetete all' infinito una parola familiare ed essa vi diventera' estranea, in-sensata e perturbante. Reiterate lo stesso mantra senza fermarvi mai e godrete della menzogna di aver fatto fuori ogni unita' di senso centralizzante e gerarchizzante.

Gli schizofrenici cadono dal cielo a sciami, come mosche senza ali, da quando la tela della cultura occidentale e' stata lacerata. E' una benedizione nella prospettiva della liberazione; tenendo nell' oblio le prigioni e i manicomi una nuova logica saltera' fuori a darle di santa ragione a questo mondo di merda.
E piu' prigioni costruiranno e piu' luoghi di reclusione verranno edificati e piu' la metafisica della liberta' brillera' come una volta il sole dell' avvenire.
Il sessantotto e' finito nel pentimento umiliante dell' integrazione beata di se' nelle istituzioni del potere e nelle fabbriche di concetti ma e' stata solo colpa della dialettica.
Visto che non e' aria sul piano ontico e meglio filarsela sul piano ontologico.

Il fuori si e' interiorizzato e il dualismo e' immanente ma potete coglierne solo i sintomi.
Le suggestioni sono radicali soprattutto quando arrivano da intellettuali che non sono ne' accademici ne' organici mentre ap-percepiscono stipendi appunto dalle accademie.
Le forze si compongono e si scompongono, si incontrano e si scontrano caoticamente e casualmente; alla fine di molteplici neutralizzazioni sempre casuali troverete la volonta'.
Le forze sono quantitativamente diverse o attive o risentite in ogni caso tanto per sfuggire al dualismo sono dominate o dominanti.
Prima il caso e poi la volonta'. Prima la gallina casuale e poi l' uovo della volonta'; chi afferra l' uovo senza romperlo e forte e viceversa chi fa la frittata e' debole.
Ovviamente i ruoli sono sempre invertibili; in questo gioco del divenire quelli che afferrano l' uovo o fanno la frittata lo fanno a turno e senza ruoli prefissati una volta per tutte.
Del resto una forza s' annoierebbe sempre ad afferrare l' uovo senza mai poter fare la frittata e viceversa.
La gallina fa un uovo alla volta ma quelli che ci ballano intorno sono tanti.

Tutto si ripete ciclicamente sempre-uguale e sempre-diverso. Sempre ritorna (il medesimo) il movimento del profitto per il profitto in se' (la denaturalizzazione del tempo si e' compiuta). Non si sa' piu' come e' cominciato questo movimento ma si sa' che di sicuro che non cessera di divenire. A certe identita' ne succedono altre, tutte sempre piu' transitorie e prive di origine. Esse si pongono da se' a partire da se' e non in virtu' di una qualche contrapposizione. Beh! qualche barlume di "opposizione" si accende qua' e la' ma ormai e' solo poco piu' che una debole fiammella o un fievole pre-sentimento.
La differenza di autodepone come l' uovo che ha dimenticato l' essere della gallina.
Qui non si giudica, non si misura, non si mettono limiti allo strapotere della prassi sociale. Questo e' il vero regno della liberta' del pensiero che non reagisce piu' alla cattiva vita ma si gira di spalle.

Non c'e nulla di superiore alla vita cosi' come essa e'. Non c'e niente che possa prendere le distanze anche solo nello spazio del pensiero dalla vita quale essa e' stata ridotta sotto il capitalismo.Il sentimento di una vita diversa che si puo' cogliere o presentire nella differenza del pensiero rispetto alla realta', nello scarto o nella piega sempre scoperta tra la riproduzione della vita nel pensiero e la sua positivita' e' abolito per principio.
La vita cosi com'e la devi misurare con la vita cosi com'e.

Non c'e ideologia che tenga. L' ultima e definitiva ideologia e' la realta' cosi' com' e'.
Si sorvola sul fatto che la costituzione materiale della realta' possa essere essa stessa il frutto di un ideologia di una soggettivita' dominante che e' un essere-divenire.

Dioniso va a lavorare in fabbrica ma pare che con questo non abbia perso nulla della sua leggerezza, gioia, attivita' e creativita'.
Dionisio lavora in fabrica ed e' contento.

Il valore di scambio in se' connette un valore d' uso qualunque con un altro valore d' uso qualunque ed ognuno dei suoi corpi non rinvia necessariamente a corpi della stessa natura; mette in gioco regimi di segni molto differenti ed anche stati di non-segni. Il valore di scambio in se' non si lascia riportare né all'uno né al molteplice. Non è fatto di unità ma di dimensioni o piuttosto di direzioni in movimento, non ha inizio né fine ma sempre un mezzo, per cui cresce e straripa…

Quando la mediazione si e' autonomizzata da quelli che media, quando c'e un gregge e nessun pastore comincia l' esistenzialismo.
Quando il padrone e' anonimo i funzionari sono tutti sullo stesso piano di dignita' ontologica.
Il potere e' ovunque e in nessun luogo in particolare non resta che descrivere individuando per ogni funzionario l’esatta posizione, la propria consistenza, le relazioni che esso instaura con altri funzionari, la molteplicità di figure che essi disegnano in concatenamento con altre figure di altri funzionari.
Non c'e niente da cercare al di fuori di questa immanentizzazione del potere in singolarita' molteplici. Qui, il caos non indica tanto il disordine, quanto la velocità infinita con cui si dissipa qualunque forma che vi si profili. È un vuoto che non è un niente, ma un virtuale che contiene tutte le particelle possibili e richiama tutte le forme possibili, che spuntano per sparire immediatamente, senza consistenza né referenza, senza conseguenza. È una velocità infinita di nascita e di dileguamento.

L' identico non ha piu' bisogno di distinguersi macrologicamente dal non-identico perche' lo possiede dall' interno molecolarmente, cosi' come il pensiero non ha piu' da distinguersi dall' altro da se' che tanto ormai si e' installato in esso aggirando le sue ultime resistenze.
L' ontico ha fatto l' ontologico a sua immagine e somiglianza a un grado tale che l' uno e l' altro si muovono all' unisono con la sincronia inconscia delle macchine.
Il "fondamento" e' in continuo movimento e in continua "alterazione" nel tempo; togli un' architettura del potere pesante, statica e metti al suo posto un' architettura del potere leggera, impercettibile, fluida e barocca e l' ontologia diventa la continuazione della politica con altri mezzi.

Chi si ferma e' perduto. Chi si ferma viene istituzionalizzato. Nel correre il piu' velocemente possibile sta' la speranza che le vostre foto segnaletiche vengano cosi mosse da essere irriconoscibili. Anche a voi stessi naturalmente.

 

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