E’ buio nel paese e nell’ordine borghese…Militari nelle strade, polizia nelle scuole. Siamo un paese liberale… Lo spettacolo si fa sempre piu’ concentrato e concentrazionario. Nella crisi capitalistica l’uomo viene ridotto allo stato puro, cioe’ allo stato economico, a merce, semplice parte intercambiabile della immensa macchina sociale del profitto.
La rivoluzione elettroinformatica ha ristratificato la forza-lavoro e diviso i lavoratori tra una elite di iperqualificati e una massa di tecno-esecutori di livello inferiore e di schiavi. Nella crisi, questo processo di riforma dello spazio gerarchico e delle relazioni sociali, mediato, reso possibile, dalle nuove tecnologie viene accellerato, liquidando ogni forma di resistenza: tralaltro, riformando la scuola e rompendo il quadro della contrattazione collettiva. L’intensificazione del Comando e dello Sfruttamento significa salari bassi, precarieta’ e repressione militare da parte di uno Stato che non vuole piu’ coprire i costi di riproduzione/formazione della forza-lavoro. I lavoratori devono essere "just-in-time", avere la flessibilita’ delle macchine e per il resto arrangiarsi (per il resto c’e’ Mastercard?!!). La scuola nello specifico viene ridisegnata come una fabbrica, un’isola fordista in un mare di accumulazione flessibile. In ogni caso la scuola e l’istruzione devono essere totalmente business-oriented. Altro che "formazione del cittadino"! sic!
Tutto nelle politiche educative deve viaggiare sulla linea della retorica dell’efficenza, della prestazione, del servizio al mercato e alle imprese.
Allora, giu’ a "privatizzare la formazione", affossare la scuola pubblica…per intensificare le disuguaglianze sociali, sottomettere in modo definitivo e totalitario la cultura e l’istruzione agli interessi del profitto.
La pedagogia comincia gia’ a somigliare ad una nuova, si fa per dire, scienza del controllo a cui si affida il compito di individuare-isolare (per razza o reddito), perseguire, punire, ripulire i minori, la futura carne da macello da sacrificare al capitale, da qualsiasi passione di rivolta o di autonomia individuale.
Crescente polarizzazione sociale lungo linee di classe, di razza, etnia, sesso, nazionalità – intensificazione della miseria umana su scala mondiale…Ristrutturare/declassare/escludere…segmentare l’istruzione, destabilizzare il proletariato, isolare gli immigrati-potere razziale-occupare le strade con la polizia-terrore e psicopolizia…Ogni zona di vita e’ una zona di guerra.
L’economia e’ la scienza che serve ad arricchire i ricchi, a rendere piu’ potenti i potenti e per il resto c’e’ Mastercard?!: un doppio sistema di vita e d’istruzione…Una volta si chiamava, societa’ di classe.
Particelle, scaglie, schegge, pezzetti, pezzettini di parmiggiano per i poveri.
Avvisi ai naviganti del signor B:non permetteremo l’occupazione delle scuole e dell’universita’"…il diritto di studio viene garantito con i celerini.
Qualsiasi critica sara’ punita. Qualsiasi protesta contro il governo del signor B e la riforma della scuola e’ sotto la regia della "sinistra e dei centri sociali". La democrazia sara’ difesa dalle forze dell’ordine. L’unica realta’ e’ la realta’ del signor B tutto il resto e’ menzogna e disinformazione.
Anno 2008: Amore, Verita’, Bellezza? preferisco dei titoli negoziabili: Milano e’ una citta’ spettrale, un cumulo di macerie. La borsa e’ appena crollata e l’italia e’ sprofondata nel sogno angoscioso della fame e della morte. La gente a Milano vive "nella tragedia" come nel suo "elemento naturale". E. K., un ragazzino di tredici anni, si conserva in vita con espedienti di ogni sorta (tra le altre cose scava fosse al cimitero ma da clandestino perche’ non ha 15 anni) ,si aggira fra le rovine in cerca di cibo per sostenere la famiglia che grava quasi per intero sulle sue spalle…Il padre di E. è costretto infermo a letto da una grave invalidità, non ha documenti e non possiede la tessera alimentare, suo fratello ha disertato durante la guerra in Afghanistan ed ora è ricercato, sua sorella si guadagna favori e regali prostituendosi con i soldati della finanza creativa. La distruzione della borsa ha generato uno spazio di vita indeterminato e privo di qualsiasi orientamento etico, la civilta’ e la cultura sono cenere, residui del passato. In questa quotidianeita’ fredda e contingente, in un groviglio di rovine che e’ un non-luogo E. incontra il suo vecchio maestro (H. E.), nazista convinto che gli fa delle proposte oscene e soprattutto lo assoggetta alla fede che nel mondo i deboli sono destinati a soccombere per garantire la sopravvivenza dei piu’ forti. Persuaso dai discorsi del suo ex-maestro E. avvelena il padre. Nella degradazione integrale che avvolge la citta’ "il maestro" ha trovato le condizioni per far rivivere le mostruose teorie che hanno catturato un intero popolo fino all’autodistruzione e all’annientamento dell’altro, attraverso un bambino smarrito che cerca un "senso" e un riferimento nel suo vagare nel cuore della disintegrazione dell’umano. Dopo aver avvelenato il padre E. torna a trovare il maestro che vigliacco rappresentante della "storia" e della "cultura" appena franata rifiuta di assumersi le sue responsabilita’ e lo respinge come "un’assassino" e un "folle". Il silenzio. E. sconvolto dal rimorso, forse dalla sua indifferenza emozionale nel momento in cui ha avvelenato il padre, non ha il coraggio di tornare a casa. Vagabonda per le strade della citta’, sente il suono di un organo uscire da una Chiesa, ma dopo averlo ascoltato se ne va. Si arrampica su un campanile pericolante da cui vede trasportare via la salma del padre. Si lancia nel vuoto.
Le parole ispirano il veleno. Si inciampa e si corre invano. Le strade sono difficili da ritrovare sotto le macerie. Il cielo e’ grigio, regna il silenzio intensificato da qualche rumore. I dischi con la registrazione dei discorsi di Hitler si vendono ancora, a dieci euro. Tutti galleggiano su un lavaggio di cervello di massa.
Dove una volta la geometria del potere aveva previsto elementi di stabilita’ e di proporzione oggi si intravvedono slittamenti di significati, immagini d’angoscia e di discredito. L’architettura traballa, i significati cedono, i punti d’appoggio crollano. Fabbriche, scuole, borse, mercati, lavoro, non-lavoro, cultura, visioni, concezioni, scene e spettacoli: si è costretti a ridefinire la normalità.
Lode al venerato maestro Milton Freidman, all’economia come religione…e agli yuppies, al tasso naturale di disoccupazione…, lode alla più grande orgia di speculazione finanziaria della storia del capitalismo, lode al giorno del "giudizio universale" quando la gente chiedera’ soldi e non scuse.
" ecco un uomo, nato da ventre di donna, ma i cui gesti, tutti, si sono piegati nel fondo di un cielo intellegibile, il firmamento dei cambi, degli sconti; cieli crudeli, incombenti su brave teste di uomini; cieli che non si piegano su di esse se non per corromperle e disseccarle come le piccole teste delle mummie indiane…non bisogna confondere un uomo libero con un barometro registratore, un dinamometro e un fonografo. Quanti mali puo’ provocare questa confusione quando non si tratta di registrare cifre, ma i pensieri della saggezza morale e le decisioni politiche. Quel che mi ha piu’ schifato dei miei fratelli e’ il fatto di vederli vivere come vermi: i vermi non capiscono nulla dell’attrazione universale, gli uomini non capiscono nulla del loro buon dio, dei propri desideri, delle proprie operazioni: tutto passa al di sopra di loro, ma essi credono di inventare cio’ che li sorvola…Ogni secondo del tempo che passano, che li passava, subiva la pressione del mercato mondiale: gli uomini la subiscono dappertutto, non subiscono altro, ma dopo tante e tali derivazioni di canali e tubature, in cui la forza di quella sembra dissiparsi come vapore, che conservano e comunicano l’illusione dell’indipendenza e perfino dell’autonomia…
Questi uomini erano i pezzi di ricambio di un meccanismo invisibile, che rallentava la domenica a causa della religione e che facevano talvolta attrito per gli accidenti periodici e violenti delle crisi economiche; tutto l’ammasso, tenuto assieme dalle viti, senza valvole, vibrava come un edificio di lamiera; in tutte le citta’ del mondo dei testimoni aspettano il giorno in cui vedranno saltar via il coperchio e schizzar fuori i volani!…
non basta aver afferrato l’essenza e i moventi di una vita inumana per essere immuni dai danni che essa ci fa. Io vivo come un’ombra fra le altre ombre e tutto trascorre con passi ovattati in mezzo alle pietre della febbre.
Tutto quello che sta in piedi attorno a me appartiene ai miei nemici. Non ho nulla, non godo di nulla. Vedo dappertutto le testimonianze di pietra della loro dominazione: chiese, sedi di governo e delle camere, accademie, commissariati, palazzi di giustizia, bordelli, ministeri. Non posso stirare le braccia, senza andare a toccare con le dita le porte di una banca, il petto di un agente, di un cavaliere della Legion d’Onore.
E se voglio far fuggire la donna che amo, quelli mi metteranno il bastone fra le ruote dell’amore. Accorrono da tutte le parti al luogo dove si faccia sentire una parola di protesta, dove si produca un tentativo di liberazione. Quando si ritirano, lasciano piazza pulita: i loro poliziotti, i loro giullari o saggi, agiscono con la sicurezza inconscia delle macchine. A che pensa un tornio verticale? A che pensa l’agente 36541? A che pensa Bergson? Capisco come si debba restare strangolati in questo paese che e’ pieno di generi, varieta’ e famiglie di Homo Oeconomicus.
L’Homo Oeconomicus e’ ora banchiere, industriale, commissario, sensale; si presenta nelle varieta’ di piccolo proprietario, di giocatore in borsa, di chi vive di rendita. Si puo’ incontrare un Homo Oeconomicus funzionario, perfino operaio. E’ un animale contento della propria economia dal profitto supplementare; benche’ ripeta con ardore delle massime come: "non si ha niente per niente", egli riceve questo profitto senza dar nulla in cambio, e tanto ci tiene, quanto piu’ quello e’ veramente gratuito.
E’ tempo di distruggere l’Homo Oeconomicus, suscettibile di ferite; quando e’ nudo, e’ vulnerabile come qualsiasi altro uomo. Ma non e’ persuadibile: non sa’ che ti schiaccia, ne’ perche’ lo fa; il capitale esige che egli schiacci, e’ come una legge divina. Il capitale gli da’ passione e sentimenti sufficienti perche’ possa fare la sua opera con convinzione: anche le passioni aumentano il profitto e il rendimento.
…hanno maschere quando si guardano negli specchi e non riconoscono la loro brutta cera dietro la cartapesta dorata…
E’ il momento di fare guerra alle cause della paura; di rimboccarsi le maniche; ci sara’ tempo per farsi dei fratell…Non esistono che due specie di umane e hanno per unico legame l’odio. Quella che schiaccia e quella che non si adatta ad essere schiacciata. Non c’e mai stato trattato di pace fra loro, non c’e’ che la guerra.
Voi siete soli: quando pranzate, quando siete a teatro, quando siete a letto con una donna, attenzione alle trappole! Gli scenari che attraversate sono proprieta’ del nemico, innalzati contro di voi; dovete distruggerli. Dal risveglio al sonno, anche sprofondati in un letto protettore come un ventre, voi vivete in mezzo a loro: fate quel che fanno le spie rinfocolando l’ira, non concedetevi respiro! Senza odio non potrete penetrare mai nei loro segreti.
Questa guerra e’ intimamente priva’ di nobilta’; in essa gli avversari non sono pari: e’ una lotta questa in cui voi disprezzate i vostri nemici, voi, che volete essere degli uomini. Resterete sempre fedeli al catechismo? Bisogna rifiutare un bicchiere d’acqua ai loro moribondi…si tratta di distruzione…
Non sia immune dall’ira alcuna delle nostre azioni…Solo l’amore e’ pur esso un atto di rivolta e per questo schiacciano l’amore. Ma se troverete che i vostri genitori e le vostre mogli sono del partito nemico, abbandonateli.
Non bisogna temere di odiare. Non bisogna vergognarsi di essere dei fanatici. Io devo loro del male; poco e’ mancato che mi perdessero. L’odio si arricchira’ dell’ira di sapere che esso e’ una diminuzione dell’Essere, una condizione che ha per madre la poverta’.
Spinoza dice che l’odio e il pentimento sono i due nemici del genere umano: ignorero’ il pentimento, vivro’ con l’odio. I doveri onorati, i magici drammi generati nei cuori, altro non sono che simboli di giochi mortiferi per gli uomini….
La Rivoluzione puo’ avere delle ragioni piu’ metodiche, ma poche ragioni piu’ persuasive di questa: per essere un uomo bisogna averne l’agio."
( da Aden Arabia, 1932- Paul Nizan)