indymedia 2.0, uno spiccato senso di interazione unilaterale

Non meravigliatevi se scrivete su noblogs e finite per apparire su indymedia 2.0, non c’e’ nulla di strano, e’ solo uno spiccato senso di interazione unilaterale che consente questo miracolo di proliferazione psicogeografica dei propri contenuti, quali che essi siano, volenti o no. Che ci volete fare, e’ lo spirito di una nuova condivisione e democrazia sociale che si aggira in rete e per me utente poco evoluto non ci sono santi, devo interagire senza saperlo, condividere senza essere consultato, classificato, indicizzato, quadrettato e stare pure contento e gioire.
Io, adesso non mi sto chiedendo cosa sia il web 3.0 ma comunque mi devo adeguare all’effetto rete per il business, sono sicuro che e’ gia’ in via di sviluppo un software che puo’ ragionare al mio posto. Per intanto il sistema e’ abbastanza intelligente da fare a meno del mio parere.
Chiunque mette su la sua piccola fabbrichetta d’informazione mi puo’ integrare e sfruttare, qualsiasi corporate multimediale puo’ sostenere le condizioni del suo profitto monitorandomi e colonizzandomi senza consenso. Ora questo modo di fare ha i suoi credenti ovunque nella gerarchia dell’espropriazione totale, completa, integrale.

E’ in in arrivo una collaborazione, interazione, cooperazione e condivisione forzata di massa. Sono destinato a divulgare la mia vita o le mie fantasie nell’orizzonte di un voierismo patecipativo tra la terra promessa e il denaro.
Partecipative media, citizen journalism, blog, auto-editoria, social networking…css, rss…Fabbrica informazione. Nessuno puo’ pensare di cambiare il mondo con un solo clic, ad ogni modo neanche puo’ pensare di farlo procedendo con la stessa etica di chi si pretende di combattere.
Se lo sfruttamento e’ dissimulato da una piattaforma tecnologica formalmente partecipativa non necessariamente significa che essa conduca direttamente nel regno della democrazia piuttosto che dentro un architettura dello sfruttamento. L’assenza di senso storico e’ preoccupante.
Che delle imprese capitalistiche per fare soldi utilizzano alle spalle degli utenti i loro contenuti o la loro pura e semplice partecipazione (sfruttamento della produzione creativa degli utenti) e’ un dato di fatto. Che promuovano ideologie complementari sulla condivisione e l’interazione ecc. anche cio’ e’ risaputo. Il fatto incomprensibile e ambiguo e che i critici o presunti tali di questo sistema di sfruttamento adottino acriticamente gli stessi comportamenti e gli stessi metodi e in fondo le stesse strategie.

La negazione strettamente simbolica della gerarchia si combina alla perfezione con la gerarchia immutata del profitto e dello sfruttamento sociale. Dov”e la differenza?
Progetto Guttemberg e il bing-bang tecno-sociale.

 

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20 risposte a indymedia 2.0, uno spiccato senso di interazione unilaterale

  1. h scrive:

    certo che tutto sto casino…
    però che i tuoi articoli finiscano su wikio ti fa assai piacere:
    http://www.wikio.it/search/indymedia

  2. tro scrive:

    epperò, scusa boik se uso il tuo blog che io di scrivere alle liste di indymedia non c’ho voglia, mi puoi spiegare con che modalità linkate i post di noblogs?
    no perché il mio è ancora appeso li sulla home della nazionale da ieri sera, insieme ad altri post a muzzo (cioè che non seguono l’ordine di pubblicazione di noblogs)e con la stessa ora, e hanno pubblicato decine di post dopo il mio
    tanto così per curiosità eh, non ci muoio se non me lo dici

  3. ombra scrive:

    Ogni frittata ha due facce, entrambe meritevoli della stessa attezione perchè significative di due modi di vedere una realtà. Accusare quancuno di volere rigirare la frittata è semplicemente volersi spostare dall’oggetto della discussione al personalismo. Una pratica tanto comoda quanto sterile.
    Sul resto, sulle tue considerazioni, non ho molto da aggiugere, salvo il fatto che:

    1-il tuo concetto di relazione è assolutamente tuo personale. Assolutizzarlo è un gesto scorretto. A me nello specifico instaurare _quel_ tipo di relazioni cui vai discorrendo, personalmente non interessa. E non mi interessa proprio perchè NON ho fiducia in quel web 2.0 di cui ti riempi la bocca. E non ho fiducia nelle relazioni virtuali che veicola. Per cui, magari, prima di sentenziare come un giudice, capisci ciò che hai di fronte. Capire è un esercizio piu’ complicato di sparare a zero. Ma in fondo i blog e il web 2.0 serve anche a questo no? Criticare e esprimere un’opinione sulle relazioni, non volendo instaurarle. E’ la vita.
    2- non credo che nessuno abbia anteposto delle esigenze tecniche alle relazioni. Semplicemente trovo irrealistico che ci si mettere a INSTAURARE RELAZIONI con centinai di blogger. Quali relazioni poi, non l’hai spiegato. Detto questo la presenza su Indymedia dei riferimenti a ciò che viene pubblicato su noblogs, io la ritengo una utile forma di compenetrazione dei saperi. Che va proprio al di là della costruzione di un polo “alternativo” della comunicazione (come possono essere i vari siti internet cosiddetti d’area, nei quali sei utente e basta). Il non-controllo di quel che viene scritto dovuto al decentramento delle forme si scrittura, a me pare una bella modalità di relazione. Tanto è vero che questo post è comparso su Indymedia.
    3- Mi sa che non hai capito molto bene il percorso messo a punto da Indymedia. Peccato. Ma non mi straccero’ le vesti. Noto che invece persiste una modalità di critica molto interessante, volta alla decostruzione dell’altro piuttosto che all’interazione. E in questo modo non giocherei neanche a Dama con te.

    Adieu

  4. novus scrive:

    Nulla da dire sul tuo iNpeccabile ragionamento e nemmeno suoi tuoi gusti personali.
    Però Indymedia Italia sta cambiando, pur tra mille sali e scendi, ma si sta muovendo. E forse la direzione giusta è proprio quella dell’immobilità, come uno che sta su un post ma senza correre… perché successivamente, se tutto va come deve andare, verrà un altro post ed un altro ancora e lì sembrerà di correre!

    Vabè di’ pure quello che vuoi, che comunque lo dici bene 🙂

  5. spiff scrive:

    Con alcuni commentatori del post (ad es. ombra) discutere e’ come giocare a tresette con uno che quando chiami a denari risponde a coppe. Non e’ divertente. Rigirare le frittate prima che si attacchino e’ un’arte ma bisogna evitare che restino apiccicate al soffitto. Un altro ha una mentalita’ da poliziotto (v.nhk…) ma si traveste da sovversivo. Altri hanno detto delle cose sensate al di la’ di ogni astio gratuito (Tro e non solo). Rispondo agli accidiosi e a quelli che quando fumano diventano paranoici…

    E’ importante parlare con le parole di canzoni molto popolari se no e’ come parlare alle pareti e non si puo’ parlare a delle pareti che, come in
    Fahrenheit 451, ti urlano contro. Non e’ facile parlare con sordi dall’udito acuto e con ciechi dalla vista di lince. Ci sono crani cosi’ pieni di dati non comustibili, imbottiti di fatti, fino al punto che credono di essere ben informati e gli altri no e dunque avvertono il webs e la rete vicina ad quasi a un tiro di coca. Se i loro dati non bruciano la loro coda invece non e’ per niente ignifuga. Ognuno gode come puo’, c’e’ chi si masturba ma non ha perso la vista per questo e chi gode con lo stupore di aver pensato, quando non fa che replicare, o con la sensazione di essere in movimento anche quando sta’ fermo come un coglione in mezzo al traffico tra i gas di scarico. Di gente che corre restando ferma sul post ne ho vista fin troppa. Storie da impiegatucci virtuali a caccia del doping della compensazione. Storie di piccoli borghesi alla disperazione che a caccia di un senso corre dietro alla tecnologia ma.., come si dice: se ti metti a correre dietro alla tecnologia quella corre piu’ forte…
    Quando l’orizzonte si allontana mentre gli corrono incontro questi nuovi auto-flagellanti del web 2.0 si attaccano al brand scambiando logica con logo, il logo, parola che gli da’ un un certo brivido per l’assonanza con ego.

    Ogni sottomissione da’ diritto a qualche potere e non c’e’ potere che al prezzo della sottomissione.

    Quesi quanti del sistema del controllo dell’informazione si atteggiano a “specialisti”, vastita’ crerebrali da “tecnici”, e con la loro bibbietta fai da te’ hanno la loro casalinga narrazione divina che filtra che impartisce istruzioni su quanto uno deve o non deve fare, pensare non pensare, dire o tacere; fornisce una guida sul linguaggio da usare o meno (bestemmia), alle idee da evitare (pena l’ eresia), sui simboli da accettare o no (pena l’ idolatria). Se poi l’ideologia e’ incorporata nelle macchine, apriti cielo!, si sentono dei missionari, si esaltano al massimo grado, e sono sempre pronti a dispensare il consiglio giusto, non potendo dare piu’ alcun cattivo esempio, al blogghista di turno dal comportamento scorretto. Ovvio! vi pare normale che uno si metta a fare domande? che sollevi una questione?…

    E’ bello nascondersi dietro le esigenze tecniche della “macchina”, e’ meraviglioso concludere ogni predica con u: “cosi’ va’ la rete!”.
    E’ fantastico vivere in uno stato onirico nel quale siete convinti che i vostri sogni siano la realta’ e che siete pure svegli!.
    Non e’ piu’ importante parlarsi, l’importante e’ assumere un logo. Un’idea della classe dominante nella sua forma antagonistica.
    La tutela dell’ordine repressivo della comunicazione si nutre e si alimenta di questi quantini infiniti, parcellari e portatili del controllo.
    Si sa’ che ci sono cento modi di essere a fianco del potere.
    Si crede di morire per il web 2.0 e si muore per il capitale. Per non dire che la storia, qualsiasi storia, raccontata e ridotta ai termini di una dialettica tra “comunita’ locali e comunita’ nazionali” sic!! San patrignano docet.

    Beati sono i santi, i cavalieri e i fanti;
    beati i vivi, i morti ma soprattutto i risorti
    Beati sono i ricchi perché hanno il mondo in mano
    Beati i potenti e i re e beato chi è sovrano
    Beati i bulli di quartiere perché non sanno ciò che fanno
    Ed i parlamentari ladri che sicuramente lo sanno
    Beata è la guerra, chi la fa e chi la decanta
    Ma più beata ancora è la guerra quando è santa
    Beati i bambini che sorridono alla mamma,
    Beati gli stranieri ed i soufflé di panna
    Beati sono i frati, beate anche le suore
    Beati i premiati con le medaglie d’oro
    Beati i professori, beati gli arrivisti ,
    I nobili e i padroni specie se comunisti
    Beata la frontiera beata la finanza
    Beata è la fiera ad ogni circostanza
    Beata la mia prima donna che mi ha preso ancora vergine
    Beato il sesso libero si ma entro un certo margine
    Beati i sottosegretari i sottufficiali
    Beati i sottaceti che ti preparano al cenone
    Beati i critici e gli esegeti di questa mia canzone

    Rare tracce di signori
    benpensanti e non creduti
    traffichini grossi e astuti
    ricchi forti e incensurati
    Rare tracce di vita su Marte
    Venere e Plutone
    rare tracce di un cannone
    che ha sparato ha ucciso
    ha fornicato
    Rare tracce di peccato
    di sevizie di ricchezza
    rare tracce di tenerezza
    in un mondo che si nasconde
    nella propria incolumità
    Rare tracce di un passato
    che è passato e che ritorna
    lascia un segno e poi sparisce
    dove andrà ?
    Rare tracce di un treno
    che parte veloce e spedito
    rare tracce di un perito
    di finanza e di evasori
    rare tracce di buoni gestori
    nella nostra società.
    Ma io conosco le mie virtù
    i miei difetti la mia volontà
    ed io riconosco che ci sei tu
    e faccio tutto, penso scrivo rubo mangio
    per conoscerti di più
    Rare tracce di gente
    che lavora che produce
    quando chiede nulla scuce
    a un sistema che non va
    Rare tracce di fortune
    che si perdono alla sera
    da teppaglia ammanicata
    capace solo di
    opinare ponderare deliberare prevedere
    escogitare ideare meditare concepire
    elucubrare congetturare arbitrare giudicare
    disserrare spalancare strombazzare armeggiare
    appagare tracce rare
    di chi è capace di operare
    agire realizzare effettuare avverare
    concretare esercitare lavorare addestrare
    assuefare applicare elaborare manipolare
    arrischiare rinunciare smanovrare ammansare
    smandrappare detestare adorare esecrare
    (R. Gaetano)

  6. ombra scrive:

    Io credo che la questione sia sempolice:

    1- Come è stato detto da unodeitanti è impossibile e anche un po’ contraddittorio voler controllare l’informazione sulla rete, oggi. Dirò di più. Mi sembra soprattutto anacronistico e (questo si) un po’ vetero. Ma tant’è.

    2- Chi visita Indymedia non trova i riferimenti a Noblogs sparsi per il sito, ma in un’apposito box. Questo vuol dire che quando clicca su quell’elenco, sà che puo’ trovare tutto l’universo che i blog possono rappresentare (che ne è allo stesso tempo il limite e la potenzialità). Ovvero personalismi, cazzate, am acneh ragionamenti, segnalazioni e cose fike. Proprio come quando vai su noblogs.org e vedi lo _stesso_ elenco. Non capisco quindi questo volersi celare, se poi, addirittura sulla pagina noblogs.org si puo’ correre il “rischio” di venire segnalati in “ben” 3 elenchi contemporaneamente. Posso capire che magari uno non voglia apparire in alcuni luoghi. Ma il problema è allora un altro ed è all’origine:
    -o si producono i feed o non si producono.
    -se si producono non si puo’ voler controllare CHI li usa. E’ un po’ come con le licenze libere. Se produci materiali posti sotto licenze libere, non puoi impedire a nessuno di riprodurli, neanche ai fasci. Gia’. Ora, l’accostamento è un po’ forte, ma io penso che visto che le policy di noblogs e di Indy sono uguali, il problema di “compatibilità” non esista.
    3- sulle modalità, è vero che uno puo’ essere piu’ o meno garbato nel fare le cose. Detto questo questo ridurre il “problema etico” (perchè cosi’ è stato presentato) ad una questione di cortesia o di comunicazioni mancate, mi pare davvero poco sensato e poco utile.
    4- non rispondo degli altri. Anche se sono indyani.

  7. tro scrive:

    oNbra: ma infatti mi è parso di leggere da spliff che avrebbe sperato qualcosa di DIVERSO da indymedia e non i soliti “ma da quando in qua”?
    Poi quello di avvisare non è idea così astrusa, perché se si vuole si trova il modo senza dover scrivere a tutti i bloggers.
    A me sinceramente di apparire su indymedia italia non urta né piace, e credo spiaccia di più a chi va su indy, apre il mio blog e trova i muri di casa mia.
    Comunque, hai definito la discussione “ridicola”. I giudizi personali mi urtano sempre un po’ ma se devo accodarmi al tuo giudizio, a me l’unico ridicolo qui dentro sembra il tuo compare indyano nhk.

    babi: ma allora spiff uguale cyb? e momo chi cazz è? 🙂
    baci

  8. unodeitanti scrive:

    Caro/a Boink, ti risponderò nel merito della tua critica perchè merita una considerazione più generale.
    Il web 2.0 può anche essere solo una bufala, una semplice trovata di marketing di rete; può anche darsi, ma la produzione dei feed significa anche rinunciare al desiderio di dominio e di controllo sulla tua informazione. E poi, ha senso oggi nel web parlare di “propria” informazione? Di forzata condivisione?
    Indy potrebbe anche filtrare il tuo blog, ma se poi esso venisse ripreso da un’altro sito, e da un’altro ancora, e indy dovesse linkare quest’ultimo, il tuo feed finirebbe ugualmente sulla home di indy. L’informazione non la controlli, credo sia questa la grande lezione della rete. Per questo è delirante chiedere le cose che chiedi. Forse faresti meglio a non produrli questi feed e metterci una bella pietra sopra, e magari trasformare il tuo fichissimo blog in un vernissage ad inviti ultra selezionati.

  9. novus scrive:

    Va bene spiff, ti hanno sbattuto dentro indymedia con la forza. Almeno cerca di conoscere meglio i tuoi aguzzini, perchè se li immagini come “giornalisti indipendenti” o persone che animano un “telegiornale quotidiano” significa che sei sulla strada sbagliata.

    Sulle affinità.
    Ti sei mai accorto/a che indymedia e noblogs hanno più o meno la stessa policy? Perciò normalmente una persona che abbraccia i principi fondativi di noblogs non dovrebbe avere nessun problema ad accettare anche quelli di indymedia. Forse la tua alienazione ti dice di fregartene delle policy, ma almeno un’occhiata la dovresti dare… per conoscere la direzione che vuole prendere un progetto, come giustamente richiedi nel tuo ultimo intervento, e capire il perché di certe scelte.
    Comunque la questione che poni è degna di discussione, almeno sul lato delle pubblicazioni a carattere “personale” che poco centrano con indy. Per questo ti consigliavo di scrivere in lista oppure, se proprio non vuoi avere niente a che fare con indy, apri un topic sul forum di noblogs. Però vedrai che le persone che ti risponderanno saranno quasi le stesse che ti risponderebbero su indy! 🙂

    ciao

  10. ombra scrive:

    Vabbè, la cosa ha preso una via alquanto ridicola quando non ideologica.
    Il che francamente rispecchia molto la situazione di pantano nella quale si è immersi. Da quando in quà per LINKARE o prendere il FEED di qualcuno, ci vuole una “relazione” o una “richiesta”. MA stiamo scherzando? Alla faccia dell’idea di condivisione. Cioe’ se io decido di linkare una cosa devo avere una relazione con chi produce l’indirizzo web che linko? Questa è etica? MA per favore. A me sembra piuttosto l’ennesimo motivo per innescare una discussione sul fumo.
    Indymedia doveva mandare una mail a tutti i blogger? Spero sia uno scherzo.
    Per il resto gran parte delle cose delle è incommentabile per la tristezza che suscitano.
    Solo uan cosa effettivamente puo’ essere oggetto di dibattito. Ed è la cosa che dice Babi rispetto ai blog personali. Cosa che effettivamente abdrebbe risolta o quantomeno affrontata.

    ciao, vado a instaurare relazioni con tuti quelli che prendono il volantino che ho appena stampato.

  11. babi scrive:

    tro hai ragione, infatti anche io credo che si dovrebbero leggere i contenuti e non stare a vedere chi li scrive ma quando ho letto quella frase ho iniziato a ridere come una scema 😀
    cyb adesso non c’e’ e per caso mi sono letta tutti i commenti ma su quella frase mi e’ esplosa una sonora risata e mi sono immaginata la sua faccia quando la leggera’

    cmq se posso dire la mia quando mi sono accorta che ci stavano i feed sulla home di indy mi e’ venuto in mente il film di godard sympathy for the devil ma e’ anche vero che non e’ sempre facile che si capisca cio’ che vuoi trasmettere, almeno io sono negata e si vede.
    da oggi mi do agli aforismi nel mezzo ci scappa pure che riesco a mettere qualche parola che mi riguarda.. cosi’ insomma fa fine ma non impegna.

    la cosa piu’ buffa e’ che si chiede di scrivere su una lista nella quale uno non e’ iscritto e dovrebbe esporre la le sue perplessita’. doh.. io ho aperto un blog qui mica su indymedia e credo che la discussione o appunto uno stralcio di comunicazione avrebbe dovuto esserci qui mica sulle liste di indy.

    io comunque mi chiedo che tipo di affinita’ ci puo’ essere tra il mio blog che e’ personale delirante e molto spesso metto quello che mi passa per la capa in quel momento, sulla pagina di indy italia.. mah magari prima o poi qualcuno l’ho spieghera’ nel frattempo mi arrangio.

    baci tro

  12. ZK scrive:

    ————————————–
    “Neppure una email o un avviso di merda che dica con quattro parole …: cari noblogghisti vi feeddiamo gli rss su indymedia che ne pensate? Lo facciamo per categorie “affini”..mediaactivism oppure ecc.”
    ————————————–

    discussione condivisione prendere decisioni *insieme*… roba da comitatocentraleveterostalinista!
    già già.

    ma dov’è che ci siamo persi? ma da quando non si pensa più? ma l’autocritica, il ripensamento su una decisione errata sono diventate un’onta?

    beh allora… vada come vada.

  13. tro scrive:

    babi, ma davvero secondo te nkh “dovrebbe conoscere il tipo con il quale sta interloquendo”?
    Non credo questo lo/la risparmierebbe da ulteriori merdate nonché minchiate
    E poi..sul web i soggetti si conoscono per ciò che comunicano.
    E boink ci sa fare assai.

  14. babi scrive:

    non entro nel merito di questa discussione tra maschietti, almeno da come sembra.., che c’e’ gia’ un allungamento di troppo

    pero’ questa e’ da incorniciare

    “fai cacare, tu e la tua prosopopea da bauscia”

    bwahahahahahah

    nkh non ti conosco ma ti assicuro che non hai capito una mazza, sicuramente non conosci il tipo con qui stai interloquendo su sto blog o una cosa cosi’ non l’avresti mai scritta 😀

    baci a O

  15. nkh scrive:

    ma che lagnanze da secchione elementare vai sfoderando?
    ma in quale gorgo di depressione stai vorticando?
    ma di quale etica parli?

    tzk..
    in effetti hai ragione.
    non so chi abbia avuto la malnata idea
    di aggregare il tuo blogghetto da onanista del web.

    la pausa noi l’abbiamo presa, ora stiamo ripartendo.

    visto che sei gonfio di boria da far vomitare
    ti giro l’invito alla pausa, magari ti aiuta a vedere
    la miseria che hai dentro.

    fai cacare, tu e la tua prosopopea da bauscia.

    Saluti e baci

  16. spiff scrive:

    Cari internauti commentatori, meno male che ci siete voi ad illustrarmi l’oggettiva fatalita’ di certi meccanismi della comunicazione sul web che se no io restavo nell’ignoranza piu’ oscura. E vi ringrazio per questo. Purtroppo pero’ mi sembrate un tantino fuori tema dal momento che ho sollevato una questione etica (sempre che la parola vi dica ancora qualcosa) che riguarda, non una multinazionale della comunicazione, ma un collettivo (indymedia 2.0) che si autodefinisce portatore di un’altra e diversa cultura della comunicazione. La cosa in genere significa accettare certi usi di alcuni strumenti e respingerne altri, soprattutto significa interagire e relazionarsi in maniera democratica. La “condivisione”, per quel che mi ricordo, e’ un affare tra pari che si parlano…
    Se vivete col mito del web 2.0 e l’idolatria degli Rss o dei feed dimenticando cosa dovrebbe distinguervi da un qualsiasi capitalista multimediale fate pure. I miei contenuti possono anche finire sui muri di un cesso di una stazione centrale, la cosa non mi disturba ne’ mi turba. Non mi turba e magari sono anche contento che qualsiasi individuo si prenda gli rss del mio blog ma se non sbaglio indymedia 2.0 e’ un’aggregatore, e sempre se non mi sbaglio nella mitica fantasmagorica blogsfera da basso prezzo e’ il singolo che decide o meno di far parte o meno di un aggregatore di blog. Chenneso tipo Kilombo per dire…(ma visto che non ci sono affine non ci sto’). Ripeto, ho sollevato una questione etica e voi mi coprite di luoghi comuni, mah!… Certi comportamenti me li aspetto e li metto in conto che arrivino da determinati soggetti, che in rete sono dominanti e con cui non condivido nulla. Dagli altri mi attendo una certa etica comunicativa indipendentemente dalla piattaforma che utilizzano. Se diversamente si ingegnano a istituire relazioni tecnicamente anonime, tanto perche’ la tecnica lo permette, interiorizzano una morale da commercianti o produttori di slogan per shampo o d’informazione giusto per il marketing da compensazione delle proprie frustrazioni psicosociali per me va bene uguale. Volevo solo capire. Mica mi scandalizzo. Non sono qui a tutelare i “miei” contenuti. Non sto cercando di proteggere nulla. Da chi dice di avere un una serie di valori spero in un atteggiamento conseguente. Se non c’e, pace e punto a capo.

    Non comprendo di quale “affinita’” si parla quando, grazie alla tecnica mirabile, si attuano processi decisionali senza sviluppare relazioni nel rispetto di se’ e degli altri. Neppure una email o un avviso di merda che dica con quattro parole …: cari noblogghisti vi feeddiamo gli rss su indymedia che ne pensate? Lo facciamo per categorie “affini”..mediaactivism oppure ecc. Non temete non e’ in discussione il fatto, puramente tecnico, che voi possiate fare rss di noblogs…fate, chi se ne frega! ma, non venite piu’ a raccontare menate sull’informazione indipendente, la comunicazione dal basso, la condivisione ecc. Poi, per chi non lo sapesse i Blog sono voci spesso scritte in fretta, chiacchiere, pettegolezzi o storie personali o metapersonali che non sono obbligate necessariamentea rispondere ad alcun criterio di oggettivita’, o verita’ o di ricerca accurata e fondata ecc. E’ vero esistono anche blog collettivi di ricerca su tematiche specifiche ma non mi sembra questo il caso. Volete rss o feed o come vi pare l’alveare noblogs? e chi ve lo impedisce? nessuno. Se vi beate del cinismo dot.com-morale-piccolo-borghese nessuno vi fa le pulci basta che non lo travestiate da “progetto alternativo”, “informazione indipendente”, “etica comunicativa anti-corporate” ecc. Internet non e’ una religione.
    Anche la mancanza di direzione puo’ essere una risorsa. Io scrivo da dentro la mia alienazione e cronica instabilita’ di forme di vita e voi?
    Giocate a fare i giornalisti indipendenti? volete il vostro luogo, o nicchia, privilegiata per “auto-affermarvi”? Ognuno riempie il vuoto come puo’…

    ps. oltretutto se vado a vedere la descrizione di indymedia italia su google mi ritrovo ad avere i miei deliri su di un portale di “Network di giornalisti indipendenti. Raccolta di materiale ai fini legali, notizie urgenti per le azioni legali, pubblicazione di materiale…”-“Indymedia Italia e’ un telegiornale quotidiano fruibile a qualsiasi ora da chiunque abbia un computer collegato a internet. In un epoca di colonizzazione …”: che minkia c’entro io con questa cosa? Secondo me se vi riprendete un altra e piu’ lunga “pausa di riflessione” male non vi fa……..

    Saluti e baci

  17. opinionista scrive:

    Signor Boink essendo interessato ai suoi post vorrei sapere se fosse possibile abbonarmi a questo blog.
    Condivido la sua scelta di non volere che i suoi feed vengano raccolti gratuitamente.

    La ringrazio,
    distinti saluti
    O

  18. nkh scrive:

    a boink,
    ma facce er piacere…
    me sa’ che c’hai er cervello in glaciazione.
    se produci feeds un significato ci sara’,
    se invece ti senti espropriato dei tuoi contenuti
    evita di generarli cosi’ non fai la figura del babbo che stai facendo.

    oltretutto vedo che hai aperto il blog il giorno dopo che e’ stata “congelata” indy 0.1
    è solo una casualita’?

    “La vigliaccheria intellettuale è diventata la vera disciplina olimpica del nostro tempo.”
    – Jean Baudrillard –

  19. ombra scrive:

    Nel momento in cui decidi di aprire un blog, ti sei già proiettata nella dimensione di cui stai parlando. Il blog è concepito per essere un media “tentacolare”, passami il termine.
    Ovvero un media che non si risolve in sè stesso, ma che produce una modalità di condivisione delle informazioni tramite i feed.
    Nel momento in cui “decidi” di produrre i feed, non ti puoi stupire che poi essi vengano usati.
    Per altro, l’aggregazione di Noblogs su Indymedia è semplicemente un modo per rendere più sinergica e virale la comunicazione. I social network GUADAGNANO dai tuoi contenuti. Indymedia al massimo ci rimette soldi di banda. Ma a parte questa polemica di bassa lega il punto è un altro: se decidi di condividere dei contenuti sul web, poi non ti puoi stupire della dialetica privato/pubblico. Il web è pubblico e se qualcuno decide di usare quello che tu (forse inconsapevolmente) produci, la critica deve essere piu’ un’autocritica.

  20. novus scrive:

    Ma quale condivisione forzata?!?
    Indymedia non obbliga proprio nessuno a partecipare al proprio progetto. Scrivi in lista di gestione ed esprimi la tua idea, che una soluzione si trova sempre.
    http://lists.indymedia.org/…/listinfo/italy-list

    E comunque l’idea,credo, è quella di tessere una relazione tra due soggetti virtuali molto simili tra di loro nella “filosofia” di base che promuovono e sostengono, cioè quella dell’anonimato nell’informazione che riguarda le lotte sociali. Quindi personalmente non ci vedo nulla di strano nell’aggregazione.

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