amore tossico

L’inquinamento mentale, previsto da Pasolini, prodotto dal potere consumistico, dal "tecno-fascismo", brucia, rinnovandosi, negli inceneritori sparsi nel paese cosi’ come nelle strade di Napoli. I rifiuti, le spoglie mortali della merce, si sono accumulate all’inverosimile, allo stesso ritmo con cui gli italiani accumulavano nella loro menti "egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo".
L’intossicazione culturale e mentale inesorabilmente ha prodotto le sue scorie, la sua scia di morte. La demenza dell’ideologia dello sviluppo economico abbracciata ad ogni latitudine culturale e politica e’ intrinsecamente tossica; la sua logica e’ l’alterazione, il degrado, la contaminazione, la distruzione, il consumo del vivente in nome della ricchezza astratta; le sue conseguenze naturali il degrado ambientale, danni cerebrali che crescono alla stessa velocita’ dei tassi d’interesse.

La spazzatura accumulata nelle strade di Napoli e’ solo uno dei sintomi dell’inquinamento mentale generalizzato che ha contaminato ogni forma di vita in questo paese. Le soluzioni che vengono proposte mancando il riconoscimento dei rapporti fondamentali, delle cause, di una malattia culturale cronica si limitera’ a rimuoverne solo parzialmente e superficialmente i sintomi.
Il sovraccarico tossico della cultura e’ cosi’ totale che il veleno scorre senza soluzione di continuita’ dagli idioti programmi d’intrattenimento alle discariche.

I politici indossano una tranquilla espressione di cauto ottimismo mentre gia’ ricorrono alla polizia e all’esercito. La realtà, messa a punto dal governo viene trasmessa, ossessivamente, ogni minuto, dalla televisione. Il ministro dell’interno afferma perentoriamente: "Nessun dialogo è possibile con chi lancia molotov e bombe carta. Con chi usa la violenza come metodo di convincimento" e intanto a roma i negozi bengalesi vengono devastati dai neonazisti e l’informazione di regime si spreca in quanto a comprensione della "rabbia popolare" contro i Rom e le molotov lanciate contro i campi nomadi.

I cassonetti e i giornali traboccano di rifiuti, la spazzatura indifferenziata sale…(3)(4)

"se la parola fascismo significa la prepotenza del potere, la ‘società dei consumi’ ha bene realizzato il fascismo".

Scriveva Pasolini, il potere e’ un sistema di educazione che ci divide in soggiogati e soggiogatori. Si tratta aggiungeva, di uno stesso sistema educativo che forma tutti dalle classi dirigenti, giu’ fino ai poveri. Tutti vogliono le stesse cose e si comportano nello stesso modo:
"Se ho tra le mani un consiglio di amministrazione o una manovra di Borsa uso quella. Altrimenti una spranga. E quando uso una spranga faccio la mia violenza per ottenere ciò che voglio. Perché lo voglio? Perché mi hanno detto che è una virtù volerlo. Io esercito il mio diritto-virtù. Sono assassino e sono buono."

Il "nuovo modo di produzione", quella che Pasolini definiva la "seconda rivoluzione borghese", ha creato attraverso una nuova qualita’ della merce una nuova qualita’ dell’umananita’: "persone che avvalorano la vita solo attraverso i suoi Beni di consumo (e, s’intende, vanno ancora a messa la domenica: in macchina)."
Gli iataliani hanno accettato con entusiamo questo nuovo modello culturale che si sviluppa secondo "le norme della Produzione creatrice di benessere". Ma essi non sono davvero in grado di realizzarlo o lo realizzano materialmente in parte "diventandone la caricatura, o non riescono a realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime. Frustrazione o addirittura ansia nevrotica sono ormai stati d’animo collettivi."  

I proletari e le classi subalterne italiane che subiscono il "tecno-fascismo", il potere consumistico, sono vittime di un "genocidio culturale" che distrugge "il loro modo di essere, il loro modo di comportarsi, di parlare, di giudicare la realta’".
Il modello che ha sostituito la loro "cultura" e’ un modello di vita borghese(consumistico) che li ha borghesizzati: la collocazione di classe ora e’ dunque "puramente economica e non piu’ anche culturale":
"La cultura delle classi subalterne non esiste (quasi) più: esiste soltanto l’economia delie classi subalterne. E ho ripetuto già un’infinità di volte in questi miei maledetti articoli che l’atroce infelicità o aggressività criminale dei giovani proletari e sottoproletari deriva appunto dallo scompenso tra cultura e condizione economica: dall’impossibilità di realizzare (se non mimeticamente) modelli culturali borghesi a causa della persistente povertà mascherata da un illusorio miglioramento del tenore di vita."

Il modello culturale imposto dal "tecno-fascismo", dal potere consumistico, e’ un modello metafisico di ogni possibile figura vivente". A tale modello non ci sono alternative: ma solo varianti. Esso genera un totalitarismo quasi senza limiti che muta antropologicamente gli italiani.
"Ora, tutti gli Italiani giovani compiono questi identici atti, hanno questo stesso linguaggio fisico, sono interscambiabili; cosa vecchia come il mondo, se limitata a una classe sociale, a una categoria: ma il fatto è che questi atti culturali e questo linguaggio somatico sono interclassisti. In una piazza piena di giovani, nessuno potrà più distinguere, dal suo corpo, un operaio da uno studente, un fascista da un antifascista; cosa che era ancora possibile nel 1968."

La responsabilita’ dei mezzi di comunicazione di massa in tutto questo e’ enorme. Essi sono uno strumento di potere e potere essi stessi. Centri elaboratori di modelli e messaggi culturali i media di massa, come la televisione e i giornali…, sono il "luogo" (o il "non-luogo") dove si concretizza una mentalita’ che altrimenti non si saprebbe dove collocare.
"È stata la televisione, scrive Pasolini, che ha, praticamente concluso l’era della pietà, e iniziato l’era dell’edonè. Era in cui dei giovani insieme presuntuosi e frustrati a causa della stupidità e insieme dell’irraggiungibilità dei modelli proposti loro dalla scuola e dalla televisione, tendono inarrestabilmente ad essere o aggressivi fino alla delinquenza o passivi fino all’infelicità (che non è una colpa minore)".

Il "tecno-fascismo" al posto vecchio clerico-fascismo ha trasformato le classi subalterne in caricature del padrone; li ha colonizzati fino a farli diventare come i padroni, altrettanti "predoni, che vogliono tutto a qualunque costo". Una "cupa ostinazione alla violenza totale" fagocita tutti, i dominati e i dominatori:

"Non dico che non c’è il fascismo. Dico: smettete di parlarmi del mare mentre siamo in montagna. Questo è un paesaggio diverso. Qui c’è la voglia di uccidere. E questa voglia ci lega come fratelli sinistri di un fallimento sinistro di un intero sistema sociale. Piacerebbe anche a me se tutto si risolvesse nell’isolare la pecora nera. Le vedo anch’io le pecore nere. Ne vedo tante. Le vedo tutte."
Le rinascenti "false opposizioni arcaiche dei regionalismi o dei razzismi" al "tecno-fascismo" "trasfigurano in superiorita’ ontologica la volgarita’ delle posizioni gerarchiche del consumo", sono costruite sulla rimozione delle contraddizioni reali secondo i livelli particolari di miseria che allo stesso tempo sostengono e smentiscono.

"Voglio dire fuori dai denti: io scendo all’inferno e so cose che non disturbano la pace di altri. Ma state attenti. L’inferno sta salendo da voi. È vero che sogna la sua uniforme e la sua giustificazione (qualche volta). Ma è anche vero che la sua voglia, il suo bisogno di dare la sprangata, di aggredire, di uccidere, è forte ed è generale. Non resterà per tanto tempo l’esperienza privata e rischiosa di chi ha, come dire, toccato "la vita violenta". Non vi illudete. E voi siete, con la scuola, la televisione, la pacatezza dei vostri giornali, voi siete i grandi conservatori di questo ordine orrendo basato sull’idea di possedere e sull’idea di distruggere. Beati voi che siete tutti contenti quando potete mettere su un delitto la sua bella etichetta. A me questa sembra un’altra, delle tante operazioni della cultura di massa. Non potendo impedire che accadano certe cose, si trova pace fabbricando scaffali."

Il nuovo potere consumistico, il "tecno-fascismo" si realizza nel contesto di una sua propria ideologia edonistica, un contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo:
in quella che Debord definiva "ideologia della democrazia: vale a dire liberta’ dittatoriale del Mercato, temperata dal riconoscimento dei Diritti dell’uomo spettatore".

1-"Siamo tutti in pericolo". Intervista L’Unità 1 novembre 1975;
Scritti corsari-P.P.Pasolini
2-La societa’ dello spettacolo-G.Debord

3-il Coisp(sindacato di polizia) mette le mani avanti e avverte:
"siamo molto preoccupati perché l’aria che si respira è quella di piazza Alimonda a Genova durante il G8, con in più tantissimi camorristi avvezzi all’uso delle armi da fuoco nel caos di eventuali tafferugli. Temiamo che possa scapparci qualche morto, tanti poliziotti feriti e che si getti di nuovo la colpa di eventuali violenze addosso ai poliziotti come accaduto a Genova. Abbiamo già un poliziotto ustionato da molotov e conquistare Marano e le cave di Chiaiano sarà un po’ come conquistare "Bagdad" (così è stata descritta Marano tra le barricate dalla BBC in Inghilterra.). Sarà infatti possibile prenderla, mentre cosa ben diversa sarà garantirvi la sicurezza "dopo", come ben sanno gli americani a Bagdad."(25/05/08)

I siti, le aree e gli impianti comunque connessi all’attività di gestione dei rifiuti sono considerati dal governo "aree di interesse strategico nazionale", sono previsti il carcere, fino ad un anno per "chi intralcia il meccanismo di gestione dei rifiuti"; fino a 5 anni per i promotori della protesta. Il decreto (n.90) del governo inoltre, stabilisce lo scioglimento immediato dei comitati di protesta contro le discariche e pieni poteri a Bertolaso (nominato sottosegretario-responsabile emergenza rifiuti) che potrà chiedere l’impiego delle Forze armate.

Lo "stato d’emergenza" promulgato dal governo dura fino al 31 dicembre 2009…poi si ritornera alla "normalita’"…….

    
4-L’Italia è disposta a rivedere i ‘caveat‘, i vincoli imposti all’impiego delle truppe in Afghanistan.
Intanto il neo sottosegretario Guido Bertolaso potrà contare sull’appoggio delle suore che in Campania si sono mobilitate per sostenere con una «settimana di preghiera» la sua azione. «La settimana – spiega il teologo Antonio Rungi, promotore dell’iniziativa – sarà un tempo di preghiera, per la soluzione del dramma dell’immondizia a Napoli e in Campania»

È iniziato dalla mattina lo sciopero della fame dei migranti ospitati nel Centro di permanenza temporanea di Torino dove venerdì notte è morto Hassan Nejl, forse a causa di una polmonite fulminante. Nella notte ci sarebbero state cinque richieste d´aiuto andate a vuoto, prima che, la mattina dopo (sabato), fosse ritrovato il cadavere del giovane

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