la composizione tecnica dell’uomo

1-La sussunzione reale del lavoro al capitale si distingue dalla
sussunzione puramente formale perche’ modifica in senso qualitativo la
struttura tecnologica del processo lavorativo. Uno degli aspetti piu’
rilevanti della sussunzione reale del lavoro al capitale e’
l’applicazione crescente della scienza, prodotto generale dello
sviluppo sociale, al processso di produzione immediato.

La
sottomissione reale del lavoro al capitale va di pari passo con le
trasformazioni del processo produttivo: sviluppo delle forze produttive
sociali del lavoro,e grazie al lavoro su grande scala, applicazione
della scienza e del macchinismo alla produzione immediata.

La
scienza come prodotto generale dell’evoluzione sociale, in questa fase,
appare essa stessa direttamente incorporata al capitale( e la sua
applicazione in quanto scienza al processo di produzione materiale
appare come distinta dalle capacita’ e dal sapere del singolo
lavoratore), e lo sviluppo generale della societa’, essendo sfruttato
dal capitale-di contro al lavoro, appare a sua volta come sviluppo del
capitale, e cio’ tanto piu’ in quanto, per la grande maggioranza (dei
lavoratori) gli si accompagna di pari passo uno svuotamento della
capacita’ lavorativa.

La trasformazione qualitativa della
struttura tecnologica del processo produttivo non trascende, di per
se’,  l’antagonismo sociale di lavoro e capitale, piuttosto
l’applicazione tecnologica della scienza alla produzione materiale
fornisce al capitale la base  tecnica per emanciparsi  da vincoli
sociali e politici di ogni genere. La libera forma del capitale in
senso proprio appare quando il capitale non e’ piu’ vincolato ad una
certa forma del valore d’uso, a certe determinate condizioni del lavoro
e forme del lavoro vivo. La nuova qualita’ della socializzazione del
capitale  trasforma il capitalista realmente operante in semplice
dirigente e amministratore di capitale altrui, e i proprietari di
capitale in puri e semplici capitalisti monetari. La trasformazione del
processo produttivo dal punto di vista tecnologico, applicazione della
scienza e del macchinismo alla produzione immediata, permette al
capitale-denaro di scambiarsi a piacere contro ogni genere di lavoro e
percio’ di condizioni di lavoro.

Sotto
il capitalismo, quasi tutte le nuove invenzioni sono state il
risultato dell’antagonismo tra lavoro e capitale.
L’introduzione
di nuove macchine e’ generalmente servita ad emancipare il capitale dai
limiti e dalle rigidita’ imposte dalle diverse forme assunte del lavoro
vivo.

 2-Con lo sviluppo della sussunzione reale del lavoro al
capitale e quindi del modo di produzione specificatamente
capitalistico, il vero funzionario del processo lavorativo totale non
e’ il singolo lavoratore, ma una forza lavoro sempre piu’ socialmente
combinata, e le diverse forze lavoro cooperanti che formano la macchina
produttiva totale, partecipano in modo diverso al processo immediato di
produzione delle merci o meglio, qui, dei prodotti chi lavorando
piuttosto con il cervello, chi come direttore, chi come manovale o
semplice aiutante-, un numero crescente di funzioni della forza-lavoro
si raggruppa nel concetto immediato di lavoro produttivo e un numero
crescente di coloro che ne sono veicolo nel concetto di lavoratori
produttivi, direttamente sfruttati dal capitale e sottomessi al suo
processo di produzione e valorizzazione.

3-Il fine della
produzione capitalistica non e’ l’esistenza dei produttori , ma la
produzione di plusvalore. Ogni lavoro necessario che non produca
pluslavoro e’, per  la produzione capitalistica, superfluo e privo di
valore. Cio’ vale anche per una nazione di capitalisti. Se si considera
quel lavoratore collettivo che e’ la societa’, la sua attivita’
combinata si realizza materialmente in un prodotto totale, che e’ nello
stesso tempo una massa totale di merci-dove e’ del tutto indifferente
che la funzione del singolo, puro e semplice membro di questo
lavoratore collettivo, sia piu’ lontano o piu’ vicino al lavoro manuale
in senso proprio. Ma, d’altra parte l’attivita’ di questa forza-lavoro
collettiva e il suo consumo produttivo da parte del capitale, e’
autovalorizzazione del capitale, produzione di plusvalore, quindi
trasformazione dello stesso in capitale.

Pur  restando ferma che
la massa del lavoro deve consistere di capacita’ lavorativa semplice
piu’ o meno non-specializzata, e quindi anche la massa del salario
basarsi nella sua determinazione sul valore del lavoro semplice, i
singoli individui hanno pero’ la possibilita’  grazie ad una
particolare energia, abilita’ ecc., di elevarsi in sfere di lavoro piu’
alte. Regnano quindi notevoli differenze salariali a seconda che il
lavoro particolare esiga o meno una capacita’ lavorativa sviluppata,
richiedenti maggiori costi di formazione; percio’ da una parte le
differenze individuali hanno piu’ gioco, dall’altra il lavoratore e’
spinto a sviluppare la propria forza-lavoro personale, a presentarsi
per principio accessibile e pronto a qualunque variazione della propria
forza-lavoro e della propria attivita’ da cui egli si ripromette un
salario migliore.

4-Economia di tempo, in questo si risolve in
ultima istanza ogni economia. Meno e’ il tempo di lavoro necessario
alla societa’ per riprodursi e tanto piu’ tempo il capitale guadagna
per autovalorizzarsi. Come per il singolo individuo, anche per il
capitale l’universalita’ del suo sviluppo, della sua autovalorizzazione
dipende dal risparmio di tempo. Parimenti la societa’ deve ripartire
razionalmente il suo tempo per pervenire ad una produzione adeguata ai
bisogni complessivi del capitale, proprio come il singolo deve
ripartire "giustamente" il suo tempo per acquisire le cognizioni
necessarie e per far fronte alle diverse esigenze della sua attivita’.

5-Con
la scientifizzazione tecnologica della produzione il proletariato
industriale in senso stretto tende a rappresentare piu’ un momento del
processo lavorativo complessivo e sempre meno la totalita’ del lavoro
produttivo.
Le scienze, secondo il loro grado di applicabilita’
tecnica, e i loro portatatori, i lavoratori intellettuali, sono ormai
integrati nel lavoratore produttivo complessivo.

L’integrazione
oggettiva dell’intellighenzia scientifica nel lavoratore produttivo
complessivo non trasforma ancora i suoi componenti in proletari
coscienti. Dire che le scienze diventano tecnologiche significa che il
tempo qualitativo della riflessione, proprio di una storia della
formazione viene eliminato per adeguare il lavoro intellettuale alle
norme quantitative e destoricizzate della misura del valore, del tempo
di lavoro. In tal modo il lavoratore intellettuale  puo’ essere
incorporato senza attriti nel processo di valorizzazione del capitale.
Il lavoro intellettuale, cioe’, nella misura in cui e’ traducibile in
attivita’ industriale, e’ sempre piu’ colpito dalla disgrazia  di
essere lavoro produttivo e, d’altra parte nella misura in cui e’
riducibile in tecnica, e’ uniformato alle norme del valore, in maniera
sempre piu’ adeguata al capitale.

Il lavoro intellettuale e’
affetto da una contraddizione; esso viene incorporato con una
sistematicita’ progressiva nel processo materiale di produzione
capitalista e tuttavia contiene, in quanto lavoro reale, momenti di
negazione determinata del rapporto di capitale-poiche’ il non-capitale
e’ il lavoro stesso.

Il lavoro intellettuale, la produzione
immateriale, ha per risultato merci che hanno un’esistenza indipendente
dal produttore; cioe’, che nell’intervallo fra produzione e consumo,
possono circolare come merci- software, libri, cd musicali,  film,
informazioni, oggetti d’arte ecc. che si distinguono dalla prestazione
intellettuale  di chi li crea.
Il prodotto del lavoro intellettuale non e’ piu’ inseparabile dall’atto del produrre.

6-La
separazione di produzione e vita privata e’ un’apparenza socialmente
necessaria. In generale, l’individuo non e’ solo il sostrato biologico,
ma-nello stesso tempo-la forma riflessa del processo sociale, e la sua
coscienza di un essente-in-se’ e’ l’apparenza di cui ha bisogno per
intensificare la sua produttivita’, mentre di fatto l’individuato,
nell’economia moderna, funge da semplice agente della legge del valore.
Da qui occorre dedurre, non solo la sua funzione sociale, ma l’intima
struttura dell’individuo in se’.

La  natura e’ affermata solo
laddove e’ tollerata e inquadrata nel sistema; ma cio’ che nella
civilta’ appare come natura, e’, in realta’, agli antipodi della natura.

7-I
comportamenti via via conformi allo stato piu’ avanzato dello sviluppo
tecnico, non si limitano ai settori in cui sono oggettivamente
richiesti. Il pensiero non si sottomette al controllo sociale solo dove
questo gli e’ imposto professionalmente ma adegua al controllo tutta la
sua conformazione. Esso degenera nella soluzione di compiti assegnati
anche laddove non gli e’ assegnato alcun compito. Il pensiero, perde la
sua autonomia, e non ha piu’ il coraggio di comprendere liberamente un
oggetto per amore dell’oggetto stesso.

Quando l’integrazione
della societa’ determina i soggetti, sempre piu’ esclusivamente, come
momenti parziali della produzione materiale, la "modificazione della
composizione tecnica del capitale" si continua negli individui,
afferrati e, in realta’, direttamente costituiti dalle esigenze
tecnologiche del processo di produzione. Cresce, cosi’, la composizione
organiza dell’uomo. Il lato per cui i soggetti sono determinati in se
stessi come strumenti di produzione e non come fini viventi, cresce
come la parte delle macchine rispetto al capitale variabile.

E’
solo in quanto il processo che comincia con la tasformazione della
forza-lavoro in merce investe e compenetra gli uomini in blocco e
individualmente, e oggettiva e rende commensurabile a priori tutti i
loro impulsi, come altrettante forme o varieta’ del rapporto di
scambio, e’ solo a queste condizioni che la vita puo’ riprodursi nel
quadro degli attuali rapporti di produzione. La sua organizzazione
totale richiede un agencement di cadaveri. La volonta’ di vivere si
vede rimandata alla negazione della volonta’ di vivere.

La
composizione organica dell’uomo non investe solo le attitudini tecniche
specializzate ma anche il loro opposto: i momenti del naturale,
che-d’altra parte-hanno gia’ avuto origine nella dialettica sociale ed
ora ricadono in sua balia.

Anche cio’ che differisce dalla
tecnica, e’ incorporato come una specie di lubrificazione della
tecnica. Anche la differenziazione psicologica, che, del resto, ha gia’
avuto origine dalla divisione del lavoro e dalla suddivisione dell’uomo
bei settori del processo produttivo e della liberta’, ritorna, alla
fine, al servizio della produzione.
Il virtuoso specializzato che
vende le sue capacita’ intellettuali oggettivate e trasformate in cose
cade in un attaggiamento contemplativo di fronte al funzionamento delle
proprie capacita’, oggettivate e cosificate.

Sotto l’apriori
della smerciabilita’, il vivente in quanto vivente si e’ trasformato in
cosa, in equipaggiamento. L’io assume consapevolmente al suo servizio,
come propria attrezzatura l’uomo intero. In questa organizzazione
totale, l’io come direttore della produzione cede tanto di se’ all’io
come strumento della produzione, da ridursi ad un astratto punto di
riferimento: l’autoconsrvazione perde il suo se’.

Le qualita’,
dall’affabilita’ genuina all’attacco isterico, diventano controllabili
e utilizzabili, fino ad esaurirsi senza residui nel loro impiego
oculato e conforme. Mobilitate, subiscono una profonda tasformazione.
Sopravvivono solo come gusci secchi e vuoti di emozioni, materiale
trasportabile a piacere, prive di moto proprio. Non fanno piu’ parte
del soggetto, ma il soggetto si rivolge ad esse come al proprio oggetto
interno. Nella loro sconfinata docilita’ all’io, si sono estraniate da
esso; totalmente passive, cessano di alimentarlo. Questa e’ la
patogenesi sociale della schizofrenia

La separazione delle
qualita’ dal fondo istintivo come dal se’ che le comanda, dove prima
semplicemente le teneva insieme, fa che l’uomo paghi la sua crescente
organizzazione interna con una crescente disintegrazione. La divisione
del lavoro condotta a termine nell’individuo, la sua radicale
oggettivazione, si risolve nella sua lacerazione morbosa. Di qui il
"carattere psicotico", la condizione antropologica di tutti i movimenti
totalitari di massa.

Proprio il trapasso di qualita’ fisse in
tipi scattanti di condotta- che potrebbe sembrare una vivificazione- e’
l’espressione della crescente composizione organica.

8-La
scoperta "dell’autenticita’" come ultimo baluardo dell’etica
individualista  e’ il riflesso della trasformazione integrale e
radicale dei soggetti in funzioni sociali. L’interiorita’ del soggetto
si e’ reificata e tecnicizzata al punto che il contenuto della stessa
soggettivita’  diventa una semplice funzione del processo produttivo.
Gli impuldi incontrollati trasformati in oggetti di manipolazione possono venir maneggiati, esposti, venduti.
L’oggettivazione
del soggetto ad opera del soggetto passa in rassegna  tutti i contenuti
e le emozioni per metterli a disposizione del cliente.

La
soggettivita’ amministra la soggettivita’ in vista del guadagno. Solo
nell’estetizzazione della vita quotidiana sopravvive l’illusione
dell’autonomia, dell’indipendenza . L’utopia del qualitativo si
rifugia, sotto il capitalismo, nel carattere di feticcio; le vittime,
immemori di ogni conflitto, godono la propria disumanizzazione come
umanita’, come felicita’ e calore.

L’estetizzazione della vita
quotidiana e la reazione alienata all disincantamento del mondo
sensibile, alla sua completa determinazione e oggettivazione come
"mondo di merci".

8- Noi vediamo in tutte le variopinte e
contorte marionette il rullo che le mette in movimento, e, appunto per
cio’, l’attraente varieta’ del mondo si dissolve in legnosa
uniformita’. Quando un bambino vede i funamboli cantare, i musicisti
suonare, le ragazze portare acqua, i cocchieri guidare, pensa che tutto
cio’ accade perche’ si prende piacere e gioia alla cosa, e non immagina
neppure lontanamente che tutta questa gente mangia e beve, va a letto e
torna ad alzarsi. Ma noi sappiamo di che sitratta. Si tratta, diremo
noi, del guadagno, che confisca tutte queste attivita’ come puri mezzi,
ridotti all’astratto tempo di lavoro e resi intercambiabili. La forma
di equivalente guasta e deforma tutte le percezioni….

(t. da: K. Marx; T. W. Adorno; H. J. Krahl)

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2 risposte a la composizione tecnica dell’uomo

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    Regards

  2. bet365 italia scrive:

    E ‘vero! Ritengo che questa sia un’ottima idea.
    Condivido pienamente il suo punto di vista. Credo che sia una buona idea. Sono d’accordo con te.

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