12 dicembre 1969: senza verita’ e senza memoria.


La storia non si distingue piu’ dalla propaganda e le infamie di ieri servono a legittimare quelle di oggi. E’ notte nel paese e nell’ordine borghese:

12 dicembre 1969-12 dicembre 2007 

Lo Stato, i padroni, in questo paese, hanno compiuto stragi, depistato indagini, inventato colpevoli con la copertura dei grandi partiti politici, la complicita’ di magistrati, ministri, servizi segreti, polizia, carabinieri, stampa e neofascisti.

Nei mesi precedenti alla strage di piazza Fontana il paese e’ attraversato da lotte operaie e studentesche, paralizzato da scioperi e manifestazioni duramente represse dalle forze dell’ordine. Ieri, come oggi, nel mito dell’ordine borghese, di una pervasiva ideologia antiproletaria, nel culto della reazione e in nome del profitto gli apparati dello stato per conto delle imprese capitaliste, con l’ausilio di sicari neofascisti e della cosiddetta "libera stampa" cercarono di creare un clima emergenziale per provocare l’approvazione di misure eccezionali di ordine pubblico sino alla sospensione delle garanzie costituzionali.
L’Evening Standard(giornale inglese)nel gennaio del 1970 cosi’ descriveva il clima in cui era avvenuta la strage: "Il partito del Presidente italiano, Saragat, ha avuto un’immpennata diretta dal panico e altrettanto hanno fatto gli industriali di fronte alla prospettiva di una classe operaia unita. In quel momento sono esplose le bombe di Milano, che paiono un atto politico, un’espressione di paura diretta ad una societa’ che sta’ rinnovandosi con un processo naturale."

-28 novembre 1969: si alla Camera per il divorzio: 325 favorevoli, 283 contrari.
-11 dicembre 1969: il Senato approva lo Statuto dei Lavoratori
-12 dicembre 1969: Roma, mattino-movimenti di truppe e mezzi corazzati attorno alla capitale.
Milano-ore 16,37-strage di piazza Fontana-
13 dicembre 1969: – Sono passate solo 24 ore dall’esplosione. FORLANI, l’uomo nuovo della DC appena eletto segretario, dal giornale della DC, Il Popolo dichiara:"Dopo questa tragedia è grottesca la pretesa che uno stato democratico debba limitare la propria presenza e le forze di polizia".

E’ notte nel paese e nell’ordine borghese quando si moltiplicano gli appelli alla difesa dell’ordine democratico, della sicurezza dei cittadini, gli "inviti" pressanti alle forze di polizia e alla magistratura ad intervenire per spezzare la catena di "atti terroristici", di sovvertimento del sistema economico e sociale(cioe’ di classe)vigente nel paese…
Autonomia proletaria, egualitarismo e solidarieta’ di classe nella pratica sociale di massa il potere puo’ recuperarli solo con la violenza e la repressione e non esita a farlo.

Quando i saluti romani si sprecano anche tra le divise della polizia e dei carabinieri la farsa dell’oscurantismo clericale, reazionario sta’ per trasformarsi in dramma.
Quando nei libri di storia, nei rotocalchi televisi si guarda alla storia dal buco della serratura(la storia in fiction-fagogitata nelle storie individuali), quando il passato e’ "revisionato" solo per legittimare il presente, i suoi assetti di potere sociale; quando la storia e’ usata come uno strumento di lotta politica e propaganda ideologica attraverso i media di massa i fascisti in costume, nostalgici della Folgore, o della X Mas di Junio Valerio Borghese, i nostaldici dei Caradonna, dei De Lorenzo, dei Pino Rauti, dei Pavolini…e della repubblica di salo’ e degli omicidi impuniti di operai e proletari, si preparano a tornare con le loro macabre rappresentazioni rimesse a nuovo. La normalizzazione avanza attraverso i giornali, le tv, le reti telematiche, nell’assenza di memoria prima di rovesciarsi nelle strade, nelle aggressioni squadriste.

La storia non si distingue piu’ dalla propaganda e le infamie di ieri servono per legittimare quelle di oggi.
Come ha scritto il teologo Bonhoeffer: "Quando si perde la facoltà della memoria, sia personale che collettiva, si è inevitabilmente esposti al decisionismo, perché la scelte non nascono sul terreno della responsabilità, che esige legami stabili, fondati storicamente, ma sulla capacità persuasiva di parole e immagini che fanno presa sulla sfera emotiva legata all’istante, sulla ipnosi degli spot"
                                                                             
Nel 1969 "l’italia che lavora" (eufemismo per indicare padroni, sfruttatori,clericofascisti, piccoli borghesi atterriti dalla modernita’, la sempiterna classe media…) chiedono al capo dello stato un "governo energico e competente che affronti subito con responsabilita’ la crisi economica e il malessere morale che avvelena la nazione": oggi nel 2007, gli scenari sono cambiati ma, le richieste rimangono le stesse.

12 dicembre 1969:
Milano, 16,37: bomba nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura di p.zza Fontana: 16 morti, ottantotto feriti.
Roma, 16,55: esplode bomba nel sottopassaggio della Banca Nazionale del Lavoro in via S.Basilio: sedici feriti di cui due gravi.
Roma,17,30: scoppia bomba vicino all’ingresso del Museo del Risorgimento, sul lato posteriore dell’altare della patria.
Milano, 17,30: il commesso A. Bozzani trova vicino all’ascensore della Banca Commerciale Italiana di piazza Scala una borsa di colore nero contenente una valigetta di metallo imbottita di esplosivo…

12 dicembre 1969:Il giudice Amati(milano)subito dopo la strage telefona in questura e "consiglia" agli investigatori di seguire la "pista anarchica". La sera dello stesso giorno Calabresi, commissario aggiunto alla squadra mobile di milano, dichiara all’inviato della Stampa che i responsabili sono tra gli estremisti di sinistra.

Fiorenzo Novali-16,35-16,40- trovandosi, poco prima dello scoppio della bomba, nella piazza antistante la Banca dell’Agricoltura dichiara: di aver notato una macchina rossa che improvvisamente prende il largo: riconosce alla guida della macchina Pino Pinelli.
Altri testimoni "oculari" confermeranno, all’indomani dell’istituzione di una taglia…

Il commissario aggiunto Luigi Calabresi e il brigadiere Vito Panessa perquisiscono il circolo anarchico di via Scaldasole: e’ presente solo l’anarchico Sergio Ardau che viene invitao a fare "due chiacchiere in questura"; mentre escono giunge Pino Pinelli : Calabresi "invita" anche lui in questura.
Alle 20,10 Calabresi dice a Pinelli e Ardau:"lo so’ che non c’entrate. Ma e’ per quel pazzo di Valpreda". Poche ore dopo la strage la polizia ha gia’ stabilito chi e’ il colpevole…

Roma-Saragat convoca il ministro Restivo, il comandante dei carabinieri Forlenza e altri personaggi delle forze armate e dell’amministrazione dello Stato per discutere sull’opportunita’ di proclamare lo stato d’emergenza.

Milano, 21,15:il perito balistico del tribunale ing. Teonesso Cerri, su richiesta del procuratore generale della Repubblica De Peppo, fa esplodere la valigetta trovata alle ore 17,30 dal commesso Bozzani alla banca commerciale italiana.
Cerri dichiarera’:"posso confermare che gli ordigni sono stati fabbricati da specialisti. Vi saranno si e no duecento persone in italia capaci di questi lavori, e fra queste persone non c’e Valpreda o tipi come lui".

13 dicembre 1969- il presunto anarchico Merlino nella notte fra il 12 e il 13 dicembre viene rinchiuso in cella con tale Ippolito(confidente ps) e con un certo Serpieri(sgente del SID).

11-45-Il giudice Improta inizia l’interrogatorio di Merlino.

14 dicembre 1969-Milano, mattino: un agente di pubblica sicurezza telefona dalla Questura a Licia Pinelli:" signora, telefoni in Ferrovia che suo marito non sta’ bene e che domani non andra’ a lavorare".

Londra-L’Observer riporta in un’articolo questa dichiarazione di Calabresi: il dott. Calabresi dell’ufficio politico della questura di milano ha detto:" Noi dovremo cercare fra l’estremismo di sinistra. A roma e’ stato danneggiato il monumento al Milite ignoto, il che certamente non e’ opera di formazioni di destra. Si tratta di radicali di sinistra, anarchici, maoisti, Potere Operaio".

Roma-ore 22,00: Merlino comincia a parlare…

Il 15 dicembre 1969 una folla immensa segue in silenzio i funerali delle vittime della strage di piazza fontana.

15 dicembre, milano-mattina: giunge alla questura di milano, dalla questura romana, la richiesta di arresto di Pietro Valpreda.

milano, ore 10,00: Valpreda si reca dal consigliere istruttore del tribunale Antonio Amati, per essere interrogato in merito ad una vecchia denuncia per la pubblicazione di un’opuscolo contro il papa. Durante l’interrogatorio, la nonna di Valpreda, che lo aveva accompagnato, sente chiaramente dall’esterno dell’ufficio la voce del giudice Amati che dice:"voi anarchici volete sangue sempre…"

…ore 11,00: Valpreda appena uscito dall’ufficio di Amati viene prelevato senza spiegazione alcuna da due agenti in borghese.

Milano, 14,30: un poliziotto telefona a Licia Pinelli:"signora, telefoni alla Ferrovia, e dica che suo marito e’ fermato per accertamenti…Ha capito? Deve dire che e’ fermato".

milano, ore 19,00: ufficialmente inizia l’ultimo interrogatorio di Pinelli…

16 dicembre 1969, milano, ore 22,00-Calabresi telefona a Licia Pinelli:"signora, cerchi il libretto chilometrico di suo marito" (si annotavano i viaggi gratuiti dei ferrovieri).
Poco dopo Licia Pinelli telefona in questura e dice di aver trovato il libretto.

Milano, ore 23,00: un’agente si reca a casa di Pinelli e ritira il tesserino.

Milano, ore 23,00-il questore Guida mostra al tassista Rolandi una sola foto: e’ quella di Valpreda.

Milano, ore 23,57: il cronista dell’Unita’ Aldo Palumbo esce dalla sala stampa della questura: pochi istanti dopo il corpo di Pinelli precipita al suolo. Palumbo, che e’ la prima persona ad accorrere dichiara che la "caduta" e’ da collocarsi tra le 0,01 e le 0,04. L’inchiesta amministrativa condotta dall’ispettore Elvio Catenacci stabilisce che "l’ora esatta del volo" e’ fissata alle 0,04.

Milano, ore 0,45 al deputato comunista Alberto Malagugini e a numerosi giornalisti il questore Guida dichiara che il gesto di Pinelli e’ comprensibile dati i gravi indizi da cui era stato raggiunto e che inoltre prova ammirazione per Pinelli, in quanto lui, al suo posto avrebbe, per coerenza, fatto lo stesso:"non sono stati fatti verbali".
Presenti al momento delle dichiarazioni Allegra, Calabresi, Lo Grano.

Milano, ore 1,05. I giornalisti si recano a casa di Pinelli. Da loro la moglie apprende della morte del marito avvenuta precipitando da una finestra della questura. Alla telefonata subito fatta da Licia Pinelli in questura per chiedere spiegazioni, Calabresi risponde che non e’ stata avvertita perche’ avevano altro da fare…

Milano, ore 1,30: il questore guida riceve ufficialmente i giornalisti e dichiara:"Pinelli era fortemente indiziato di concorso in strage…il suo alibi era caduto…di piu’ non posso dire, si era visto perduto…e’ stato un gesto disperato. Una specie di autoaccusa, insomma…
a un certo punto si e’ trovato incastrato. Allora e’ crollato psicologicamente. Non ha retto. Non e’ stato verbalizzato niente.

Milano, mattina: nuova conferenza stampa, presenti giornalisti stranieri, del questore Guida:
"vi giuro che non l’abbiamo ucciso noi…quel poveretto ha agito coerentemente con le proprie idee…quando si e’ accorto che lo stato che lui combatteva, lo stava per incastrare, ha agito come avrei agito io stesso se fossi un anarchico"

Milano-Mauro Magni e Mario Pozzi affermano che Pinelli il 12 dicembre, ha giocato a carte con loro dalle 16,00 alle 17,30, in un bar di S. Siro.

Roma, ore 18,40: il tassista Rolandi viene condotto al Palazzaccio per il riconoscimento di Valpreda-il riconoscimento, in un "confronto all’americana", avviene alle ore 19,00.

17 dicembre 1969: Milano, mattino: conferenza stampa del questore Guida:" solo gli anarchici sono coinvolti negli attentati…l’atto terroristico rientra nelle tradizioni anarchiche…gli anarchici hanno collegamenti internazionali…l’interrogatorio di Pinelli e’ stato verbalizzato…(!)

Milano 17,30-conferenza stampa degli anarchici milanesi del Circolo del Ponte della Ghisolfe: accusano la polizia dell’assassinio di Pinelli: responsabile della strage e’ lo Stato…

18 dicembre 1969, milano: i professori Ranieri Luvoni, Franco Mangili, Guglielmo Falzi compiano l’autopsia sul cadavere di Pinelli: Pinelli e’ morto in seguito al volo dalla finestra e non prima: non e’ stato concesso ai familiari di nominare un perito di parte…

Roma-viene notificata a Valpreda, gia’ detenuto nel carcere di Regina Coeli, l’ordine di cattura per..per concorso in strage: la compilazione dell’ordine di cattura avviene dopo una riunione tra il sostituto procuratore Occorsio, il procuratore generale Guarnera e il capo procuratore della repubblica De Andreis….

vedi
http://isole.ecn.org/ponte/fontana/index.php
http://www.strano.net/stragi/

cronologia avvenimenti:
http://www.zmag.org/italy/aavv-cronologiapiazzafontana.htm

anche:
"Il partito del silenzio
Gli stragisti erano convinti di poter provocare, con il massacro milanese, misure eccezionali per l’ordine pubblico, sino alla sospensione delle garanzie costituzionali, che il presidente del consiglio Rumor, su sollecitazione della presidenza della Repubblica, avrebbe dovuto adottare a partire dalle ore successive alla strage.
Qualcuno, in Italia e fuori, aveva ritenuto di poter contare sul fatto che Rumor, come presidente del consiglio, davanti al progressivo dilagare della violenza, non avrebbe potuto sottrarsi all’intimazione di sospendere la Costituzione e, dunque, di avviare il Paese verso una sorta di «golpe bianco».

Secondo Bellini Rumor si sottrasse, non senza difficoltà, alle pressioni di Saragat di promulgare, sin da sabato 13 dicembre, le leggi speciali. Il presidente del consiglio prima addusse la volontà di essere presente ai funerali milanesi, e quindi, vista l’inequivocabile risposta della metropoli lombarda, tornò a Roma sempre meno convinto – ammesso e non concesso lo fosse mai stato – dell’ipotesi di varare lo stato d’emergenza.

Per giorni, tra i palazzi romani, si svolse un durissimo braccio di ferro e, alla fine, sostiene Bellini, si arrivò al compromesso del 23 dicembre, stretto tra Saragat e Moro: il primo avrebbe rinunciato alla svolta autoritaria, compresa l’ipotesi di scioglimento delle Camere e di ritorno al centrismo. Ma, in cambio, le componenti democristiane legate a Moro e a Andreotti, si adattarono a tacitare le voci e le prove sempre più nette (avanzate dall’Arma, dal nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri di Roma e da un memoriale dello stesso Sid) sulla matrice fascista della strage, accettando invece di mollare le briglie all’Ufficio Affari Riservati dell Ministero dell’Interno affinché, in sintonia con i copioni messi in scena tra Milano e Roma, continuasse la rappresentazione della colpevolezza degli anarchici, tra i quali, oltre al gruppo arrestato attorno a Valpreda, si era anche registrata la morte traumatica del ferroviere Pinelli, trattenuto illegalmente presso la questura di Milano. Un patto al silenzio di cui in qualche misura fu reso edotto, secondo Bellini, anche il vertice del Pci."
http://www.informationguerrilla.org/Piazza_Fontana_baratto.htm

Colpo di Stato:
"In alcuni casi il colpo di stato non comporta l’uso della violenza. La minaccia di golpe può indurre il potere esecutivo e il potere legislativo a prendere provvedimenti che soddisfano le richieste dei potenziali golpisti, magari violando le regole costituzionali o le leggi. Anche la nomina o la sostituzione di un governo può essere realizzata in violazione delle norme costituzionali o delle consuetudini di un paese, producendo gli stessi effetti del colpo di stato."
http://it.wikipedia.org/wiki/Colpo_di_Stato

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