abolire il lavoro salariato

 
-In tedesco: Tàtigkeit: attivita' creatrice; l'attivita' libera e spontanea, svolta dagli individui come soddisfazione di un bisogno interno; va' distinta dal lavoro-Arbeit in quanto rivolto ad un fine esterno, il salario o i suoi equivalenti.
La distinzione tra attivita' creatrice e lavoro e' essenziale per la comprensione del pensiero di Marx. Ogni esaltazione del lavoro (Arbeit) costituisce oggettivamente un rovesciamento dell'essenza della visione che Marx ha dell'uomo e del suo sviluppo.

Il lavoro (Arbeit) non appartiene all' essere del lavoratore; in esso l' operaio non si afferma ne' realizza bensi "si nega, non si sente appagato ma infelice, non svolge alcuna libera energia fisica e spirituale, bensi' mortifica il suo corpo e rovina il suo spirito."
Il lavoratore dunque si sente se stesso solo fuori dal lavoro e fuori di se' nel lavoro.
L' estraneita' del lavoro-Arbeit, dice Marx, fa risaltare la sua estraneita' al lavoratore nel fatto " che, appena cessa di esistere una costrizione fisica o di altro genere" e' fuggito come la peste. Questo lavoro-Arbeit e' un'attivita'sacrificio, un' attivita' mortificazione. Il lavoro-Arbeit, il lavoro salariato e' un' espropriazione non solo di ricchezza materiale ma soprattutto di tempo cioe' di vita.  

"Come per il singolo individuo, anche per la societa' l' universalita' del suo sviluppo, del suo godimento e della sua attivita' dipende dal risparmio di tempo. Economia di tempo, in questo si riduce in ultima istanza orgni economia."

Il lavoro-Arbeit e' espropriazione di vita, "vita espropriata" in nome di un "fantasma sociale", un' astrazione che e' il profitto per il profitto, il denaro per il denaro.
Il risultato di questa "espropriazione" nell' atto di produzione, nel lavoro-Arbeit, "e' che l' uomo (il lavoratore) si sente ormai libero soltanto nelle sue funzioni bestiali, nel mangiare, nel bere e nel generare, tutt' al piu' nell' avere una casa, nella sua cura corporale ecc., e che nelle sue funzioni umane si sente solo piu' una bestia (..)
il bestiale diventa l' umano e l' umano il bestiale. Il mangiare il bere , il generare ecc., sono in effetti anche schiette funzioni umane, ma sono bestiali nell' astrazione che li separa dal restante cerchio dell' umana attivita' e che ne fa' degli scopi ultimi e unici"

Si lavora per vivere o si vive per lavorare?

Anche un' aumento del salario, se commisurato all' espropriazione di tempo-vita di cui si e' vittime non rappresenta nient' altro che una "migliore paga di schiavi". Con esso il lavoratore non conquista ne' dignita' ne' umanita'.
Per i proletari, coloro che sono costretti a vendere al minuto il proprio tempo di vita come una merce qualsiasi, la liberazione non puo' che consistere nell' abolire la propria condizione di esistenza e di tutta la societa' fino ad oggi: il lavoro-Arbeit, il lavoro salariato.
"Infine, il primo risultato del processo di produzione e valorizzazione e la riproduzione e la nuova produzione del rapporto tra capitale e lavoro stesso, tra capitalista e operaio. Questo rapporto sociale, rapporto di produzione, si presenta in effetti come un risultato del processo ben piu' importante del suo risultato materiale".

"Il capitale non e' una cosa piu' che non lo sia il denaro. Nell' uno come nell' altro, determinati rapporti produttivi sociali fra persone appaiono come rapporti fra persone e cose, ovvero determinati rapporti sociali appaiono come proprieta' sociali naturali di cose.
Senza salariato , niente produzione di plusvalore; senza produzione di plusvalore, niente produzione capitalistica, quindi niente capitale e niente capitalisti!"

" Il lavoro-Arbeit (…) e' il potere sopra gli individui, e fin tanto che questo esiste, deve esistere la proprieta' privata."

" i proletari per affermarsi personalmente, devono abolire la loro propria condizione di esistenza quale e' stata fino ad oggi, che in pari tempo e' la condizione di tutta la societa' fino ad oggi, il lavoro(arbeit)"

Ergo: liberazione uguale "Abolizione del lavoro salariato!"

"Nel corso dello sviluppo storico, e proprio attraverso l' indipendenza inevitabile che entro la divisione del lavoro acquistano i rapporti sociali, emerge una differenza tra la vita di ciascun individuo in quanto essa e' personale, e in quanto e' sussunta sotto un ramo del lavoro e le condizioni relative."

Il lavoro e' oggi una specie subordinata di manifestazione personale ? o e' soltanto l' indottrinamento padronale a promuovere l' idea che possa ancora esistere un rapporto di "soddisfatto asservimento" del lavoratore con il lavoro-Arbeit?
Per il singolo proletario la sua manifestazione personale di vita e il lavoro-arbeit a cui e' costretto per la sopravvivenza divergono fino alla separazione completa.
Questi individui costretti a vendersi al minuto come ogni altra merce e qualsiasi
articolo di commercio e percio' esposti a tutte le vicende della concorrenza di prodotto
e alle oscillazioni del mercato sono "individui contingenti" la cui manifestazione personale di vita e' altrettanto transitoria, contingente e casuale.

Oggi la liberta' personale e' come ieri ma in forma piu' estrema ridotta al "poter godere indisturbati della casualita'" all' interno di condizioni sulle quali gli individui non hanno alcun controllo. La casualita' di cui il singolo puo' "godere" e' subordinata e sovradeterminata alla potenza economica e per essa dal lavoro-arbeit quando c'e e quando non c'e.

"L' indipendenza personale fondata sulla dipendenza materiale", la costrizione al lavoro salariato, produce l' integrazione reciproca di questi "individui contingenti" come un rapporto "naturale" esterno e come una fatalita'.
Neopopulismo, magia, oroscopi, spiritismo economico, neotradizionalismo pseudoreligioso sono il tentativo necessariamente votato al fallimento di superare questa "estraneita' fatale" sul suo stesso terreno.
Il comunismo e' meglio.

"Cio' che e' tradotto in esistenza dal Comunismo e' appunto la base che rende impossibile tutto cio' che esiste indipendentemente dagli individui, nella misura in cui questa non e' altro che un prodotto delle precedenti relazioni degli individui stessi"

"il Comunismo e' la forma necessaria e l' energico principio del prossimo avvenire; ma esso come tale non e' il termine dell' evoluzione umana-la forma dell' umana societa'"

ps.
"l' autonomia del sistema nei confronti di tutti, anche dei detentori del capitale, ha raggiunto i suoi limiti;ed e' divenuta' una fatalita' che si esprime nell' angoscia, la quale-secondo l' espressione di Freud-dilaga ovunque, proprio in quanto non riesce a fissarsi su alcun oggetto vivente, ne' individui, ne' classe. E' tuttavia evidente che, in ultima analisi, permangono ancora le relazioni umane dietro i rapporti di produzione; e percio' l' onnipotente ordine delle cose costituisce ancora una mera ideologia, virtualmente impotente. Per impenetrabile che possa apparire, l'etichetta rimane nient' altro che un' etichetta."
(T.W.Adorno)

Questa voce รจ stata pubblicata in Generale. Contrassegna il permalink.