San De Gennaro


Altro che commissione d' inchiesta!!!Dopo le ammissioni del vicequestore Michelangelo Fournier davanti al Tribunale di Genova sui fatti della Diaz il capo della polizia dottor De Gennaro dovrebbe rassegnare le dimissioni…:
A Napoli qualcuno lo ha definito "San De Gennaro"

Luciano Violante disse di lui: "il poliziotto che tutto il mondo ci invidia".

In quanto Capo della Polizia avrebbe dovuto essere il responsabile numero uno della disastrosa gestione dell' ordine pubblico a Genova e infatti Violante, sprecandosi nel suo proverbiale acume investigativo, nella commissione d' inchiesta sui fatti del G8, gli rivolse una domanda epocale, di quelle che restano nella storia:

"-Violante: Forse sarebbe opportuno che il capo della polizia, prima di tutto, spiegasse quali sono le funzioni del capo della polizia, perché non tutti qui le conoscono, altrimenti rischiamo di fare alcuni errori di valutazione.

-De Gennaro: Innanzitutto, il direttore generale della pubblica sicurezza ha, sì, una funzione di coordinamento, ma vorrei ricordare, se possibile, che non c'è – come ha detto prima il senatore Bobbio – una linea verticistica di comando. Il nostro non è un sistema di organizzazione gerarchico, come altri sistemi e altre istituzioni naturalmente hanno. (.) io ho sottolineato che non ho nessuna autorità: sono il prefetto e il questore ad avere l'autorità.
Tuttavia, con molta lealtà e con molta correttezza, credo di aver detto, nella mia relazione, che le scelte sono state sempre condivise anche a livello centrale, in ragione proprio del ruolo del capo della polizia, il quale ha quattro compiti: il primo, recita l'articolo 4 della legge n. 121, è quello dell'attuazione della politica e dell'ordine della sicurezza pubblica; il secondo è quello del coordinamento tecnico delle attività delle forze di polizia; il terzo è quello della direzione e amministrazione della Polizia di Stato; il quarto è quello relativo alla direzione e gestione dei supporti tecnici.
In effetti, su alcune cose non sono in grado di rispondere, soprattuttosulla parte investigativa, né di fornire elementi certi che, laddove non fossero coperti da segreti di indagine, possono essere forniti sicuramente dagli ufficiali di polizia giudiziaria.
In questo senso credo di aver correttamente indicato il ruolo del capo della polizia. Ovviamente, nella mia veste di direttore generale della pubblica sicurezza, assumo ogni responsabilità di quelle che sono state le scelte fatte nell'ambito delle attribuzioni che la legge mi conferisce. Signor presidente, non posso assumere responsabilità su fatti per cui non ho attribuzioni da parte della legge."

Qualcuno lo chiama "lo squalo", qualcun' altro "Dick Tracy", lui stesso si definisce con orgoglio uno "sbirro"…

Oggi e' il capo della polizia e si chiama Gianni De Gennaro.
Prima di approdare ai vertici dell' ordine pubblico e' passato indenne dala gestione cilena dell' ordine pubblico al g8 di genova e non solo…

Passato indenne anche dalle sue ciniche dichiarazioni sul caso Biagi:
 "Non c'è un solo precedente nella storia del terrorismo ove i Brigatisti abbiano minacciato la loro vittima.In un certo periodo, in un certo momento storico si è ritenuto che il professor Biagi fosse esposto ad un pericolo immediato e concreto – ha poi ricordato il capo della Polizia – ed il professor Biagi ha ricevuto una tutela; in un altro momento si è ritenuto che questa tutela non fosse assolutamente necessaria e il professore non è stato tutelato. Ma il problema importante non è parlare della scorta ma del ritorno del terrorismo.

Non possiamo fra credere che l'esistenza di una scorta per il professor Biagi – ha poi puntualizzato il capo della Polizia, Gianni De Gennaro – avrebbe impedito l'azione terroristica: si sarebbe invece elevato il livello dello scontro con più vittime oppure, come l'esperienza ci ha insegnato, sarebbe stato selezionato un altro obiettivo ed avremmo avuto comunque un innocente che avrebbe pagato per la follia di questi terroristi."
( programma televisivo Sciuscia'-marzo 2002)

In passato ha fatto parte di quella che i giornali di regime definivano "l' eroica squadra antimafia"- con lui a quel tempo c' erano La Barbera e Gratteri…
In quell' epoca "eroica" De Gennaro, ai vertici della criminalpol, spedi' all' insaputa dei magistrati il pentito di mafia Contorno a Palermo e non si sa' bene a fare che: le "lettere del corvo" di Palermo gettarono inquietanti sospetti su De Gennaro, poi saltarono fuori novemila pagine di intercettazioni telefoniche tra lui e Contorno durante il suo soggiorno a Palermo.
Le migliaia di pagine delle intercettazioni dei colloqui intercorsi tra De Gennaro e Contorno in "quell' eroico momento" sono tuttora coperte dal più rigoroso segreto.

Il "poliziotto che tutto il mondo ci invidia", nonostante Contorno, nonostante Genova alla fine con il consenso trasversale di sinistra e centro-destra si siede sulla poltrona di capo della polizia. L' italia e' un paese strano.

Il 5 Aprile 1996 Bruno Contrada (vice capo del sisde) viene condannato a 10 anni di detenzione e a 3 di libertà vigilata perche' riconosciuto colpevole del reato di concorso esterno in associazione mafiosa:
Gli investigatori che hanno indagato su di lui erano sotto la direzione dell' attuale capo della polizia.
Contrada dopo il processo d' appello che lo assolve dichiara: "quando i pentiti sono passati dall'Alto Commissariato alla Dia-v De Gennaro- io sono stato massacrato…

-Mi chiedo perché, per esempio, tra i pentiti che mi accusano di aver favorito il mafioso Stefano Bontate manca solo Totuccio Contorno. Quale personaggio più indicato – lui che era il braccio destro del boss, l’uomo che gli viveva accanto – per venire in aula a dire se io ero amico del suo capo? E invece no: Contorno non è stato mai interrogato. Forse c’è qualcuno che teme che gli si possa chiedere qualche delucidazione sulla famosa estate dell’89, quando invece di starsene in America vagava per le campagne di Bagheria? Autorizzato da chi?".

"Tralascio le mie idee personali – premette l’ex funzionario – e faccio, come dite voi giornalisti, la cronaca: Bruno Contrada viene arrestato a dicembre del 1994, mentre ha in piedi una struttura del Sisde, la "Roma tre", che opera nell’ambito della criminalità organizzata. Una novità assoluta per il servizio segreto. Mi è permesso pensare che i miei successi – eravamo molto vicini al boss Bernardo Provenzano – potessero dare fastidio per esempio ad una struttura come la Dia, appena nata?".

(Contrada -oggi con una condanna confermata- sosterra' l'impossibilità di opporsi al potere mafioso poiché quest'ultimo e' appoggiato direttamente dagli Stati Uniti: -nella difesa del prefetto Parisi (deceduto) a favore di Contrada si sostiene che l'imputato si limitava ad eseguire degli ordini benche' tali ordini costituissero un reato contro l'opinione pubblica…-"il reato ascritto all’ex uomo del SISDE, non era un caso di infedeltà individuale, ma si inseriva purtroppo in un sistema di connivenza tra Stato legale e Stato illegale")

Dopo la mattanza di Genova il nostro "invidiato poliziotto" nomina tre "ispettori ministeriali" per "fare luce" sugli "eccessi della polizia": tra questi, oltre a Montanaro e Cernetig, c'e Pippo Micalizio a cui e' affidata l'indagine sul pestaggio nella scuola Diaz.
Il signore in questione e' lo stesso che nel 1992 insieme a De Gennaro, entrambi alla DIA (Direzione Investigativa Antimafia), prepara nel 1992 il rapporto che servì alla procura di Palermo ad arrestare Bruno Contrada.
(Ma Pippo Micalizio, incaricato dell'affaire Diaz, non si comportò male e questo fu per lui un errore: pur ignorando le false molotov propose otto procedimenti disciplinari ad altrettanti funzionari, tra i quali l'intoccabile Gratteri, chiedendo per Canterini la destituzione dalla polizia…infatti nella girandola di promozioni dei poliziotti coinvolti a vario titolo nell' affare G8 lui rimase privo di incarichi di rilievo.)

Nel marzo 1996 Gianni De Gennaro incarica Alesandro Pansa (oggi prefetto di Napoli) di organizzare "l'operazione al bar Mandara" di Roma dove vengono intercettati, il 2 marzo del '96, il capo dei gip romani Renato Squillante e il piemme Francesco Misiani. L' operazione segna l' apertura della "guerra" a Berlusconi(processo Imi-Sir/Lodo Mondadori). Poi De Gennaro, come allora sotto l' ombra di Amato, viene nominato capo della Polizia-tra gli sponsor di De Gennaro l'ex capo dell Fbi-Louis Freeh con il quale ha collaborato nei "tempi eroici" alle indagini su Tommaso Buscetta e Totuccio Contorno.

Un altro autorevole teste, l'allora direttore dello Sco, il questore Rino Monaco, il 29 luglio 2002, conferma il coinvolgimento, se non la regia, del futuro capo della polizia, Gianni De Gennaro:
"Alcuni giorni prima del 30 ottobre 1995, data della delega allo Sco, a firma Boccassini, delle indagini su Squillante, il dottor Gianni De Gennaro, allora direttore della Polizia criminale, mi comunicò telefonicamente che vi era un'indagine molto delicata che sarebbe stata affidata allo Sco dalladottoressa Boccassini…".

De Gennaro, dunque, pur non essendo ufficialmente incaricato di svolgere tali inchieste, era stato preventivamente e non si sa a che titolo informato della futura delega investigativa ad un settore diverso dal suo. Sarebbe cotesta una situazione da chiarire, anche perché non c'è indagine esplosiva, devastante e, tuttavia, sballata degli ultimi dieci anni, nella quale non sia spuntato fuori, a torto od a ragione, il nome del dottor De Gennaro.

A proposito del "caso Callipari" (rapimento Sgrena) su un articolo pubblicato su "Liberazione" del 10 Mag 2005 cosi' si parla del nostro Dick Tracy:

"Gianni De Gennaro, capo della polizia sotto governi diversi, non ha fatto mistero di essersi liberato a suo tempo di Calipari quand'era allo Sco e sicuramente non ha gradito il ruolo crescente del Sismi sulla scena internazionale.(…)Anche le modalità di intervento e la regia di alcuni avvenimenti (a Napoli e a Genova nel 2001 contro il movimento no global) e il ruolo assegnato a capi di diverse armi in attività di polizia sia interna che nei teatri di guerra, rappresentano un disegno coordinato su scala sovranazionale, che proprio negli Stati Uniti ha la sua cabina di comando. Almeno nelle linee ispiratrici. (…)Il capo della polizia italiana, Gianni De Gennaro, è l'ispiratore di un'integrazione degli apparati sotto regia americana e attacca direttamente la linea trattativista del Sismi, utilizzando la copertura di un giornale come Repubblica."

A Napoli (global forum marzo 2001) come a Genova secondo De Gennaro le forze dell' ordine si sono sempre dimostrate all' altezza della situazione…e con questo anche all' epoca meno eroica dei fatti di Genova De Gennaro riconfermo' la sua inamovibile e ferrea volonta' di non mollare mai la sua poltrona:
«gli eventi hanno di gran lunga superato l'immaginazione e le misure di prevenzione adottate; come hanno certamente superato la buona fede di molti organizzatori delle manifestazioni che forse avrebbero potuto, ascoltando con maggiore disponibilità le nostre preoccupazioni,contribuire a ridurre i rischi e i danni.

La verità che dunque posso offrire ai cittadini di Genova è quella che, al di là di specifici episodi tuttora al vaglio del magistrato, emerge da una obiettiva ricostruzione di quei terribili giorni e dalla serena valutazione di numerose altre manifestazioni di protesta che si sono svolte successivamente in tutta Italia. Carenze ed errori di singoli, ora all' esame della magistratura, non possono comunque mettere in dubbio la complessiva correttezza e l'efficacia dell'operazione».

Dell' irruzione notturna nella scuola Diaz (De Gennaro disse di non saperne nulla salvo poi essere smentito dall' allora questore di Genova Francesco Colucci che ammise di averlo contattato telefonicamente prima dell' irruzione) il nostro invidiato poliziotto non ebbe di meglio a dichiarare che : "tutta colpa della violenza di una minoranza di facinorosi, dell?adozione di tecniche di guerriglia urbana «non è stato al momento possibile contrastare», della forte tensione che ne è conseguita, del necessario impiego della forza per garantire
l' ordine pubblico che spesso determina conseguenze non volute….
(30 Dic 2002 da lettera inviata al quotidiano ligure Il secolo XIX su invito del direttore
Antonio Di Rosa )

La verità per De Gennaro è che la stragrande maggioranza pacifica dei dissenzienti ha da allora meglio compreso che occorre isolare chiunque voglia esprimere le proprie idee con il ricorso alla
violenza. E così si è impegnata a fare dopo le tragiche vicende del G8.
La verità è che le forze di polizia, eredi di una profonda e radicata tradizione democratica di tutela delle libertà, credono nei valori della nostra Costituzione, detestano la violenza e ricorrono all' uso della forza solo quando è assolutamente indispensabile, preferendo invece
l' arma del dialogo e il metodo della prevenzione…

Ma ritornando al presente:
"La sacrosanta inchiesta della magistratura milanese sulla gravissima violazione della sovranità nazionale messa in atto dalla CIA con il rapimento di Abu Omar a Milano rischia di trasformarsi nel via libera alla strategia di riorganizzazione degli apparati di sicurezza e di intelligence
propugnata da Gianni De Gennaro. Oggi l'ultimo ostacolo all'ascesa del capo della polizia, il SISMI di Nicolò Pollari, sta infatti per essere travolto, dopo una spregiudicata campagna di
stampa condotta soprattutto dal quotidiano La Repubblica ( a cui con ogni probabilità il sevizio ha goffamente reagito anche con metodi di intercettazione illecita dei giornalisti e tentando di costruirsi una rete di amici).
L'anello debole, perché più esposto sul piano operativo, il capo divisione Marco Mancini, è in carcere e chi aveva rappresentato il vero rinnovamento dell'intelligence italiana ( l'uso del cervello più della pistola), Nicola Calipari è stato annientato dai militari americani sull'autostrada di Baghdad.

De Gennaro, ha costruito la sua forza negli ultimi venti anni accreditandosi a livello internazionale, e anche a sinistra, nella lotta alla mafia e al narcotraffico, al punto da essere nominato Capo della Polizia da un governo dell'Ulivo, ed è poi passato per la repressione del
movimento a Napoli nel marzo 2001 e a Genova nel luglio dello stesso anno, dove simpatie forti gli sono arrivate da destra. Le promozioni dei suoifedelissimi – molti grazie proprio alle brutalità commesse a Genova – gli hanno permesso di costruire un sistema di potere che è riuscito a snaturare ed ad infeudare i sindacati di polizia e a prospettare un vero e proprio
modello di gestione della Pubblica Sicurezza, che assorbe anche l'intelligence. Il CASA, centro antiterrorismo costituito all'interno del Viminale da tre anni, è in fieri il modello di centralizzazione da presentare alla nuova maggioranza: un uomo della Pubblica Sicurezza da lui designato è già oggi il primus inter pares che coordina i generali dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del SISDE e del SISMI. 
(di-Luigi Malabarba-Lug 2006*Senatore di Rifondazione, membro commissione Affari Costituzionali, già membro del COPACO)

Gianni De Gennaro e' un uomo molto potente che gode dell' appoggio americano infatti non a caso sui fatti della Diaz si permise anche di sconfessare il ministro dell' interno (l' allora Scaiola):
"Il ministro degli interni è sempre stato informato dal capo della polizia e dei carabinieri. Le sue indicazioni si sono tradotte in direttive di equilibrio e e serenità. Di mantenimento di un ordine pubblico che dai gruppi violenti è stato violato".( dichiarazione al tg5-25 luglio 2005)

Il ministro dell' interno mestamente aveva dichiarato "Non sono stato avvertito ma è una cosa normale" ha cercato di minimizzare Scajola. "Le operazioni di polizia giudiziaria e quelle di ordine pubblico – ha proseguito – vengono gestite sul territorio dal personale incaricato dalle autorità di pubblica sicurezza".

A Napoli qualcuno gia' lo ha definito San De Gennaro.
E difatti per uno che alla commissione parlamentare sui fatti di Genova, e parliamo di uno che fa il capo della polizia, candidamente dichiara e miracolosamente viene creduto che:

"Non c'è stata sufficiente opera di prevenzione(…)gli atti di violenza ingiustificata delle forze dell' ordine diventano nel suo linguaggio : "Disfunzioni", "eccessi", "comportamenti illeciti"…"non esclude che ci siano stati errori, omissioni e un uso delle forza sproporzionato" da parte di Polizia e Carabinieri; sia in piazza che nei confronti dei manifestanti arrestati. Ma si tratta di eccessi individuali "per i quali saranno presi  provvedimenti disciplinari e, se occorre, anche giudiziari".

In ogni caso, lui non c' entra, la gestione dell'ordine pubblico sulla piazza di Genova durante il summit spettava al questore e al prefetto del capoluogo ligure. A Luciano Violante che gli chiede conto di una linea gerarchica nelle disposizioni agli uomini sul campo, replica: "Non esiste un gerarchia verticistica. Il responsabile delle operazioni è sempre a livello provinciale.

Per cui dal punto di vista tecnico era il questore di Genova a dirigere le operazioni, mentre da quello, per così dire, politico era il perfetto della stessa città…

Sulla perquisizione notturna alla scuola Diaz, De Gennaro ha chiarito che lui fu solo informato dal questore Francesco Colucci di quella operazione. "Non mi chiese, né doveva farlo – dichiara – nessuna autorizzazione ad agire. Perché nessuno informa il capo della polizia di una perquisizione. L'unica richiesta tecnica fu quella di poter utilizzare anche i carabinieri. Visto che dopo la morte del giovane Carlo Giuliani si era deciso di tenerli fuori dalle situazioni di confronto con i manifestanti".

Poi a testimonianza della sua sconfinata innocenza e buona fede racconta un' anedoto:

"Durante la manifestazione del Genoa social forum di sabato 21 luglio, – dice – mi arrivò una telefonata di un parlamentare  dall'interno del corteo (probabilmente il capogruppo di Rifondazione alla Camera Franco Giordano n.d.r.) che mi riferiva di come gli scontri tra i violenti e la polizia in piazzale Kennedy stessero spezzando la lunga sfilata dei manifestanti pacifici e stessero impedendo pericolosamente alla seconda parta di essa di avanzare. Ecco lì, di fronte ad una sollecitazione istituzionale, sì che sono intervenuto. Ho infatti chiamato il Questore e gli ho detto di recarsi sul posto per verificare e provvedere".
                                                 ( da Il Nuovo)
Al tg5 aveva gia' ribadito per chi avesse dei dubbi:
(…)la gestione della manifestazione "servirà da esempio ai futuri vertici" (…)il blitz della scuola Diaz: "era una normale perquisizione trasformata in un'operazione di ordine pubblico dal comportamento violento degli occupanti" (…)"il carabiniere ha sparato per legittima difesa". Ovvio che la conclusione dell'analisi del capo della Polizia non può essere che una: "Non ho mai pensato di dimettermi". (Da La repubblica-21 luglio 2001)

Di tutt' altro avviso Gigi Malabarba Capogruppo PRC al Senato ( come riportato da 27-9-2004      L'Ufficio Stampa del Gruppo PRC): "A Genova, come in precedenza a Napoli, la repressione- confermata oggi finalmente dalla messa in stato di accusa delle forze dell'ordine- ebbe una regia, quella del prefetto Gianni De Gennaro" ha dichiarato Gigi Malabarba, capogruppo Prc al Senato, commentando il rinvio a giudizio di 28 agenti responsabili delle violenze alla scuola Diaz.
Dalle indagini emerge con chiarezza una catena di comando, che logicamente non poteva che dipendere dal capo della polizia.
Sarebbe ora che la Commissione d'inchiesta sul G8 di Genova, riproposta da oltre un anno da 40 senatori  e di cui sono primo firmatario, approdi finalmente in Aula per cancellare le conclusioni di comodo della vergognosa prima Commissione d'indagine e per riaprire anche il caso, troppo rapidamente archiviato, dell'uccisione di Carlo Giuliani"

«Qualcosa non è andato. C'è stata in effetti un po' di confusione sulla responsabilità effettiva dell'operazione. C'erano talmente tanti funzionari di grado elevato…». Parola di Vincenzo Canterini. E se lo dice il capo del reparto mobile di Roma, non ci sarà ufficio di polizia dello stivale in cui non si sappia che a Genova, come prima a Napoli, «senz'altro qualcosa non è
andato: in effetti c'è stata un po' di confusione sulla parte dirigenziale». Ovvero da parte dei vertici della polizia, cioè Gianni De Gennaro, rappresentato fuori dalla scuola Diaz da Amedeo La Barbera e Francesco Gratteri. Già, perché fino alla questura più periferica lo sanno anche i
muri che decisioni come il blitz alla Diaz «sono prese da un singolo». E che dunque non è certo Canterini quello che ha deciso se e come entrare alla scuola Diaz. Che poi ci siano comportamenti di agenti e funzionari da accertare è un altro discorso.
(Il Manifesto-23 May 2002)
 
            
 

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2 risposte a San De Gennaro

  1. badmash scrive:

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  2. antonio scrive:

    Siamo alla frutta

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