Caro Ratzinger…fottiti tu e la famiglia in ogni forma.

 Ad un uomo non puo' accadere nulla di peggio che avere dei genitori. Non contenti di aver messo al mondo uno che non glielo aveva chiesto, essi si aspettano per questo anche dei ringraziamenti; ma la cosa peggiore di tutte e' che lo vorrebbero crescere come loro.

Cosi' scriveva il primo biografo di S. Francesco D' assisi tale Tommaso da Celano richiamandosi alle parole di Seneca: " Siccome cresciamo sotto le premure dei nostri genitori, ne consegue dall' infanzia tutti i mali. Perche' dalla radice deteriorata cresce una pianta deteriorata e cio' che si e' rovinato non puo' ritornare sano; quanto piu' i genitori hanno <cresciuto i figli> nelle convenzioni della societa' dominante e dentro le sue forme di vita, tanto piu' essi si deterioreranno.

In questo spazio di vita gia' inficiato, il giovane essere umano, riceve dal primo giorno con l' educazione il germe della sua morte spirituale.

Secondo Tommaso, il venditore di tessuti e commerciante all' ingrosso Pietro Bernardone ( la madre non vien mai nominata-pare fosse di origine francese da qui il nomignolo "francesco"."franceschino"; piu' terdi nella biografia si dira' quando Francesco era contento cantava canzoni con testo francese) aveva cresciuto suo figlio secondo la vanita' del mondo.

Tommaso contro l' agiografia comandata dalla chiesa descrive Francesco come un buono a nulla  che deruba il padre e dissipa il denaro: vendette di nascosto balle di stoffa prese dal negozio dal padre e distribui il denaro ricavato tra la gente.

Al di la' delle biografie ufficiali e abbellimenti postumi Francesco compi la rottura col padre perche' dapprima saccheggio gli averi della famiglia, non volle ascoltarne i rimproveri, e poi minaccio' uno scandalo nel caso il vecchio avesse insistito per fargli estinguere il debito tramite il lavoro nel negozio.C'e lite da entrambe le parti e nessuno cede.

Francesco spogliandosi in piazza, davanti al vescovo chiamato in qualita' di conciliatore, urlera', con freddezza e in maniera brusca, al padre: " Con questo hai le mie cose fino all' ultima, non voglio conservare nulla che mi ricordi di te".

Le biografie non ufficiali che non vedono Francesco circondato di angeli svolazzanti e non raccontano eventi e miracoli che non si sono mai verificati parlano di un uomo di carne ed ossa, debole come lo siamo tutti, orgoglioso, passionale, vulnerabile, bisognoso d' amore, incazzato e messo nell' angolo della santita'…Non ci raccontano di un Francesco che ha bisogno di "fuggire il mondo" (il mondo e' il luogo della donazione di Dio) dove ogni realta' e' simbolo, coincidenza del tutto col frammento, ma semmai  di un uomo che per cercare Dio e con lui la sua origine ha necessita' e bisogno di fuggire e ripudiare la propria famiglia, la "radice deteriorata".

Il suo pensiero e la sua meditazione sono "spiritualita' dei sensi" dove non si conosce interiorita' senza sensibilita', dove l' esteriorita' e' sempre espressione di una ricchezza maggiore: per lui la saggezza non e' depositata nella parola e men che mai nei libri infatti regalera' l' unica Bibbia che i suoi frati possedevano ad una vecchia affinche' essa ne ricavi del denaro per comprare fagioli olive e un pezzo di carne e vino.

I pii frati allora come adesso trovano la cosa alquanto scandalosa ma Francesco sorridendo disse:"Da' a nostra madre il nuovo testamento, affinche lo rivenda per far fronte al suo bisogno piu' urgente. Confido nel fatto che al Signore ed a sua madre fara' piu' piacere che se voi lo leggeste."

Dato che tutto e' ricolmo di Divino, non puo' esistere nulla che sia al di fuori della sfera divina.I poveri appartengono al mondo e il mondo appartiene a loro; i ricchi hanno solo cose in prestito che devono restituire quando un povero lo richiede. Gli animali appartengono al mondo e il mondo appartien a loro cosi' come agli uomini.  Pertanto dobbiamo dare loro cio' di cui hanno bisogno per vivere; essi hanno i nostri stessi diritti.  Dar loro la caccia, torturarli e ucciderli e' un attentato alla creazione di Dio.

La sensibilita' di Francesco verso tutto il vivente e' ovvia: Nessun uomo e' troppo orribile, nessun verme troppo insignificante, per non essere trattato e salutato da Francesco come il papa.

Francesco chiedeva che ognuno prestasse ascolto alla sua disposizione naturale e desse al proprio corpo cio' di cui necessitava: uno ha piu' bisogno del sonno di un altro, per uno il digiuno e' facile per un altro uccide quasi la ragione:"Voglio e vi impongo che ognuno-considerando la nostra poverta'- dia soddisfazione al proprio corpo per cio' che gli e' necessario…Dio vuole carita' e non sacrificio. Il nostro corpo merita altrettanta atenzione cura e pazienza quanta ne rechiedono i bisogni corporali e spirituali degli altri.

Exire de civitate-contro la citta', cioe' uscire dal mondo concreto, quindi lasciare Assisi e legarsi ad altri, cioe' ai poveri, ai deboli, ai malati, ai lebbrosi e ai mendicanti sul loro cammino: Francesco fara' proprio tutto cio' che e' vietato dalle leggi del suo tempo.

Proprieta', denaro e possedimenti non giocano alcun ruolo importante, ne hanno nulla a che fare col pensiero, il giudizio e la liberta'.  La liberta' di un uomo risulta da cio' che egli e' non da cio' che egli ha o che ha ereditato dai suoi genitori.

La liberta' non si puo' comprare e non e' a buon mercato perche' non ha "valore". La dignita' che uno possiede e l' attenzione che egli ha verso se stesso, vietano di lasciarsi usare, sfruttare.L' umilta' e' piu' vicina al coraggio che all' arrendevolezza.Gia' dalla cima della montagna non si percepisce il lamento degli uomini a valle, la loro gelosia, il loro odio e le loro avversita'. 

 (ndr Tommaso da Celano conobbe personalmente S. Francesco D' Assisi 1228 e ne venne designato biografo ufficiale-molto diversa la successiva storia della sua vita del filosofo-teologo e generale dell' ordine Bonaventura la cui "vita di San Francesco D' Assisi-leggenda maggiore-usci' nel 1260-62, insieme all' obbligo di bruciare tutte le altre storie della vita del Santo))

 

 

 

 

 

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