il sale della democrazia

 Sindacati contestati nel corso delle assemblee sulla Finanziaria allo stabilimento Mirafiori della Fiat.

Per Raffaele Bonanni il leader della Cisl, a protestare sarebbero stati solo pochi e rumorosi operai-qualunquisti Epifani, segretario della cgil, ha detto che qualche fischio e' il sale della democrazia e che non c'e stata nessuna "scollatura" con la base. Ma l' unico vero applauso lo strappa quando dice: alla Confindustria «non sarà permesso di avere mano libera sugli orari e l'organizzazione del lavoro».

2006-12-10
 

  1. Giovedì (7 dicembrene 2006) nella fabbrica di Mirafiori i leader sindacali sono stati fischiati.

 

Per Raffaele Bonanni il leader della Cisl, a protestare sarebbero stati solo pochi e rumorosi operai-qualunquisti: «È una piccola minoranza, gente che guadagna mille euro e protesta contro quello che reputa ingiusto. Peccato lo faccia con i sindacati, gli unici che parlano con loro» «Mi è sembrato di tornare agli anni Settanta, quando la stragrande maggior dei lavoratori stava con Cgil, Cisl e Uil e una minoranza rumorosissima e senza remore riusciva a disturbare».

 

I lavoratori che non erano pochi e qualunquisti hanno semplicemente chiesto al sindacato di battersi per la giustizia fiscale e la redistribuzione dei redditi, contro i bassi salari, le cattive condizioni lavorative. Inoltre hanno espresso timori per il "Tfr non optato", non esplicitamente destinato a un fondo pensione, e che verrebbe gestito dall´Inps poi dal Tesoro, pe finire investito in opere pubbliche…per non dire del fatto che il governo riduce le tasse ma poi aumenta bollo, Ici e Irpef comunale.

 

 

Epifani, segretario della cgil, ha detto che qualche fischio e' il sale della democrazia e che non c'e stata nessuna "scollatura" con la base. Ma l' unico vero applauso lo strappa quando dice: alla Confindustria «non sarà permesso di avere mano libera sugli orari e l'organizzazione del lavoro».

 

Nel corso delle assemblee i lavoratori hanno sostenuto che: "Guglielmo, questa non può essere la finanziaria dei lavoratori, il sindacato deve mantenere un atteggiamento critico e incalzare il governo anche quando questo è di centro sinistra".

 «il sindacato deve rappresentare i lavoratori, non abbiamo un governo amico e uno nemico, tutti i lavoratori meritano rispetto e un sindacato che li tuteli sulle condizioni del lavoro e del futuro».

 Vincenzo Tripodi, delegato Fiom, sostiene che vi sia un appiattimento di Cgil, Cisl e Uil sulle posizioni di questo governo. Noi non abbiamo nessun governo amico o nemico.

 Per Giorgio Cremaschi della Fiom: "a Mirafiori si è materializzato lo scontento di tutto il mondo del lavoro."

 Per Giorgio Airaudo, segretario della Fiom di Torino: "i lavoratori hanno detto chiaramente che non pagheranno il conto della fase due del governo Prodi come vorrebbe la Confindustria.

 " Sull' Unita'del 9 dic-2006 si e' potuto leggere che: " I leader sindacali da Di Vittorio a Lama hanno insegnato che non sempre gli operai hanno ragione "

Liberazione ha liquidato le contestazioni definendole vecchie ruggini tra base e leader sindacali dopo 26 anni dalla loro ultima comparsa in fabbrica.

Intanto il governo, come titolano i quotidiani nazionali, apre al patto sulla produttività, rispondendo all’appello di Confindustria. Massimo D’Alema parla di «un nuovo patto tra le forze sociali, condizione per affrontare le nuove sfide del Paese». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta rilancia: «Finito il percorso della Finanziaria dobbiamo fare partire un patto sulla produttività».

A Sesto San Giovanni, al workshop di Italianieuropei Montezemolo parla alla platea: «Dobbiamo renderci conto che i livelli competitivi del Paese sono bassissimi. Che l'impresa ha reagito, che è l'industria a trainare lo sviluppo. Che capisce, anche, quali siano i disagi e dice: siamo disponibili, chiediamo più produttività ma offriamo, in cambio, più salario. Però qualcuno vuole rispondere, discuterne, fare un po' di tifo, provare a stringere un patto?».

D'Alema gli ha fatto eco: "Dobbiamo lavorare a un nuovo patto tra le forze sociali, dobbiamo costruire un consenso tra le grandi forze del Paese per la crescita e la competitività. E come in ogni patto che si rispetti, ognuno deve mettere qualcosa".

2006-12-10 

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