se questo e’ un blog

mi sono guardato in tv
ho visto molti segni che annunciano
sofferenze addizionali
Non c’e’ un punto di luce per chi lavora
alla fabbrica degli specchi dei sogni
Esistenza precaria a tempo indeterminato
mi gettarono
nell’era della comunicazione globale

Povero ma connesso
ricamavo sogni caduti in terra
per illusioni di una vita vera
La cartomante e l’analista
sbirciando nell’anima del mio futuro
lo videro: il presagio era chiaro:
Comunicare, Comunicazione…
Eccola la parola magica che apre
la fortezza vuota in cui abito
in cui sogno ad occhi aperti
fantasie affettive
e nuoto  fiume immenso
di deliri e allucinazioni
Sovrastato da enormi edifici di violenza e morte
io faccio il prigioniero normale
ripiegato su me stesso
perso in una mente teatro
di rappresentazioni di ogni forma e genere
Una geografia di disamori
un terreno cosparso di ferite
dolori profondi rinnovati
ad ogni tentata fallita grande evasione
In questo tempo si dice che si comunica
e si comunica fino allo sterminio
Anch’io ho aperto un blog
Certo un po’ turpe un po’ patetico
ma blog
Pure io sono convenuto all’assemblea degli assenti
al convegno dell’elusione
Diventato oppresso disponibile al dialogo
al microcosmo di una societa’ totalitaria
Davanti a me non c’e’ carne
non c’e’ sangue
Ho aperto anch’io un blog
brulica di parole sollevate dal suolo
manovale della scrittura
al servizio del silenzio
Io faccio il prigioniero normale

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