La felicità
senza potere, i salari senza lavoro, una casa senza frontiere, la
religione senza mito…questo oggi, in ultima istanza e’
l’antifascismo…
Nella citta’ metaforica, Metaforopoli,
descritta in un racconto di L. Malerba, ogni cittadino realizza in se’
la metafora con cui viene nominato: "Se si dice di un attore che
<<e’ un cane>>, sara’ un vero cane peloso, con la coda
quattro zampe denti da cane e abbaiera’ sul palcoscenico e altrove. Se
di un tale si dice che <<e’ un porco>>, sara’ un vero
porco-maiale, con le setole, il grugno, la codetta avvitata e portera’
in giro i suoi quattro prosciutti, anteriori e posteriori. Se per caso
raro si dira’ di una donna che <<e’ un angelo>>, beata lei,
andra’ svolazzando sopra i fili della luce cantando ariette celesti.
Cornelia, nella citta’ metaforica, invece di mettere a letto i
figlioletti, rinchiudera’ ogni sera in uno scrigno e depositera’ nella
bancaria cassetta di sicurezza <<i suoi gioielli>>. Ma la
maggioranza dei cittadini di Metaforopoli si e’ gia’ capito che sara’
composta di animali, da cortile e no: porci cani oche vacche conigli e
poi volpi orsi avvoltoi, rare aquile, molti asini. Si vedranno
camminare per le strade anche innumerevoli escrementi e molte teste la
cui forma sara’ una smentita inequivocabile al detto di Jung secondo
cui il pene e’ soltanto un simbolo fallico" (L.Malerba-la citta’
metaforica)
Da quando la rivoluzione non e’ piu’ una scienza
inventata ma l’argomento insopportabile di intellettuali
surrealisticamente scientifici, alchimisti del verbo, insofferenti alla
moltitudine incolta e disordinata si vedono camminare per le strade
molte teste che come scriveva Malerba sono
una smentita inequivocabile al detto di Jung secondo cui il pene e’
soltanto un simbolo fallico. Oggi cosi’ accade che nonostante generiche
proclamazioni di fedelta’ alla "rivolta", degli intellettuali, che si
sono bevuti il cervello all’happy hour della storia, da buoni
anarchici, si trasformino in poliziotti dell’ordine interiore,
vantandosi di dialogare con chi e che sia procedendo come se i
de-soggetti della propria interlocuzione potessero essere staccati dal
resto del mondo, dalla totalita’ in cui strisciano. Non e’ un fatto
nuovo, anzi, e’ la norma, ormai trentennale, del comportamento sociale
di una sostanziale disoccupazione intellettuale di sinistra che
trasferendosi a metaforopoli crede nella magia delle parole.
I
relativisti inconsci di ieri, oggi, si sono relativizzati fino alle
estreme conseguenze, fino a fare del relativismo, o dell’indifferenza,
una scienza della liquidazione del proprio pensiero: Dalla paralisi
della conoscenza sono giunti alla paralisi totale del pensiero. Questa
cosa adesso la chiamano liberta’; questa facolta del potere,
interiorizzata, di divorare la liberta’, digerire la verita’ e
restituire veleno la chiamano progresso della coscienza. Ed ecco un
gregge di intellettuali, che purtroppo si dicono ancora di sinistra o
marxisti o rivoluzionari, che da buoni dirigenti del nulla sono stati
addestrati fin dalla loro infanzia politica a trasformare il mondo in
una trama di contraddizioni principali ed accessorie, consegnarsi mani
e piedi al fascismo della razionalita’, dell’equidistanza dalla lotta.
Chi
sono gli interlocutori di queste supposte avanguardie teologiche del
proletariato? Gente che " deve utilizzare il suo generale disgusto
come spinta per abbandonarsi al potere collettivo di cui e’
stufo…gente che sottoscrive la propria nullita’ e la propria
sconfitta per entrare a far parte…di questa o quella tribu’, di
questa societa’ …"
Per parlare chiaro, un’intera generazione
di agenti del vuoto si sono spacciati per rivoluzionari. Il loro
compenso, ricevuto dal vuoto, e’ sta un’immagine di se’
autogratificante, una partecipazione virtuale invertita al potere
dell’elite economiche. Godevano di cio’, ma la festa e’ finita e cosi’
sono scivolati tutti, riciclandosi, sulla strada lastricata di
ricompense del pentimento di classe, dell’abiura di se’, mediata dal
fascismo del discorso razionale, del buon senso comune. Ora, questi
signori che galleggiano nei cessi del potere non possono essere
compresi ma solo ignorati. Tirate lo sciacquone, abbassate il
coperchio, disinfettate al lato le scorie e gli ultimi baluardi del
potere patriarcale per tornare fuori all’aperto dove si respira.
Metarofopoli …"si e’ gia’
capito che sara’ composta di animali, da cortile e no: porci cani oche
vacche conigli e poi volpi orsi avvoltoi, rare aquile, molti asini. Si
vedranno camminare per le strade anche innumerevoli escrementi e molte
teste la cui forma sara’ una smentita inequivocabile al detto di Jung
secondo cui il pene e’ soltanto un simbolo fallico"
"le idee dominanti, sono le idee della classe dominante, anche nella loro forma antagonista" (R.V.)
Che cos’e’ oggi il fascismo? Una controrivoluzione quotidiana, un
appello alla schiavitu’, alla lotta spettacolare che non intacca la
struttura sociale del potere. Esso si presenta come la manipolazione
pratica degli antagonismi da parte del potere (V. ad es. Casa Pound
italia): il tentativo mitico-immaginario di superare la scissione tra
societa’ economica e societa’ politica, fra societa’ civile e
Stato, di trascendere l’atomismo della societa’ moderna con mezzi
puramente spettacolari, speculativi e con strumenti sociali e politici
pre-borghesi: corporativismo, organicismo statuale. Il fascismo in
questo senso e’ la trasversalita’ nella societa’ civile di soluzioni
puramente illusorie, regressive all’alienazione sociale. Una forma
alienata di superamento dell’alienazione e pertanto una determinazione
ideologica interna al sistema. Il fascismo oggi e’ questa costituzione
di un illusorio al di la’ dell’alienazione capitalistica,
intrinsecamente idealistico, sentimentale e pseudoreligioso, una
metafisica applicata alla vita quotidiana del potere gerarchico
borghese. Capitale, Lavoro, Stato, Famiglia, Nazione,
Identita’…Autoritarismo…che rappresentano i capisaldi della
sottomissione e dell’abbruttimento dell’umanita’ presente vengono
"risacralizzati" per ri-cementare la piramide sociale, occultare lo
sfruttamento su cui si regge.
L’antagonismo formale allo stato di cose esistenti del fascismo e’ una
forma di governo interiorizzato degli individui e dei collettivi. Una
riconversione mitica della violenza dell’organizzazione gerarchica
borghese in cui il miraggio della sopravvivenza garantita viene pagata
al prezzo di un ulteriore alienazione. Esso e’ una cultura e un
immaginario che uccide schierandosi a fianco del potere, del potere
della sopravvivenza contro la liberazione e l’emancipazione umana. Il
fascismo e’ la nevrosi prima della necrosi che colpisce la societa’
civile sotto i colpi della crisi economica.
Miticamente questo fascismo promette di sollevare le persone fuori dal
tempo ordinario della loro miseria quotidiana cosi’ come lo promette la
reclame delle merci e dei prodotti di largo consumo presentati come
sovramondani, originali e autentici. Il suo conformismo e’ mediato dal
non-conformismo spettacolare di cui si nutre il consumatore seduto al
centro della cultura dominante. La sua estetica, che e’ il rovescio di
una vita inaridita e sclerotizzata nelle pieghe della sopravvivenza
quotidiana, e’ l’estetica macabra della distruzione totale, della
volonta’ di vivere che si ritorce contro se stessa fino al campo di
sterminio; estetica di una notte che legalizza tutti i crimini:
"La decomposizione dello spettacolo passa ormai per lo spettacolo della
decomposizione. E’ nella logica delle cose che l’ultimo commediante
filmi la propria morte. Nella fattispecie, la logica delle cose e’
quella del consumabile, di cio’ che si vende consumandosi. La
patafisica, il sotto-dadaismo, la messa in scena della poverta’
quotidiana fiancheggeranno ormai la strada che conduce fra esitazioni
verso gli ultimi cimiteri." (R. Vaneigem)
La coltivazione di una coscienza mistica visionaria che vorrebbe
"salvare la cultura occidentale" da un processo di atrofia
spirituale e dalla "decadenza liberale" e dare inizio ad una
"rigenerazione" del tempo e della storia, dare vita ad un nuovo
ed epico ciclo della storia nazionale, rappresenta la popolarizzazione
trasfigurata dell’etica del sacrificio della liberta’ di cui ha
bisogno il sistema borghese nel momento in cui vacilla sotto i colpi
della crisi e della recessione economica. In nome di questa etica del
sacrificio al servizio del capitale ogni sincretismo politico,
culturale ed ideologico e’ legittimo. Il suo vitalismo da operetta
neofuturista che dovrebbe risollevare l’apatico individuo-atomo della
societa’ ultrliberale nella sua astrazione si conclude nel culto di
un’inesauribile movimento, della velocita’, dell’azione all’interno di
una comunita’ sentimentale che si redime nel lavoro salariato, nel
servizio ad un capitale mistico che secondo i credenti del fascismo
attuale mette al servizio di una "nuova era" le sue immense
potenzialita’ tecnologico produttive.
La "Comunita’ di destino" sventolata come il momento supremo di
identificazione collettiva, cioe’ di dissoluzione dei confini tra l’io
e il mondo, posta al culmine della parabola moderna di questo fascismo
e’ la ripetizione mitica dell’annullamento dell’individuo che
quotidinamente si compie negli ingranaggi dell’economia capitalistica
ma che nell’inversione ideologica fascista d’incanto si trasforma in un
sacrificio eroico per la rigenerazione del tempo e della civilta’
nazionale:
"ora, il cambiamento e’ l’imperativo che domina la societa’ del
consumo. C’e’ bisogno che la gente cambi macchine, moda, idee
ecc.Bisogna che sia cosi’ perche’ un cambiamento radicale non venga a
mettere un termine a una forma di autorita’ che per esercitarsi non ha
piu’ altra soluzione che quella di offrirsi in consumo, di consumarsi
consumando ciascuno…Per disgrazia, in questa fuga in avanti verso la
morte, in questa corsa che non vuol finire, non c’e’ avvenire reale,
non c’e’ che un passato frettolosamente rivestito a nuovo e gettato nel
futuro. Da quasi un quarto di secolo, le stesse novita’ si avvicendano
sul mercato del gadget e delle idee, con a malapena il trucco del
giorno prima. Lo stesso sul mercato dei ruoli..La borghesia al potere
tollera il cambiamento solo se vuoto, astratto, scisso dalla totalita’."
Lo "Stato etico", la collaborazione di classe…i nuovi e vecchi
fascismi si continuano idealmente nell’estetizzazione della politica,
nel simbolismo seducente di una identita’ collettiva immaginaria.
Questi agenti del vuoto sono premiati dal vuoto con l’immagine di una
partecipazione al potere.
http://www.globalproject.info/art-17947.html