una spettrale oggettivita’

Conosco le cose che vedo nelle immagini prodotte in un modo completamente diverso che se condividessi con loro lo stesso spazio fisico.
Non importa se i significati delle immagini sono verificabili o no, il punto e' se esse producano o meno degli effetti e degli affetti sensibili. E' nell' azione reazione sensibile ed emotiva a cui porta un immagine che si definisce la sua funzione e non se comporti o no un certo giudizio sulla verita' o sulla falsita' di uno stato di fatto.
Le immagini e la realta' si unificano e si confondono su uno stesso piano per l' effetto concreto che producono nei comportamenti e nella sensibilita' delle persone.
Non si tratta di sapere se l' una cosa e' piu' o meno falsa dell' altra, se hanno o no un senso verificabile, ma semplicemente di qualificarle secondo i diversi gradi di forza con cui ottengono o non ottengono dei risultati nello stimolare azioni e comportamenti o anche solo allucinazioni.
Nelle immagini c'e tutta una politica della sensualita' che non ha niente a che fare con le domande sulla verita', la realta' o irrealta' di uno stato dell' esistenza.

L' immagine e' la via per la creazione di un' identita' seducente che quando contagia il livello collettivo annuncia l' avvento della politica come estetica, cioe' del fascismo nella sua versione post-moderna.
Non ha senso chiedersi se un' immagine e' piu' vicina o piu' lontana dalla realta' quando il suo scopo principale e' quello di essere un mezzo complesso di integrazione /disintegrazione all' interno di un processo sociale ed economico specifico e totalitario. Non si tratta di manipolazione delle griglie di lettura della realta' quanto di un processo di simultanea autolegittimazione di se' e del mondo in cui cio' che interessa non e' la logica ma l' affettivita'.

Tanto la realta' che le sue immagini sono il risultato dinamico e agente, sia pure complessamente mediato, di un processo sociale/economico autonomizzatosi al punto tale da non avere piu' bisogno di conducenti ma solo di guardiani, spettatori e vari addetti alle luci, alla reclame, alla produzione…Se il capitale decidesse di dipingere il mondo di blu' e ha i mezzi materiali e tecnologici per farlo, voi vedreste il mondo in blu' anche se non senza qualche sbavatura: oggi questa cosa e' quella che viene pomposamente denominata verita', realta', fatto, oggettivita'…

In un' immagine quello che interessa non e' se racconta, dice o fa intuire o meno la realta' o la verita' ma se e'  efficace dal punto di vista economico/sociale.
Le immagini non raccontano nulla ma producono come qualsiasi altro mezzo di produzione seppure in modo molto complesso…: servono a dare nuove immagini a vecchi oggetti, nuove immagini alle stesse ossessive situazioni.
La spettrale oggettivita' in cui viviamo, se viviamo, e' condizionata da qualcosa di assolutamente irreale come gli indici di borsa o i grafici altalenanti dei maghi dell' economia di mercato…; potremmo ancora chiederci o chiedere se un' immagine e vera o non vera?

Questa voce รจ stata pubblicata in Generale. Contrassegna il permalink.