un cerchio concentrico di immagini

"Non doveva finire così. Poteva essere evitato. La decisione è stata vostra. Adesso avete le mani piene di sangue". «Siete dei ragazzi ricchi»-«passate il tempo a mettere in atto inutili inganni» "C’erano un miliardo di possibilità di evitare tutto questo, ma mi avete spinto in un angolo" «La decisione era nelle vostre mani. Adesso avete sangue sulle mani, sangue che non verrà mai cancellato». «Grazie a voi muoio come Gesù Cristo, per ispirare le generazioni dei deboli e degli indifesi, ecco cosa farò, cosa ho fatto». «Le vostre Mercedes non sono abbastanza, marmocchi? Le vostre collane d'oro non vi bastano, snob? I vostri fondi d'investimento? Non siete ancora soddisfatti nei vostri bisogni edonistici? Avete tutto» "L'ho fatto.. Dovevo fare quanto ho fatto". C'erano un miliardo di possibilità di evitare una giornata come oggi". "La decisione era nelle vostre mani. Adesso avete sangue sulle mani, sangue che non verrà mai cancellato" «Voglio pareggiare i conti con i ricchi».-Cho Seung Hui

Il mio occhio per quanto debole o forte vede solo per un tratto e in questo tratto io vivo e mi muovo. Questa linea d' immagini e' il mio prossimo destino grande o piccolo che sia, cui non posso sfuggire.

Attorno ad ogni essere si dispone un cerchio concentrico di immagini che ha un punto peculiare.
Secondo questi orizzonti visuali nei quali siamo racchiusi misuriamo il mondo.Questi sono di nuovo i fondamenti dei nostri giudizi e "conoscenze",-non c'e assolutamente scampo, ne' qualche nascosto sentiero per sgattaiolar via nel mondo reale!

Noi siamo nella nostra rete.

L' atto di vedere appare qualcosa di assolutamente a-problematico e naturale e quotidianamente non ci interroghiamo sul perche' a volte concentriamo lo sguardo su determinate cose ignorandone altre.
Probabilmente noi percepiamo in maniera predominante quelle cose rese piu' pertinenti e significative dal nostro sistema culturale da una competenza visiva che e' un prodotto sociale e culturale.
La "realta'" che noi osserviamo e' sempre prodotta storicamente e , cio' che noi percepiamo come realta' e' anche quello che un' intera civilta' ammette come realta'.

Il relativo significato culturale dell' immagine è definito. La pratica e l' abitudine, la predisposizione acquisita, dettano le le regole secondo le quali i produttori d' immagini creano i loro oggetti.

Le stesse tecnologie simultaneamente aumentano e diminuiscono la potenza della nostra percezione.
Le tecnologie infatti sono sempre invenzioni all' interno di un contesto culturale e sociale e tendono a sovraesporci una determinata prospettiva del mondo. In questo senso esse, non potendo mai rappresentare la totalita' dell' esperienza umana, ci bloccano lo sguardo, ci impongono un modello logico, la forma della nostra esperienza visiva.

Con gli alambicchi digitali l' illusione di rappresentare la realta' scompare del tutto rivelando una parte della natura dell' immagine, un evento prima che una cosa, che e' quella di oggettivare l' invisibile, le cose che vorticano dentro le nostre teste.

L' esperienza sensuale dell' immagine non ha a che fare con la cosiddetta "realta'" ma con il processo a mezzo del quale la tecnologia digitale ci permette di approssimare, oggettivandolo, un qualche luogo della nostra mente, le sue ombre.
Questa e' la materia immateriale delle immagini digitali.

Le tecnologie che creano ambienti visivi e modi di guardare riallinenao continuamente la npstra percezione del mondo e del nostro corpo.
La comunicazione visiva sembra promettere  è un'esperienza corporea completa.

Gli individu@ in questa societa' non fanno nulla per il loro se' reale ma soltantanto per il fantasma del loro ego, per l' immagine che che su di essi si e' formata nella mente  delle persone del loro ambiente e che si e' loro trasmesso culturalmente.
Tutti vivono in una nebbia di immagini impersonali, semipersonali ed arbitrarie.
Immagini quasi poetiche ognuna nella testa di un altro.
Uno strano mondo di fantasmi che in tutto questo sa' darsi un aspetto cosi' sobrio.

Questa nebbia di immagini cresce e vive quasi inidpendentemente dagli uomini che avvolge e in certe circostanze si serve della polizia e dell' inferno per non permettere alcuna deviazione.

E' l' arte dell' incantesimo che domina e' la fiducia nella "realta'" e' un fenomeno morale.
Lo stato del sentimento in cui ci porta un' immagine  e' sempre o quasi in contraddizione con l' evidenza della nostra situazione effettiva.

Noi siamo una ruota del sistema e sotto una ruota finiremo nella ricerca di un' immagine pura ma il labirinto e' il nostro modello.
Il labirinto della normalita'.

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