il mercato a vita

Il mercato a vita.

La nostra società ha bisogno di "aree di scarico e di compenso dove poter relegare e nascondere le proprie contraddizioni." L' internato e l' escluso e' il "socio-economicamente insignificante, è oggetto di una violenza originaria, la violenza del nostro sistema sociale. Un uomo senza potere sociale, economico, contrattuale su cui la società ha usato e continua ad usare la violenza, riducendolo ad essere a-problematico e a-contraddittorio, per mascherare la contraddittorietà della nostra società."

"nella società capitalistico-produttivistica la norma è la salute, la giovinezza, la produzione e che questa società si fonda sull'ideologia del benessere e dell'abbondanza per coprire la fame. Questa fame non può manifestarsi brutalmente per ciò che è, ma deve venir velata e schermata attraverso le ideologie che la definiranno di volta in volta come vizio, malattia, razza, colpa. Una società del genere non può programmare sufficienti misure preventive o assistenziali. Si salva ciò che può essere facilmente recuperato; il resto viene negato attraverso l'ideologia dell'irrecuperabilità, dell'incomprensibilità, della natura umana, su cui si costruisce il castello del pregiudizio. La malattia, la vecchiaia, l'infortunio sono accidenti all'interno di una realtà che non vuole e non può premunirsi e preoccuparsi delle proprie contraddizioni. Le contraddizioni vengono sancite come un dato."

"Da qui parte l'ideologia del bene. Il resto è il risultato di un fallimento che troverà spiegazioni scientifiche e filosofiche, in una scienza e una filosofia che maschereranno il loro legame con la classe dominante sotto la mistificazione della neutralità tecnica. I valori sono fissati una volta per tutte dalla classe dominante e da una scienza che la difende, ma solo chi non ha cade nelle sanzioni studiate per dominarlo e indebolirlo." (F.Basaglia)

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