la guerra dell’ oppio

Lo spettacolo è una guerra permanente dell'oppio destinato a costringere la gente ad identificare le merci con i prodotti ed identificare la soddisfazione con una sopravvivenza che si espande secondo le relative proprie leggi. La sopravvivenza di consumo deve espandersi costantemente perché non cessa mai di includere la privazione e l' insoddisfazione. Se la sfera della sopravvivenza non viene mai risolta, se non c è un punto in cui potrebbe smettere di espandersi, questo è perché in se è infetta dal virus della privazione.
"Lo spettacolo è il capitale ad un tale grado di accumulazione da divenire immagine".

"Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale tra individui, mediato dalle immagini."
                            (Debord)
Le immagini separate da ogni funzione vitale si fondono in un flusso comune in cui l'unità spezzata della vita viene recuperata nell' apparenza. La vita frantumata, parcellizzata in una infinita' di ruoli  viene ricomposta in un pseudomondo che puo' essere solo guardato.

Le immagini in questo pseudomondo si autonomizzano. Lo spettacolo e' il movimento autonomo della non-vita.

Lo spettacolo non può essere compreso come puro inganno visivo prodotto dalle tecnologie di massa. È una visione del mondo realmente attuata e che e' diventata oggettiva.

Lo spettacolo e' il cuore reale di questa societa' irreale;  -rappresenta il modello dominante di vita
-l'affermazione onnipresente delle scelte che già sono state fatte nella sfera di produzione
-giustificazione totale degli stati e degli obiettivi del sistema attuale
-la presenza costante di questa giustificazione nella vita quotidiana

Lo spettacolo non e' astratto contrapposto all' attività sociale concreta. La pratica sociale è la totalità reale che contiene lo spettacolo autonomo.

La lingua dello spettacolo consiste dei segni del sistema dominante di produzione – questi segni sono allo stesso tempo i prodotti finiti e ultimi del sistema.
Come articolazione generale della razionalita' del sistema e come settore economico avanzato lo spettacolo direttamente genera una massa sempre crescente di immagini-oggetti che e' la produzione principale della società attuale.

Lo spettacolo può sottomettere gli esseri umani a se perché l'economia li ha già completamente sottomessi. Niente esite tranne l'economia che si sviluppa per se' nella riflessione fedele della produzione dei produttori.

Il concetto dello spettacolo correla e spiega una vasta gamma di fenomeni apparentemente disgiunti. Le diversità ed i contrasti apparenti di questi fenomeni provengono dall'organizzazione sociale delle apparenze.

La prima fase di dominio dell'economico sulla vita determinata una degradazione evidente dall' essere all'avere.
Uno e' cio' che possiede.

Nella seconda fase di questo dominio c'e uno spostamento dall' avere all' apparire in una realtà specifica sociale che è modellata per far  comparire soltanto cio' che non è realmente reale.
Il mondo non puo' piu' essere afferrato ma solo guardato.

L' ambiente e' fatto di immagini. Immagini che si trasformano in esseri reali e forniscono motivazioni dirette per il comportamento.
Dovunque la rappresentazione diventa indipendente, lo spettacolo si rigenera.

Lo spettacolo è la ricostruzione materiale dell'illusione religiosa. La tecnologia spettacolare non ha disperso le foschie religiose in cui gli esseri umani avevano proiettato le loro proprie forze essenziali; essoha soltanto portato quelle foschie giù a terra, al punto che persino le funzioni più mundane della vita sono diventate impenetrabili ed irrespirabili. Il paradise illusorio che ha rappresentato una smentita totale della vita terrena non e' più proiettato nel cielo ma è incastonato nella vita reale in se'.

L'attivita' pratica della società moderna si è staccata da se stessa ed ha stabilito un regno indipendente nello spettacolo.
Lo spettacolo è il discorso dell' economia circa se stessa, il relativo monologo senza fine di auto-elogio nella fase della sua dominazione totalitaria di tutte le funzioni della vita.

Lo spettacolo non è la conseguenza inevitabile di un certo sviluppo tecnologico presunto naturale. Al contrario, la società dello spettacolo è una forma che sceglie il relativo proprio sviluppo tecnologico.
Se lo spettacolo, considerato nel senso limitato "dei mass-media", che sono la sua manifestazione superficiale più abbagliante, sembra invadere la società sotto forma d'un apparecchio tecnico puro, dovrebbe essere capito che questo apparecchio non è in nessun modo neutrale e che è stato sviluppato in conformità con le dinamiche interne dello spettacolo.

Se le esigenze sociali dell'età in cui tali tecnologie sono sviluppate possono essere soddisfatte soltanto con la loro mediazione, se la gestione di questa società e tutti i rapporti fra la gente sono diventati completamente dipendente da questi mezzi di comunicazione istantanea, è perché questa "comunicazione" è essenzialmente unilaterale. La concentrazione di questi mezzi e' così una concentrazione nelle mani dei coordinatori del sistema attuale dei mezzi che permettono loro di continuare questa forma particolare di gestione e dominio sociale.

Ogni potere si è cammuffato da sempre con un ordine mitico. La religione ha giustificato l' ordine cosmico e l'ordine ontologico che corrispondeva agli interessi dei padroni. In questo senso ogni potere e' sempre stato spettacolare. Ma se nella devozione universale di un originario linguaggio religioso figurato fisso c' era soltanto il riconoscimento comune di una perdita, una compensazione immaginaria per la povertà di un'attività sociale concreta che ancora era sperimentata generalmente come stato unitario. In opposizione nello spettacolo tutta la "Comunità" e tutta la consapevolezza critica si sono disintegrate  e la gente e' mantenuta in una condizione di inconscienza rispetto ai cambiamenti pratici della loro esistenza.

Non c'e comunicazione personale diretta fra i produttori circa il senso di quello che producono; la comunicazione e la comprensione sono monopolizzate dai responsabili del sistema.

Il sistema economico dominante è il circolo vizioso dell'isolamento. Le relative tecnologie sono basate sull' isolamento e contribuiscono a quello.Dalle automobili alla televisione, le merci che il sistema spettacolare sceglie di produrre servono da armi che costantemente rinforzano le circostanze che generano "le folle sole".
Lo spettacolo ricrea continuamente i propri presupposti.

Nello spettacolo, una parte del mondo (l' economico) si presenta al mondo come superiore ad esso. Lo spettacolo è semplicemente il linguaggio comune di questa separazione. Gli specttatori sono collegati solamente dal loro rapporto unidirezionale al centro stesso che li mantiene isolati l'uno dall'altro.
L'alienazione dello spettatore, che rinforza gli oggetti contemplati che derivano dalla sua attività inconsapevole, funziona come questa: più contempla, meno vive; più si identifica con le immagini dominanti  meno capisce la sua propria vita e cio' che propriamente vuole.

La funzione sociale dello spettacolo è la fabbricazione concreta di alienazione. L'espansione economica è costituita soprattutto dall'espansione di questo settore particolare della produzione industriale.

La pratica di base dello spettacolo e' quella di assorbire in se' tutte le funzioni fluide dell' attività umana in modo da possederle in una forma congelata e di invertirne i valori viventi in valori puramente astratti.

L' espansione costante della potenza economica sotto forma di merci ha trasformato il lavoro umano in se in una merce, il lavoro in lavoro salariato ed infine ha prodotto un livello di abbondanza sufficiente a risolvere il problema base della sopravvivenza – ma soltanto im modo tale che questo stesso problema si riproponga continuamente ad un più alto livello. Il predominio dell' economico ha liberato le società dalle pressioni naturali che l' hanno costrette in una lotta immediata per la sopravvivenza; ma ancora non sono state liberate dal loro liberatore…

L' economia ha trasformato il mondo, ma lo ha trasformato soltanto in un mondo dominato dall'economia(pseudonatura)
Con la divisione industriale del lavoro e la fabbricazione in serie per un mercato globale, la merce infine è diventata completamente visibile come potere che stava colonizzando tutta la vita sociale. A quel punto che l'economia politica si e' stabilita come la scienza dominante e come la scienza della dominazione.

Lo spettacolo è la fase a cui la merce, l' economico, è riuscito completamente a colonizzare la vita sociale.
Il mondo che vediamo è il mondo  prodotto dall' economia capitalista.
La realta', cioe' i fatti, l' oggettivita' sono il prodotto di un interesse unilaterale presentato come generale.
La dominazione consiste nella produzione unilaterale della realta' a mezzo delle varie specializzazioni scientifiche che autoregolano e sorvegliano questo processo di creazione.

Lo spettacolo è una guerra permanente dell'oppio destinato a costringere la gente ad identificare le merci con i prodotti ed identificare la soddisfazione con una sopravvivenza che si espande secondo le relative proprie leggi. La sopravvivenza di consumo deve espandersi costantemente perché non cessa mai di includere la privazione e l' insoddisfazione. Se la sfera della sopravvivenza non viene mai risolta, se non c è un punto in cui potrebbe smettere di espandersi, questo è perché in se è infetta dal virus della privazione.

L' automazione si sviluppa all' infinito perche' cerca di risolvere una contraddizione insolubile: Gli sviluppi tecnologici che tendono obiettivamente ad eliminare il lavoro devono allo stesso tempo conservare il lavoro (come merce), perché il lavoro è l'unico creatore di valore.
L 'automazione (o qualunque altro metodo meno estremo di aumento della produttivita' del lavoro) che produce la riduzione del tempo di lavoro necessario totale della società ha qui il solo scopo di generare nuovi impieghi. Cosi' l'esercito di riserva dei disoccupati è arruolato nel terziario o nei servizi per rinforzante le truppe responsabili della distribuzione e della glorificazione degli ultimi prodotti; ed in questo rispondendo ad un'esigenza reale, nel senso che campagne sempre più vaste sono necessarie per convincere la gente a comprare merci sempre più inutili.

Il valore di scambio controlla totalmente il valore d' uso.
L'utilità è venuta ad essere vista puramente in termini di valore di scambio.

Il declino costante del valore d' uso che ha caratterizzato sempre l'economia capitalista ha provocato una nuova forma di povertà: all'interno del regno della sopravvivenza – accanto alla vecchia povertà che ancora persiste- il valore d' uso ora non ha esistenza al di fuori di richiami illusori e rappresenta l'accettazione generale delle illusioni del consumo moderno delle merci. Il consumatore reale è diventato un consumatore di illusioni. Le merci sono queste illusioni attuate e lo spettacolo è la loro espressione generale.

Il valore di uso precedentemente è stato compreso come una funzione implicita del valore di scambio. Ora all'interno del mondo inverso dello spettacolo, deve essere affermato esplicitamente perché serve da pseudo-giustificazione necessaria per una vita falsificata.

Lo spettacolo è un equivalente astratto generale di tutte le merci;
una rappresentazione del mondo delle nell'insieme che serve da equivalente generale per che cosa l'intera società può essere e può fare.
Lo spettacolo e' il denaro che si può soltanto contemplare , perché in esso tutto il valore d 'uso  è gia' stato scambiato per la totalità della rappresentazione astratta.

Il capitale non è più il centro invisibile che governa il processo di produzione; mentre si accumula, si sparge in tutte le estremità della terra sotto forma di merci definite.

Il trionfo dell'economia come potere indipendente e' allo stesso tempo sviluppo delle forze che liberano dalla necessità economica.

Una volta che la società scopre che dipende dall'economia scopre anche che l'economia dipende dalla società.  

n-56-
La coscienza del desiderio e il desiderio della coscienza sono lo stesso progetto…

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