Web 2.0: l' unico limite e' l' immaginazioneWeb 2.0: l' unico limite e' l' immaginazione.
Un fantasma s' aggira nel MetaWeb…
Web 2.0 dice la reclame e' una nuova "visione" di internet.
Nella sostanza, il "fondamento" di questaa "visione della rete" e' basato su tutte le tecnologie(piattaforme, applicazioni, servizi) che permettono ai contenuti, alle informazioni, al prodotto creativo in generale di diventare indipendente dai soggetti che lo hanno elaborato.
Essere sfruttati in modo direttamente capitalistico comporta qualche aggiustamento di visione e di software: la possibilita' che il lavoro comunicativo e creativo possa esistere al di fuori di chi l' ha prodotto (individuo o collettivita') come merce autonoma.
Come dice Microsoft: "Il cuore del Web 2.0 è il contenuto, fruibile in tutte le sue applicazioni multimediali, prodotto dall’interazione delle persone tramite piattaforme ad hoc."
Ovviamente finita la sviolinata sulla libera circolazione del pensiero e la condivisione dei saperi si aggiunge:
"Le formule che generano ricavi sono molteplici; le prime soluzioni che vengono in mente sono sicuramente la vendita di pubblicità o di servizi professionali, ma non vanno trascurate la visibilità e la credibilità che un'azienda può acquisire aprendo il proprio blog, o partecipando a comunità di nicchia i cui interessi coincidono con i prodotti offerti. Per non parlare dei vantaggi nel campo delle relazioni pubbliche e della comunicazione d'impresa, il cui principio guida è proprio "lavorare bene e farlo sapere a tutti". E cosa c'è di meglio di un blog, o un wiki, o una community, per farlo sapere a tutti?
Con lo sviluppo e l’evoluzione dei servizi le opportunità di guadagno cresceranno, offrendo soluzioni orientate a diverse nicchie di mercato. Il solo limite pare proprio essere l'immaginazione.
Nel web.20 c'e posto per tutti persino per Dio: "GodTube" sull'onda del successo di Youtube, propone video di "promozione" cristiana generati dagli utenti.( http://www.godtube.com/ ).
Come scriveva Castenada "meno male che si vive solo due volte" ed e' proprio il caso di ribadirlo da quando il Ministero degli Affari Esteri del nostro paese ha annunciato di voler aprire una succursale di un Istituto Italiano di Cultura all'interno di Second Life…Si moltiplicano nel frattempo le iniziative commerciali di imprese reali, interessate a sviluppare i loro affari anche nel mondo virtuale: dopo Reuters e IBM, Gabetti ha deciso di creare il suo team di agenti immobiliari virtuali…( http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1920383&r=PI )
Nel suo intervento alla PHP Conference, Rod Smith, vice president IBM emerging Internet technologies, ha dichiarato che le tecnologie alla base di blog, wiki e di siti innovativi quali Google Maps e Wikipedia che utilizzano la serie di componenti Web 2.0 disponibili gratuitamente su Internet – trasformeranno anche il modo in cui saranno sviluppate le applicazioni software aziendali.
Al peggio non c'e mai fine e cosi' su questo "mondo parallelo" seconda vita per eccellenza sbarca anche l' incubo giustizialista nella versione Di Pietro
(http://www.antoniodipietro.com/2007/02/litalia_dei_valori_su_second_l.html )
L' Italia dei Valori ha acquistato un' isola dove avranno sede i suoi uffici virtuali…
A quando la costruzione di un bel Videopenitenziario?
Tecnicamente non capisco granche', ma la puzza di bruciato anche solo del nuovo che avanza virtuale la sento gia': pensate ai "corporate blogging" il cui unico dilemma e' sul come fare a sfruttare (in elegantese si dice integrare-integrazione sistemica)ambienti dinamici e partecipativi nelle maglie dell’imprenditoria.
E allora non sara' un incidente il fatto che IBM annuncia Lotus Connections: un pacchetto, tutto compreso, di software collaborativo (applicativi per organizzare rapidamente profili, comunità, blog e attività condivise all’interno dell’azienda, la suite ha tutte le carte in regola per propagare le potenzialità del Web 2.0 nel business market.)
(http://www.businessweek.com/technology/content/jan2007/tc20070122_532199.h )
Nel Web 2.o il punto centrale sono i contenuti, i creatori di contenuti si dice…certo poi tanto qualcun' altro s' incaricchera' di organizzarli, categorizzarli e venderli…
Se il crack è molto pericoloso, il freebase lo è ancora di più…(Il freebase viene preparato partendo dalla cocaina aggiungendo dell'ammoniaca. Si tratta di una versione "europea" del crack)
Dopo Google anche qualcun' altro sta perseguendo la missione di organizzare tutta l'informazione del mondo e renderla universalemente accessibile… Freebase è una miscela fra Google e Wikipedia, per l' ammoniaca non so', per la bolla dot.com qualche sospetto.
"social networking", aggregatori RSS, motori di ricerc L'idea – che sarà realtà tra qualche anno – è che i linguaggi di programmazione software di nuova generazione, fondati sullo sviluppo della famiglia XML…Un nuovo prodotto di Gartner, società di consulenza aziendale globale, sottolinea l'importanza dell'applicazione dei principi del Web 2.0 nelle attività tecnologiche dell'impresa…I concetti chiave, che potremmo quindi considerare le caratteristiche base del Web 2.0 secondo Gartner, sono quattro:
– Mashup, ovvero diversi servizi mixati ad hoc( il termine deriva dalla cultura musicale rap e hip hop nella quale è molto diffusa la pratica di miscelare diverse porzioni di brani esistenti realizzati da differenti artisti.)
– Intelligenza collettiva, segnalazione, voto, commento degli utenti (il termine aveva origini piu' nobili..ma tant'e …)
– Ajax, piattaforma tecnologica che semplifica il web (la semplicficazione e' una necessita' gnoseologica ma anche una patologia sfociata nel fascismo mediatico)
– Analisi dei social network, conoscenza delle tendenze di massa per offrire servizi in linea con l'utente. ( network organizzati, organizzazione sociale ecc sono concetti che hanno una loro origine tutt' altro che mercantilistica…ma che ce lo diciamo a fare?)
( http://www.gartner.com/it/page.jsp?id=495475 )
Ci sarebbe molto altro da aggiungere ma a che scopo?
Il web 2.0 suona come la campana a morto per un utenza non business e non tech che oltretutto vista la fine dei medialternativi, mediatattici, mediattivisti non ha nessuna speranza di autorganizzarsi nelle forme e nei contenuti-senza dividere le une e le altre-…di sottrrarsi al mercato e alla sua ideologia che avanza inarrestabile sulla rete.
Sono molto stupito di vedere in giro per la rete, dinnanzi a nessuna forma di organizzazione collettiva di resistenza e attacco a questo progetto infame di integrazione sistemica della rete, una massa crescente di ex-info-alternativi affannati a rincorrere la "tendenza"…do you it youself?: -si dice cosi'(?)- mentre implementi una delicata interfaccia per utenti-contro sui modelli delle corporations dell' immateriale oppure peggio, lavori gratis per nobili ideali mentre fai da laboratorio d' innovazione-aggratis-per quelli che ci fanno i soldi nel mercato globale.
Ah! gia' sento una schiera di vocianti anarco-yuppie che mi fa' la morale sulla liberta' della rete …sull' anarchia di quel mondo nuovo che e' la rete-la rete di reti…l' individualismo estremo…l' autorealizzazione e altre puttanate varie.
Web 2.0: la liberazione dalla tirannia del software a favore della connessione e partecipazione attiva delle persone…Peccato che il denaro e' denaro, gli affari sono affari…